mercoledì 10 febbraio 2010

Il Rovescio della Medaglia



Il Rovescio della Medaglia si formò a Roma verso la fine del 1970 dallo scioglimento del gruppo beat I Lombrichi.
Enzo Vita, Stefano Urso e Gino Campoli crearono il gruppo che ebbe nel ruolo di cantante prima Gianni Mereu (omonimo del chitarrista dei Logan Dwight), poi Sandro Falbo (da Le Rivelazioni) e infine Pino Ballarini, venuto a Roma da Pescara, dove aveva suonato con i Poema.
Il loro primo successo fu al Festival Pop di Viareggio nel 1971, e il gruppo divenne presto uno dei più famosi dal vivo in Italia nei primi anni ‘70.
Il primo album La Bibbia, uscito nel 1971, è fondamentalmente un ottimo album di hard-rock album con leggere influenze progressive, registrato dal vivo in studio ed accompagnato da un caratteristico libretto tondo a forma di medaglione
Il secondo, Io come io, un anno più tardi, prosegue nello stesso stile, con ambiziosi testi filosofici ispirati ai lavori di Hegel. Un album piuttosto breve (meno di 30 minuti) ma di nuovo un ottimo disco!
Nel 1973 venne aggiunto un quinto componente, il tastierista Franco Di Sabbatino, anche lui di Pescara, come Pino Ballarini, che aveva suonato brevemente con il Paese dei Balocchi.
Con un suono arricchito dalle tastiere, Il Rovescio realizzò il terzo album, Contaminazione, con l’aiuto del compositore argentino Luis Enriquez Bacalov, che aveva già lavorato con i New Trolls per il loro Concerto Grosso e con gli Osanna.
L’album è ovviamente in stile molto più vicino al prog sinfonico, e venne anche registrato in una versione cantata in inglese, pubblicata in diversi paesi stranieri, nel tentativo di lanciare il gruppo all’estero. L’album in inglese vene pubblicato anche in Italia solo nel 1975, quando il gruppo si era già sciolto.
Ormai il Rovescio era conosciutissimo per le esibizioni potentissime, sempre suonate al massimo volume possibile anche grazie ad un impianto di amplificazione unico. Questo è quello che si legge nelle note di copertina dell’LP Contamination (scritto originariamente in inglese): “La loro strumentazione è tra le più interessanti in Europa. L’impianto voci Mack da 6000 watt è quadrifonico ed equivale ad amplificatori a 36 tracce. La console è in realtà uno studio di registrazione portatile con filtri, compressori, ecc. La chitarra, la batteria e le tastiere hanno amplificatori da 900 watt. Le tastiere consistono in un organo verticale Hammond B, un harmonium, un Eminent per riprodurre i violini, due sintetizzatori VCS, un Harp 200 [probabilmente un ARP], e due sintetizzatori mini moog. È anche importante l’impianto luci. Ci sono 50 lampade che producono colori ed effetti speciali. Su uno schermo speciale dietro il gruppo, vengono proiettati diapositive e filmati, per produrre effetti musicali astratti.”.
Non male per un gruppo italiano, e nessun altro in Italia aveva un equipaggiamento live così potente!
Ma… nel dicembre 1973 il furto di quel grande e costoso impianto portò il gruppo vicino alla fine, Pino Ballarini partì per la Svizzera (sostituito per un breve periodo da Michele Zarrillo dei Semiramis) e gli altri continuarono come gruppo solo strumentale.
L’album dal vivo Giudizio avrai, pubblicato privatamente dal gruppo negli anni ‘80, contiene una registrazione relativa a questo periodo, con il suono del gruppo dominato dalle tastiere.
L’ultima uscita è un singolo nel 1975 (sulla sua copertina viene citato un nuovo album, che non uscì mai), poi il gruppo ebbe diversi cambi di formazione fino al 1977.
Il bassista Stefano Urso ha fondato gli Europe, autori nei primi anni ‘80 di un album (Bubble BLU-19609) e di alcuni singoli in stile pop/rock.
All’inizio degli anni ‘90 il chitarrista Enzo Vita ha riformato il gruppo con una formazione totalmente nuova pubblicando un nuovo CD intitolato Il ritorno, molto diverso dalla passata produzione e più commerciale, come il successivo Vitae (registrato prima).

Formazione
1970-73
Pino Ballarini (voce, flauto)
Enzo Vita (chitarra)
Stefano Urso (basso)
Gino Campoli (batteria)

1973
entra:
Franco Di Sabbatino (tastiere)

1974-75
come sopra senza Pino Ballarini
(Lastfm)



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