electric guitar duo
Maledetti
[Area Music]
8 tracce | 52:34
Musicamorfosi (distr.
Egea)
L’ascolto di Maledetti
(Area Music), di Enrico Merlin
e Valerio
Scrignoli, mi ha condotto al passato, alle origini, perché l’impulso
irrefrenabile è stato quello di riascoltare la fonte. Chiarisco, non c’era la
necessità di produrre esercizio di paragone, ma il materiale genericamente stimolante
- e quindi non solo la musica - spinge spesso verso un effetto domino che porta
a ricerche non necessariamente includenti un obiettivo chiaro.
Aggiungo: pesare la musica degli AREA di Demetrio Stratos - il vocalist per eccellenza - cercando poi connessioni con un duo strumentale, parrebbe un ossimoro.
Eppure il legame c’è, voce o non
voce.
Chiunque abbia conosciuto la
musica degli AREA - e chiunque abbia ben chiaro chi sia stato Stratos - sa bene
che la libertà, la sperimentazione e il coraggio siano stati elementi
imprescindibili all’interno del loro credo musicale, tanto che è sempre
risultato difficile dare una collocazione alla band - ammesso che sia utile e
intelligente -, che per comodità è sempre stata inserita nel filone prog -
tendente al jazz -, un genere che ha sempre permesso di racchiudere e miscelare le varie
forme musicali esistenti.
Ed ecco il fil rouge che unisce due
progetti temporalmente molto lontani tra loro: l’esagerazione sperimentale di
una band seminale, uguale a nessun altra, e un’altrettanta ridondanza musicale,
aiutata dai tempi moderni, dalla tecnologia, ma uguale nello spirito.
Mi ha colpito la chiosa di Max
Carbone inserita nell’art work: “No
celebrazioni sterili, basta dialoghi con gli assenti…”.
I “dialoghi con gli assenti” sono quelli che emergono ad ogni angolo
quando si parla, soprattutto, di Demetrio, descrivendolo come l’esempio
positivo, il mito, l’irraggiungibile: fatto comprensibile, spontaneo e dovuto.
Ma quello che il duo di chitarristi
propone in questo album non è celebrazione, non è tributo, non è
coverizzazione, ma piuttosto la presa in carico di materiale di estrema qualità,
avendo come obiettivo la manipolazione dei suoni originali con l’intento di
dare nuova anima, meglio dire una seconda anima, fornendo così un altro punto
di vista, perché la musica regala sempre nuove possibilità.
Enrico Merlin e Valerio Scrignoli sono musicisti talentuosi, virtuosi dello strumento, ma non è esercizio di bravura quello che propongono, piuttosto una… nuova esposizione!
La scelta degli otto brani è
dettata certamente dal cuore - pezzi che hanno lasciato il segno - ma anche
dalla predisposizione degli stessi ad essere plasmati e rivisitati.
Gli album da cui si attinge sono
quindi di epoche diverse tra loro, e a sottolineare l’assoluta voglia di
distacco dal passato il fatto che tre tracce provengano dall’album “1978 gli dei se ne vanno, gli arrabbiati
restano!” (Hommage à Violette Nozières, Vodka Cola e
Il bandito del deserto), del 1978, realizzato senza Paolo Tofani
e la sua storica chitarra, strumento con cui Meriln e Scrignoli, al contrario, costruiscono
questo album.
Due brani sono tratti da Crac!
(La mela di Odessa
e L’elefante bianco), disco del 1975, uno da Maledetti (maudits), del ‘76 - l’iniziale
Evaporazione - mentre
appare d’obbligo l’esposizione con “trattamento” di Cometa Rossa - da Caution Radiation Area, del ’74 - e Luglio, agosto, settembre (nero), dal
primo lavoro, Arbeit macht frei, del
1973.
Tutto questo solo per la cronaca, perché l’ascolto
del disco regala continue sorprese che penso possano arrivare ad un pubblico
sufficientemente traversale: quello intellettualoide, affascinato dalla musica contemporanea, ma soprattutto quello che ama
essere attraversato da nuovi suoni e dalla loro bellezza; non mancheranno poi
gli attenti lettori della relatività musicale, quel teorema, forse non scritto,
che permette a chi crea di fornire particolari e differenti chiavi di lettura ad ogni
successivo passaggio, stato che può tranquillamente valere anche per il mero fruitore
di tale musica, una situazione di piena osmosi ritmico-sonora che appaga un po’ tutti gli attori, chi realizza
e chi ascolta.
Un disco non facile Maledetti (Area Music), bisognoso di ascolti successivi per una piena
assimilazione, ma una chicca musicale da consigliare a chi cerca un nuovo lato
di una figura geometrica solo apparentemente conosciuta.
Maledetti
[Area Music]:
1. Evaporazione
2. La Mela di Odessa [1920]
3. Cometa Rossa
4. Hommage à Violette Nozières
5. L'Elefante Bianco
6. Luglio, agosto, settembre (nero)
7. Vodka Cola
8. Il Bandito del deserto
Enrico Merlin, Valerio Scrignoli: electric guitars
Un po’ di bio…
Enrico Merlin (1964)
è una delle figure più poliedriche del panorama chitarristico internazionale.
Strumentista, scrittore, divulgatore, docente e direttore artistico, è noto per
lo spirito non convenzionale dei suoi progetti (dalle produzioni soliste a
collettivi come Molester sMiles e Frank Sinapsi), dei suoi saggi (in
particolare Miles Davis), dei suoi lavori per il teatro.
Valerio Scrignoli (1960) è attivo dagli anni '80: chitarrista di estrazione jazz ma
partecipe e appassionato in progetti "di confine", dagli anni '90 è
una personalità presente nei principali festival jazz italiani ed europei. Tra
le sue collaborazioni, spiccano quelle con Giulio Martino, Carlo Nicita e
soprattutto Giovanni Falzone, con il quale ha lavorato in Around Jimi, Led
Zeppelin Suite, Requiem Around Requiem e Rossini
Barbiere.
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