Con questo “attrezzo” ho fissato per sempre molti momenti significativi .
Parlo di viaggi attorno al mondo,di figli che crescono , di persone che invecchiano.
Anche alcuni frammenti dei miei primi 25 anni di vita sono documentati e visibili, ma non udibili, in quanto la cinepresa che usava papà aveva ovvi limiti tecnici.
Per lui era una cosa di cui vantarsi e sono indimenticabili le sere in cui stendevamo un lenzuolo (bianco che più bianco non si poteva) in sala, e rivedevamo i vari spezzoni, utilizzando il video proiettore in dotazione(nella foto a destra , quella in cui si vede il mio garage,sono visibili sia cinepresa che proiettore, sopra alla batteria).
Ricordo bene la celebrazione del 25esimo anniversario di matrimonio dei miei genitori,la mia uscita dalla caserma dopo il giuramento, qualche mia partita di calcio, qualche traccia del mio matrimonio.
Tra tutte le immagini, quella che più mi intenerisce , e’ quella che riguarda le mie domeniche, quando a fine pranzo, spesso in compagnia di nonni e zii,facevo il giro tavola per raccogliere qualche soldo da spendere nel pomeriggio.
Gli anni sono volati, e quelle testimonianze hanno resistito alle varie dipartite.
Qualche anno fa ho chiesto a mio fratello di occuparsi del travaso di tutto quel lavoro in una più “moderna” videocassetta.
Per fare cio’ si e’ rivolto ad uno studio di registrazione professionale ed ha dato disposizioni per inserire un adeguato sfondo musicale.
Non so su quale criterio si sia basato, ma so per certo di non essere mai riuscito a vedere sino alla fine quella cassetta.
Ogni volta che ci provo, un groppo alla gola mi blocca ed ogni volta impreco e mi chiedo come abbia fatto mio fratello a scegliere certe canzoni così struggenti ,da associare a pellicole di per sé già devastanti.
Ho scelto due di questa canzoni, che non ascolterò neanche questa volta, ma sono indubbiamente magnifiche , canzoni senza tempo che escono da schemi e catalogazioni, e ci regalano melodie e suoni che rompono ogni tipo di barriera.
Sto parlando di "Smoke gets in your eyes" dei Platters e di "What a Wonderful World"di Louis Armstrong.
Vediamo qualche nota biografica.
Platters
Nati nel 1953 a Los Angeles, i Platters si caratterizzano per quella particolare tecnica vocale conosciuta come doo-wop, che consiste nel rinforzare il canto solista con armonie vocali sincopate e cori utilizzati più come strumenti d'accompagnamento che come voci vere e proprie.
Il primo grande successo arriva quando i Platters vengono scritturati dalla Mercury Records, e il produttore-musicista Buck Ram nel 1955 propone loro di rilanciare un brano che avevano già pubblicato senza successo con un'altra etichetta discografica.
Il brano, intitolato "Only you", viene riarrangiato dal maestro Ernie Freeman, che in seguito scriverà partiture anche per Paul Anka e Sinatra, ma viene distribuito nel limitato circuito "nero".
Solo dopo qualche mese il disco viene recapitato al famoso disk -jokey Alan Freed, che comincia a trasmetterlo nelle radio locali. Di qui nasce l'interesse degli ascoltatori e la scalata alle classifiche nazionali, determinata da una serie di novità che caratterizzano il gruppo: in primo luogo la voce solista, elegante e impostata, di Tony Williams, proveniente dalla tradizione gospel, che utilizza per la prima volta il famoso "singhiozzo" per spezzettare le note; la presenza di un elemento femminile nel gruppo (la giovanissima Zola Taylor) che rende unici gli impasti vocali; infine la presenza degli archi negli arrangiamenti, novità assoluta per un gruppo di colore.
Dopo Only You (che arriva anche in Italia con più di un anno di ritardo e diventa il disco più venduto del 1957), il successo si ripete con "My prayer", cover di un brano francese del 1939 (Avant de mourir), "The great pretender "e "You'll never never know", tutte arrangiate con il famoso terzinato che inflazionerà la musica popolare per circa un decennio.
Il gruppo scriverà un importante capitolo della storia della musica attraverso un genere molto innovativo per l'epoca vendendo ben 53 milioni di dischi, con successi planetari quali "Smoke gets in your Eyes", "Twilight time", "Harbor Lights", ma subisce una prima battuta d'arresto quando, nel 1960 il solista Tony Williams decide di mettersi in proprio. Di qui una serie di rimaneggiamenti, anche pesanti, nella formazione e l'utilizzo del nome "The Platters" da parte di ciascun componente che decideva di formare un proprio gruppo, tanto che si è venuta a creare nel tempo una paradossale situazione, che dura ancora oggi, in cui circa un centinaio di gruppi vocali continuano ad esibirsi nei circuiti revival, usando più o meno legittimamente il nome "The Original Platters".
Nel 1990 il gruppo è stato introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame e successivamente, nel1998, nella Vocal Group Hall of Fame.
Louis Armstrong
Louis Armstrong, trombettista jazz, è uno dei massimi esponenti di questo genere di musica e colui che ha dato un'impronta del tutto nuova alla musica afroamericana. Per quanto concerne la sua nascita vi è un piccolo retroscena che definisce anche un piccolo giallo. Armstrong ha sempre dichiarato di essere nato il 4 luglio (giorno di festa nazionale negli Stati Uniti) del 1900 ma, in realtà, studi recenti hanno dimostrato che il grande trombettista è nato il 4 agosto del 1901natale.Secondo questi atti, "Satchmo" (questo il soprannome che gi verrà affibbiato. Significa, grosso modo, "bocca a sacco"), si era invecchiato di un anno e un mese, forse per risolvere alcuni problemi legati ai suoi esordi giovanili a Chicago e New York, dove non voleva sembrare più giovane di quello che era.
Louis Armstrong ebbe un'infanzia travagliata. I genitori si separano poco prima della sua nascita e il piccolo viene affidato alla nonna materna Josephine, mentre la madre, con tutta probabilità, si prostituiva. Le sue giornate trascorrono in bilico fra l'emarginazione e la delinquenza anche se, fortunatamente, un grande interesse nasce dentro di lui, un antidoto capace di allontanarlo da pericolose deviazioni e nello stesso tempo di "sollevarlo" da quello squallido ambiente: la musica. Ancora troppo giovane per suonare la tromba o per apprezzarne potenzialità e sfumature, si limita in quel periodo a cantare in un gruppo locale assai peculiare, dato che come palcoscenico aveva unicamente le strade. La pratica estemporanea, il canto di getto e a squarciagola gli permettono comunque di sviluppare un'ottima intonazione e un notevole senso dell'improvvisazione.
Ma la vita di strada è pur sempre la vita di strada, con tutti i pericoli e i disagi che essa comporta. Louis, pur volendo, non può del tutto estraniarsi da quel contesto. Un giorno viene addirittura sorpreso a sparare con un revolver sottratto ad uno dei compagni della madre, per festeggiare la fine dell'anno. La conseguenza è che viene trasferito in un riformatorio per circa due anni, anche perché il tribunale aveva riconosciuto la madre inabile alla crescita della prole. Da ciò nasce forse l'ansia d'amore che contrassegna la sua vita, che vedrà scorrere davanti a sè due mogli e moltissime relazioni. Anche in riformatorio Louis Armstrong trova il modo di far musica: entra a far parte prima del coro dell'istituto e successivamente della banda, dove inizia suonando il tamburo. Prende anche le prime lezioni di cornetta. Il merito è tutto del suo maestro, Peter Davis, che gli dà l'opportunità di studiare i rudimenti di questa sorta di "succedaneo" della tromba. La banda dell'istituto è molto amata dagli abitanti e gira le strade suonando melodie in voga all'epoca come la celeberrima "When the Saints Go Marchin'in" che, recuperata parecchi anni dopo, diventerà uno dei suoi cavalli di battaglia. Uscito dal riformatorio inizia a frequentare pub e locali nella speranza che gli si presenti la possibilità di suonare in qualche orchestra. In uno di questi vagabondaggi serali incontra Joe Oliver, considerato il miglio cornettista di New Orleans (già chiamato "King Oliver"). Tra i due s'instaura un ottimo rapporto, tanto è vero che Oliver, in procinto di trasferirsi, chiede a Kid Ory (altro celebre trombettista del jazz) di essere sostituito proprio da Louis.
Solo dal novembre del 1918, incentivato dal lavoro sui "riverboats" (i battelli che navigavano sul fiume Mississippi), Armstrong impara a decifrare le partiture, diventando in questo modo un musicista completo. Dopo qualche anno di questo regime non proprio riposante (lavorare sui battelli era molto faticoso), nel 1922 si trasferisce a Chicago, lasciando una New Orleans che, gradualmente, "corrompeva" sempre di più il suo gusto musicale, fino a rispolverare un vetusto e annacquato folclore.
Armstrong in quel momento della sua maturazione artistica stava invece seguendo un'altra strada, completamente diversa, improntata sul rigore polifonico delle linee musicali e, per altri versi, sul tentativo di conferire al solista un ruolo insieme egemone e integrato nel tessuto musicale. Fortunatamente viene ingaggiato da King Oliver nella sua "Creole Jazz Band", nella quale ha la possibilità di proporsi come solista e di far spiccare l'estremo virtuosismo che ormai ha acquistato con il suo strumento. E' infatti opinione comune di appassionati e storici, affermare che "Satchmo" avesse inventiva, fantasia ritmica e melodica, unite ad un'impressionante volume sonoro e ad un'inconfondibile timbro. Dopo una serie di tournè, si arriva al 1924, anno particolarmente importante per "Satchmo". Si sposa, lascia l'orchestra di Oliver ed entra nella big Band di Fletcher Henderson, un colosso del jazz che disponeva di una delle migliori orchestre del tempo, zeppa di solisti di pregio. Come riprova del salto di qualità, Armostrong ha l'opportunità di incidere brani con Sidney Bechet, Bassie Smith e molti altri.
Successivamente decide di intraprendere la carriera da solista.
Registra "Hot Fives and Hot Sevens" trasformando così il jazz in una delle più alte espressioni della musica, con la sua tromba chiara e brillante e la sua voce sporca pescata direttamente dal fondo della gola. Da allora è solo un susseguirsi di successi, all'ombra però di alcune voci critiche che denunciano limiti e scadimenti del fenomeno Armstrong.
Louis viene addirittura accusato di essere uno zio Tom a causa dell'ambiguità verso i fratelli neri. Ma proprio per la sua presenza carismatica contribuisce a rompere ogni barriera razziale diventando una delle prime star di colore nella musica.
La sua vita, oltre ai concerti dal vivo e alle tournée, si arricchisce di collaborazioni (ad esempio con Zilmer Randolph), e comincia anche ad aprirsi al cinema, apparendo in alcune pellicole. Diventato ormai un'icona (e qualcuno dice anche la macchietta di se stesso), Louis Armstrong negli ultimi anni era certo diventato l'ambasciatore del jazz nel mondo, ma ha anche prestato la sua immagine ad una serie di eventi assai discutibili sul piano artistico. In quella fase della sua carriera il Maestro non era più in grado di prendere decisioni autonome ma si faceva "gestire" da funzionari senza troppi scrupoli. Dopo questo triste declino, il re del jazz muore il 6 luglio 1971 nella sua casa nel Queens a New York.
Ed ora i protagonisti .
Nel caso del secondo video ,il brano di Armtstrong, attraverso le immagini, si carica di differenti significati.
Citazione del giorno:
"Il vero giusto è colui che si sente sempre a metà colpevole dei misfatti di tutti" ( Kahlil Gibran)
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