John
Strada – Mongrel
Non avevo mai ascoltato John Strada e quindi il mio battesimo avviene con
il suo primo album in inglese, “Mongrel”,
dopo i primi sei realizzati in lingua italiana.
“John
Strada è nato in una singolare borgata al crocicchio fra le province di
Bologna, Ferrara e Modena”, e va da sé
quale potrebbe essere l’idioma più naturale da utilizzare, ma il suo amore per “certa
musica” lo ha portato a vivere e ad esibirsi oltreoceano ed oltremanica, e l’assimilazione
della cultura locale ha fatto il paio con il credo di una vita, e le esperienze
quotidiane lo hanno reso un po’ “Mongrel”, meticcio - il titolo dell’album
precedente - una razza che si mischia - consapevolmente - dando vita ad un
artista di sintesi, che trova pieno compimento nel rock blues più sanguigno.
Gli ospiti americani sottocitati ampliano la
cornice che contorna l’immagine di Strada.
Basta l’avvio per capire che siamo al cospetto di
una buonissima versione italiana del Boss, ed è proprio il brano iniziale, Headin’ Home - proposto con Jono Manson - quello che presento in
video a fine post, accattivante e rappresentativo dell’intero album.
Sono ben 15 le tracce
che compongono il disco, alcune delle quali da anni nel repertorio dell’autore,
riarrangiate nell’occasione e arricchite dalle partecipazioni internazionali,
con tre bouns tack: il tutto si traduce in circa 57 minuti di musica che
rispetta gli standard del genere, con parti ritmicamente e stilisticamente
molto rock - “Headin’ Home”, “Who’s Gonna
Drive”, “He Was Magical”, “You’ve Killed All My Heroes” e “Ain’t Gonna Get Up”- affiancate a ballad
tradizionali -“I’m Laughing”, “Dust And Blood”, “Free Through The Wind”- e a momenti intimistici molto coinvolgenti -
“Promises”, “Dust And Blood”.
Citazione a parte per “In The
Fog”, dove l’introduzione di mandolino e fisarmonica caratterizzano il
brano fornendo immagini geografiche ben precise.
Con “Johnny & Jane” ci si tuffa nel soul
e nei locali newyorkesi, tra virtuosismo e allegria.
La perla è a mio
giudizio “Christmas In Maghreb”, una
canzone sufficientemente trasversale, tanto da poter interessare ogni tipo di
fruitore della musica.
La voce di John Strada è graffiante il giusto, così come la sua chitarra è avvezza ai licks che hanno fatto storia, e viene da pensare che il luogo in cui doveva nascere è un altro, un posto lontano, dove il seme del rock non si compra, ma si eredita.
La voce di John Strada è graffiante il giusto, così come la sua chitarra è avvezza ai licks che hanno fatto storia, e viene da pensare che il luogo in cui doveva nascere è un altro, un posto lontano, dove il seme del rock non si compra, ma si eredita.
Una bella sorpresa “Mogrel”,
una piacevole conoscenza quella di John
Strada, capace di realizzare un disco… internazionale.
Dal comunicato
ufficiale…
Tutte
le canzoni sono state scritte da John Strada e arrangiate insieme alla sua
inseparabile band: The Wild Innocents. Alle registrazione hanno partecipato
alcuni ospiti americani molto rispettati tra gli amanti del rock e del roots,
da Bocephus King, artista canadese vincitore nella categoria stranieri del
Premio Tenco 2015 e Micheal McDermott, popolare songwriter di Chicago, James Maddock
da New York, co-autore di “Promises”, e Jono Manson, che duetta con John Strada
in “Headin’ Home”.
Tracklist:
1. Headin’ Home feat Jono Manson
2. Who’s Gonna Drive
3. He Was Magical
4. Promises feat James Maddock
5. You’ve Killed All My Heroes
6. Ain’t Gonna Get Up
7. I’m Laughing feat Michael McDermott
8. Dust And Blood
9. Johnny & Jane feat Bocephus King
10. In The Fog
11. Free Through The Wind
12. Christmas In Maghreb
13. The Mistletoe’s Burning (Bonus Track)
14. Here I Am (Bonus Track)
15. Walking On Quicksand (Bonus Track)
Link:
Biografia
John Strada è nato in una singolare borgata al
crocicchio fra le province di Bologna, Ferrara e Modena.
Negli anni ’90 escono i primi suoi due LP: “Senza
Tregua” e “Cavalli Selvaggi”. In seguito si trasferisce per qualche mese a New
York dove frequenta la scena musicale del Greenwich Village e si esibisce
da solo unplugged al mitico Rock’n’roll café di Bleeker Street. Successivamente
si trasferisce per tre anni a Londra e comincia a suonare in vari club della
città. Continua a scrivere musica e a registrare canzoni con diversi musicisti.
Torna in Italia e fa uscire il terzo cd “Pezzi Di
Vita” che contiene tredici canzoni inedite, ovviamente scritte da lui.
La vera forza di John Strada però scaturisce nei
concerti dal vivo. Le sue canzoni vengono caricate di un’energia nuova e
pulsante. La band riesce a mantenere lo spirito del rock più viscerale e il
calore del soul più intenso. I concerti vengono spesso arricchiti anche con
varie cover che variano a seconda dell’atmosfera della serata. Questi ragazzi
si sono esibiti su vari palchi italiani fra i quali, il Gilgamesh di Torino, il
Naima Club di Forlì dove hanno aperto il concerto della mitica band irlandese
The Commitments e successivamente, dei Jefferson Airplane e di Southside Johnny
and the Asbury Jukes. In seguito, John e la sua band vengono invitati a suonare
a Londra per un concerto al O’Neals Pub di Kings Cross. Il concerto è stato
recensito anche su Italians, rubrica curata da Beppe Severgnini sul Corriere
della Sera.
Nell’estate del 2004 è uscito “Ho voglia di…” un EP
con quattro canzoni presentato alla finale del Bologna Music Festival ripreso
da MTV.
In John convivono un’anima rock e un’anima acustica
e comincia a suonare anche in trio (chitarra, fisarmonica e mandolino) e
comincia un tour per i teatri e piccoli locali. L’esperienza del trio influenza
molto la composizione dei nuovi brani, tanto che John maturerà un album di
canzoni nuove completamente acustiche.
Nel 2008 esce “Dalla Periferia dell’Anima”, cd
realizzato in studio con l’Acoustic Sound Machine, una band a 8 elementi fra i
quali il chitarrista brasiliano Nelson Machado. Le canzoni trattano temi molto
intensi, come il forte disagio giovanile, la meschinità dell’uomo, la tragedia
di immigrati trattati come schiavi, le difficoltà di una società che sta
cambiando ma non riesce ad accettarlo.
In realtà non si tratta solo di un cd musicale, ma
di un progetto più ambizioso: un tentativo di unire musica, letteratura e
pittura. Il libretto interno contiene 10 racconti scritti dallo scrittore
bolognese Gianluca Morozzi che riprendono i testi di John e 10 foto dipinte del
fotografo/pittore Andrea Samaritani (Espresso, Qui touring, ecc.) che
arricchiscono l’espressività dalle canzoni.
Nel Novembre 2010 è uscito su il DVD che ritrae una
di quelle magiche serate: “Live dalla periferia dell’Anima” e continua il tour
nei teatri, locali, e in versione ridotta (trio), scuole e biblioteche. Nel
2011 John imbraccia ancora una volta la chitarra elettrica e registra “Live in
Rock’a” ed in seguito il gruppo è stato invitato a suonare all’Hard Rock Cafè
di Firenze per il concerto finale di una settimana che il popolare ristorante
americano ha dedicato a Bruce Springsteen. John inoltre è tornato ad esibirsi a
New York nel 2013, ospite del grande James Maddock. Le registrazioni di
“Meticcio” sono durate quasi un anno E L’ALBUM è USCITO NEL 2014.
E’ del novembre 2016 il rilascio del primo album in
inglese, “Mongrel”.