Vincenzo Zitello - “Mostri e Prodigi”
TELENN RECORDING-2021
Un album strumentale pone sempre il
problema della comprensione e mi riferisco alla connessione tra chi crea e chi
usufruirà del “lavoro finito”.
Un album come “Mostri e Prodigi”, di Vincenzo Zitello, potrebbe essere catturato anche
in modo molto semplice, senza decodificazioni cervellotiche, perché le
atmosfere da cui si viene avvolti non necessitano di troppe parole, se si
possiede un minimo di sensibilità.
Ma sarebbe un peccato non mettere in
rilievo il grande lavoro culturale e di ricerca che si cela dietro ad un
progetto che difficilmente passerà nei media e che rischia di essere pane per
pochi, come accade oggigiorno con tutta la musica di qualità.
Zitiello e i suoi compagni di viaggio utilizzano la mitologia e le credenze popolari e realizzano otto tracce legate tra loro concettualmente.
Nel corso degli ultimi millenni di
storia dell’uomo, le culture e le tradizioni di ogni popolo si sono arricchite
di storie e miti strettamente legati a creature leggendarie e animali
fantastici, risultato dell’incrocio tra uomini e animali realmente esistenti.
Queste creature dalle mille forme e
il più delle volte dall’aspetto inquietante, si possono trovare nei racconti e nelle leggende, sia greche che romane, ma anche in quelle
della cultura nordica e orientale.
Quando si parla di questi elementi mitologici occorre tener presente che in una data cultura e in un determinato momento storico sono stati creduti esseri reali, quindi, effettivamente esistiti: “Mostri e Prodigi” fornisce un contributo, riuscendo a dar vita ad otto elementi chiave attraverso musica immaginifica.
Partirei proprio dall’aspetto
musicale che, per ogni episodio/figura mitologica, mi ha costretto ad
approfondita ricerca strumentale. Chiarisco con un esempio.
Leggendo i crediti, al titolare Vincenzo Zitello vengono attribuiti 19 strumenti utilizzati, 8 dei quali erano a me sconosciuti nella denominazione, per cui l’ascolto combinato alla lettura mi ha condotto alla scoperta di “dizi e santoor”, tanto per fare un esempio, e ho così colmato qualche lacuna. Sono certo che la lunga lista di strumenti inusuali stimolerà le persone curiose e virtuose e anche questo porterà ad arricchimento personale.
Passato, storia lontana,
immaginazione e credenze, concetti che sembrano lontani dalla contemporaneità,
ma in verità simbolo delle nostre esistenze, in quanto rappresentazioni dei nostri
sentimenti e situazioni di vita, tra sogni e realtà.
E se tutto questo ispira ancor oggi, più o meno consciamente, il pensiero umano, le sollecitazioni per chi crea arte - in questo caso musica - conducono verso un mondo speciale ed esclusivo, seppur aperto a tutti.
Ma quali sono i simboli scelti da Zitello? (cliccando sul nome parte l’ascolto)
La Sirena, nella mitologia ellenica figlia del
dio dei fiumi Acheloo, nata dalle gocce di sangue che usciva dalle ferite
provocate da Ercole…
Il Basilisco, simile ad una lucertola alata e con
la testa e le zampe di gallo, capace di uccidere con il suo sguardo penetrante
o con il suo soffio velenoso…
L’Unicorno, animale leggendario dall’aspetto
elegante e soave ma allo stesso tempo forte e superbo…
La Fenice, uccello sacro, in grado di controllare il fuoco e di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte.
La Chimera, figlia di Echidna e Tifone e frutto
di un rapporto incestuoso tra la stessa Echidna e suo figlio Ortro…
Il Grifone, creatura leggendaria con il corpo
di leone e la testa d'aquila.
Il Centauro, noto per essere un inguaribile ubriacone e violentatore di donne.
Il Drago, creatura dai tratti solitamente serpentini, presente nell'immaginario collettivo di tutte le culture, in quelle occidentali come essere malefico portatore di morte e distruzione, in quella orientale come creatura portatrice di fortuna e bontà.
Il legame con il nostro vissuto e con il pensiero quotidiano appare evidente e veder abbinate le storie che da sempre ci appartengono a trame musicali specifiche, ha come risultato la creazione di un elemento integrante, utile al completamento di un quadro che, “sonorizzato”, appare sotto nuova luce.
Dice l’autore a proposito delle figure trattate: “Vivono solitamente in una dimensione parallela, oscillando fra un regno e l’altro, fra reale e immaginario, vita e morte, musica e poesia, alimentando sogni ed incubi. A volte però, in situazioni eccezionali, essi si manifestano nel regno umano suscitando stupore e paura. Alcuni uomini prendono così coscienza che il proprio mondo appartiene in realtà anche a ciò che abita sogni, visioni, racconti e canzoni.”
Evidenzio, per chi non lo sapesse, che i musicisti in
questione sono Professionisti con la “P” maiuscola - a fine articolo propongo
la formazione nel dettaglio - e sintetizzo la lunga biografia di Vincenzo Zitello
sottolineando che è un arpista, compositore e polistrumentista italiano, primo
divulgatore e musicista a suonare l'arpa celtica in Italia dal 1977. Ha
collaborato con: Ivano Fossati, Franco Battiato, Alan Stivell, Fabrizio De
Andre, Hevia, Beppe Barra, Osanna, Dan Ar Brass e moltissimi altri musicisti, partecipando
a più di 115 registrazioni in progetti discografici come “Special Guest”, pubblicando
12 album solistici distribuiti in tutto il mondo e svolgendo attività
concertistica internazionale.
Tra folk e classico, una proposta che
profuma di storia e popolo, un passato antico che prende vita e delizia anima e
cuore, sollecitando la memoria. Imperdibile!
http://www.vincenzozitello.it/
https://www.facebook.com/vincenzo.zitello
Vincenzo Zitello: arpa celtica, arpa bardica, lama
sonora, violino, viola, violoncello, contrabbasso, theremin, tin wistle,
clarinetti, bawu, ocarina, dizi, hulusi, fujara, handpand, autoharp, salterio
ad arco, santoor;
Federico Sanesi: tabla, sonagli, bodhran, zarb,
gunguru, rider, ghatam;
Riccardo Tesi: organetto diatonico;
Claudio Rossi: violino, guilele, mandolino americano, lap dobron;
Arthuan
Rebis: nyckelharpa, esraj, tar drum, riq;
Laura Garampazzi: tromba Bb;
Giada Colagrande: tar drum;
Alfio Costa: hammond B3;
Luciano Monceri: morin khuur
Maurizio Serafini: piva emiliana
La parte grafica dell’album e stata
realizzata da Federico Gasparotti, il dipinto della copertina e stato
realizzato da Mariano Bottoli una reinterpretazione del dipinto di
Edward Burne-Jones: Una ninfa di mare - sirena (1881)