giovedì 18 maggio 2017

The Samurai Of Prog-“On We Sail”


The Samurai Of Prog-“On We Sail”

A distanza di un anno dal rilascio di quel gioiello che è “Lost & Found”, i prolifici The Samurai Of Prog ritornano con un altro lavoro di grande spessore: On We Sail”.
Il mio commento accompagna il pensiero del gruppo, sintetizzato nell’intervista a seguire, ma penso basterebbe la visione/ascolto del video allegato per avere un’idea precisa di cosa contenga l’album, così come l’artwork di Ed Unitsky riesce ad aprire le porte a tutti i contenuti.
Parto proprio da Unitsky per dire che credo sia attualmente il più talentuoso ed efficace artista grafico applicato alla musica, un perfetto traduttore dei pensieri altrui, immagini che diventano storie di vita, come è verificabile nel filmato a cui accennavo.
Il contenitore TSOP è per me perfetto se parliamo di musica progressiva, e racchiude tutto ciò che rappresenta un’epoca irripetibile, con un giusto profumo di antico e una modernità dettata dal ruolo classico assunto dal genere.
Se volessimo trovare un difetto al progetto… beh, è facile, l’impossibilità di vedere la band dal vivo, per difficoltà legate alla lontananza dei tre componenti (Marco Bernard, Kimmo PörstiSteve Unruh) e per il fatto che i collaboratori sono sempre molti, e sparsi per il mondo: complicato riunirli per condividere il palco.

Anche “On We Sail” non sfugge a questa regola, e a fine articolo è fruibile la lista intera degli “ospiti”.
Ma i guest, contrariamente a quanto accade normalmente, hanno in questo caso anche uno spazio creativo e compaiono come autori, una sorta di collettivo aperto dove si può contribuire in modo totale, basta avere idee e qualità.
E le idee e la qualità abbondano in questo nuovo lavoro, sessantacinque minuti di musica suddivisi su nove fantastiche tracce.

Come si evince dallo scambio di battute con Steve e Kimmo, l’album si può considerare un concept, anche se nulla è stato pianificato in tal senso, ma è il feeling conclusivo che suggerisce una certa affinità tra gli episodi, il tutto disegnando un percorso che è quello della vita, fatto di enormi difficoltà attraverso le quali ci si fortifica e si prosegue, avendo ben chiaro quali sono i limiti umani e la posizione da mantenere rispetto al momento finale.
Questo concetto permette di partire dall’ultimo atto, il lungo brano “Tiger”, scritto totalmente dal “vecchio” collaboratore Stefan Renström, la cui prematura dipartita non ha impedito che anche lui fosse presente nel disco: “Non importa dove inizia il tuo viaggio, il grembo materno sarà la tua tomba finale…”. Toccante, di effetto… oltre all’autore (alle tastiere) e ai tre TSOP, troviamo Brett Kull alla chitarra elettrica, Daniel Fäldt alla voce e Roberto Vitelli (e non è l’unico italiano!) al Moog Taurus.
Apre l’album la title track, un viaggio a ritroso nel tempo, che vede in evidenza Kerry Shacklett - tastierista degli americani Presto Ballet - e il chitarrista serbo Srdjan Brankovic. Un inizio dalle atmosfere marcatamente seventies, con la voce di Steve Unruh molto vicina al colore vocale di Lanzetti dell’era “Acqua Fragile”.
Segue “Elements of Life”, liriche di Unruh e musica del tastierista argentino  Octavio Stampalía - Jinetes Negros -, un brano dove si evidenzia la commistione tra classico e rock e dove l’elettrica du Ruben Alvarez si intreccia con gli elementi più acustici, dando vita a quasi otto minuti di altro gradimento.

Con “Theodora” entra in campo un altro volto conosciuto ai progger italiani, il tastierista Luca Scherani (Coscienza di Zeno, Höstsonaten…), che realizza le musiche del brano (in cui suona) che permettono alla vocalist Michelle Young (Glass Hammer) di caratterizzare in modo indelebile l’atmosfera musicale proposta.

Ascension” è scritto e suonato dal tastierista David Myers; cinque minuti in cui il funky disegnato dal drummer Kimmo Pörsti e dal bassita Marco Bernard diventano la base per le ouverture di flauto e violino di Unruh e per i viaggi chitarristi genesisiani del chitarrista Jacques Friedmann.
La lunga “Ghost Written” - quasi dieci minuti - vede la presenza degli australiani  Sean Timms - tastiere, creatore delle musiche - e del vocalist Mark Trueack, che ricordiamo negli Unitopia.
Una melodia mediterranea applicata agli stilemi del prog permette di realizzare una sorta di quadro rock didattico, dove la parte solistica del già citato Alvarez trova ausilio nell’altro chitarrista, Jacob Holm Lupo.
Ancora un brano “lungo”, “The Perfect Black”, introduce un altro tastierista seminale italiano, che compone e propone la traccia: Oliviero Lacagnina (Latte & Miele). Segnalo anche il chitarrista classico Flavio Cucchi che va a completare la band in questo spicchio di rara bellezza, in cui l’anima classicheggiante di Lacagnina emerge prepotente e riporta ai primi ELP, a cui flauto e violino conferiscono maggior originalità.
Con “Growing Up” ritorna Kerry Shacklett, autore di musica e liriche, e la stanza si impregna di odore di tulliana memoria… cinque minuti e mezzo di folk inglese misto a rock tradizionale.
Ad anticipare l'altamente simbolica “Tiger” un pezzo di bravura di David Myers, un "solo" al pianoforte di quattro minuti, emozionante e coinvolgente che va a calmierare la forte tensione emotiva creatasi nel corso dell’ascolto dell’album, dall’inizio alla fine, come dovrebbe essere.

Che altro aggiungere… un album che non mi stancherei mai di ascoltare e che consiglio caldamente a tutti gli amanti del genere!


L’INTERVISTA

Partiamo dai contenuti: che cosa avete inserito nel nuovo album, “On We Sail”? Esiste un messaggio che volete condividere con il mondo?

Steve: “On We Sail” contiene composizioni originali, totalmente nuove. Questa volta le collaborazioni sono diverse, con più di uno “scrittore”. Il messaggio si focalizza sul concetto del perseverare il nostro cammino attraverso le difficoltà e celebrare la vita di fronte alla mortalità.
Pensiamo che l’artwork di Ed Unitsky sia riuscito a trasmettere molto bene questo pensiero, e forse la sola visione della copertina riesce a mettere in evidenza questi temi e a fornire gli elementi per un primo giudizio.

Possiamo parlare di concept album?

Steve: In realtà l’album non era stato progettato in questo modo, ma esiste una somiglianza tematica, una coesione tra molti brani, per cui alla fine il feeling è quello del lavoro le cui tracce sono legate concettualmente. Ma soprattutto è destinato ad essere un disco di canzoni ambiziose, suonate e registrate con passione, che si percepiscono entusiasmanti ed emozionanti quando si ascoltano in sequenza, dall’inizio alla fine.

Possiamo considerare “On We Sail” un’evoluzione dell’album precedentemente pubblicato?

Kimmo: Penso di sì. E’ diverso dai nostri precedenti album, e questo credo sia una buona cosa! Direi che siamo riusciti a evidenziare maggiormente il nostro lato strumentale anche se, ovviamente, non manca la voce di Steve. Soprattutto, ci pare che le composizioni siano “forti”, e che quindi sia difficile sbagliare con un materiale di tale qualità. Anche se le canzoni provengono da diversi compositori sicuramente suonerà come un album dal brand TSOP, poiché in tutti gli episodi abbiamo attaccato il nostro "marchio" e "samurizzato" i brani!

Ancora una volta avete coinvolto molti musicisti: con quel criterio sono stati scelti gli “ospiti”?

Kimmo: Non è stato adottato un particolare criterio nella scelta dei guest… è accaduto e basta! Magari siamo stati impressionati da musicisti/cantanti che abbiamo ascoltato e li abbiamo invitati ad unirsi a noi per l’occasione! Occorre dire che Marco ha un’enorme conoscenza di artisti dediti al prog, e ha un grande talento nel trovare e proporre i candidati a me e Steve.
Ma a volte accade il contrario, e veniamo contattati da qualcuno che vorrebbe registrare con noi, e se tutto va bene…

Leggendo le note ufficiali ho visto che alcuni di loro sono anche coinvolti come autori, e quindi sembrano qualcosa di più che semplici ospiti!

Kimmo: Sì, siamo stati fortunati ad avere tutti questi artisti estremamente talentuosi, sia come musicisti che come compositori. Avevamo già lavorato molte volte con Octavio Stampalia e David Myers, e quindi eravamo consci dell'alta qualità del loro lavoro. David ha composto e suonato un brano di pianoforte acustico in tutti i nostri album, ma questa volta ha anche contribuito ad un pezzo completo, “Ascension”. Avevamo anche suonato con Oliviero Lacagnina, coinvolto nell'album “Decameron III”, e quindi siamo stati molto contenti di ricevere la sua eccitante “Perfect Black”, per questo album di TSOP.
E’ invece stata la prima volta che abbiamo coinvolto Sean Timms (Unitopia, Southern Empire), Luca Scherani (La Coscienza di Zeno, Hostsonaten) e Kerry Shacklett (Presto Ballet), che ha fornito due tracce.
Per ultimo, ma non meno importante, devo ricordare un nuovo apporto di Stefan Renström, il cui contributo in “Lost and Found” è stato enorme. La canzone di Stefan, "Tigers", chiude l'album, e spero che tu capirai il perché, quando lo sentirai... Siamo riusciti ad avere i file originali di Stefan e quindi abbiamo avuto modo di suonare con lui anche questa volta, l’ultima.

Riprovo con una domanda già fatta in passato, ma… i tempi cambiano! TSOP è un progetto tipicamente “studio”, per ovvie ragioni, ma… esiste una possibilità di vedere una vostra performance live, magari in Italia?

Kimmo: Sia io che Steve facciamo concerti con le nostre band. Sarebbe molto divertente farlo anche con i TSOP, ma non è molto semplice, tenuto conto delle distanze che ci dividono. Chissà, potrebbe accadere un giorno… vedremo!

“0n We Sail”  sarà rilasciato tra poco: sono previste presentazioni ufficiali?

Kimmo: Temo di no, poiché Steve è impegnato con i suoi progetti con Mark Trueack e Sean Timms e io e Marco stiamo già lavorando a un nuovo album.

Steve: Ma sicuramente promuoveremo l’album, perché siamo molto soddisfatti del risultato finale, anzi, pensiamo che potrebbe essere il miglior realizzato dai TSOP sino ad oggi, e la band sembra abbia davanti un buon futuro!


Tracklist
1. On We Sail (6:21)
2. Elements of Life (7:54)
3. Theodora (5:55)
4. Ascension (5:19)
5. Ghost Written (9:40)
6. The Perfect Black (9:30)
7. 
Growing Up (5:42) 
8. Over Again (4:06)
9. Tigers (10:34)

Total Time 65:01

The band
Marco Bernard / Rickenbacker bass
Kimmo Pörsti / drums and percussion
Steve Unruh / vocals, violin, flute, guitar

Guest musicians
Octavio Stampalía / keyboards
Rubén Álvarez / electric & acoustic guitars
Kerry Shacklett / keyboards, vocals, acoustic guitar
Srdjan Brankovic / electric guitars
David Myers / keyboards, grand piano
Jacques Friedmann / electric guitars
Luca Scherani / keyboards
Michelle Young / vocals
Sean Timms / keyboards
Mark Trueack / vocals
Jacob Holm Lupo / electric guitars
Oliviero Lacagnina / keyboards
Flavio Cucchi / classical guitar
Brett Kull / electric guitar
Daniel Fält / vocals
Roberto Vitelli / Moog Taurus pedals
Stefan Renström / keyboards, vocoder


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