Questa mattina ho
trovato sul Corriere Sera online una notizia che ripropongo integralmente.
L'artista
è uno dei mie preferiti, Pete Townshwend,
mente degli Who, gruppo che ho avuto il privilegio di vedere tre anni fa
all'Arena di Verona.
Il
titolo dell'articolo mi ha riportato subito a un DVD di un concerto di Chicago,
dove Pete ammoniva energicamente il pubblico provvisto di tappini auricolari
protettivi, gridando loro:
"It's too late... it's too late!!"
Il fastidio è tornato a
perseguitarlo durante la preparazione del musical «Floss»
MILANO
- Pete Townshend lascerà gli Who
se il disturbo di cui soffre continuerà a peggiorare. Il leggendario
chitarrista combatte, infatti, da anni contro il tinnitus e
il fastidio, che sembrava essersi attenuato, è, invece, tornato a tormentarlo
durante la preparazione del musical «Floss», diventando talmente insopportabile
da costringerlo a prendere in considerazione l’idea di lasciare definitivamente
la band e la musica dopo 46 anni di onorata carriera. E pensare che due
settimane fa la performance degli Who al Super Bowl (un medley di 12 minuti)
era stata salutata come un vero e proprio evento musicale, lasciando presagire
un 2010 ricco di impegni per Roger Daltrey e Townshend, che avevano in
programma un tour in primavera e una serie di apparizioni ad alcuni festival
jazz. Ma l’orecchio malato del chitarrista ha scombinato tutti i loro piani.
«Se il mio udito continuerà ad essere un problema – ha spiegato Townshend a«rollingstone.com»
– non ritarderemo semplicemente gli show, ma li cancelleremo proprio, perché
non vedo davvero come si potrebbe aggirare l’ostacolo».
CHE COS'É IL TINNITUS -Il tinnitus, che è il nome latino
dell’acufene, è una patologia che colpisce
l’orecchio umano, portandolo a percepire rumori costanti, in forma diversa (che
siano fischi, ronzii, pulsazioni o fruscii) ed è causata da molteplici fattori,
uno dei quali è l’esposizione continua a suoni di forte intensità (come nel
caso del chitarrista) che provocano una progressiva perdita dell’udito. E
quando il danno diventa definitivo, non solo non si sente più, ma nell’orecchio
si forma un ronzio permanente, che si accompagna al fenomeno del recruitment(«rafforzamento»)
che abbassa la soglia di fastidio alla presenza di un rumore molto forte. In pratica,
si sente dolore molto prima degli altri.
IL
TEST PER L'UDITO SARÀ «QUADROPHENIA» - Tornando a Townshend, qualche speranza
potrebbe essere legata all’utilizzo dell’in-ear monitor (una sorta di cuffiette
anti-rumore), come gli ha suggerito lo specialista consigliatogli da Neil
Young: il chitarrista sperimenterà il dispositivo nell’unico concerto fissato
per il 2010 e non cancellato, ovvero lo show di beneficenza del 30 marzo a
Londra, durante il quale gli Who eseguiranno per intero il doppio album, «Quadrophenia».
«Sarà un buon test per l’udito di Pete – ha detto Daltrey a "Rolling
Stone" – ma non sapremo se funzionerà fino a quando non lo proverà».
LA
CAUSA È LA MUSICA AD ALTO VOLUME NELLE CUFFIE - Ma che Townshend non debba farsi troppe
illusioni ne è convinto il professor Claudio Albizzati, responsabile del
Servizio Otorinolaringoiatria Multimedica di Milano. «Cure vere e proprie
per l’acufene non ve ne sono. Le medicine fanno poco, per non dire nulla, e gli
stessi “mascheratori”, che sono simili agli apparecchi acustici e producono una
serie di rumori bianchi o rosa, funzionano poco e male e sono più teorici che
pratici. L’unico rimedio possibile è la prevenzione, ovvero non ascoltare la
musica ad un volume altissimo, come invece purtroppo fanno oggi molti ragazzini
con le cuffiette dell’ipod, né esporsi volontariamente a suoni di elevata
intensità per lungo tempo. Solo il rispetto per le nostre orecchie può, quindi,
aiutarci a tenere lontano l’acufene per il quale, lo ripeto, non c’è soluzione
ma su cui, al contrario, c’è molta superficialità e disinformazione»,
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