martedì 6 ottobre 2015

Rosanna Maiocchi ci parla di Riki

Fotografia di Bruno Vescovi

Il recente evento dedicato alla memoria dei Trip scomparsi - Joe Vescovi, Billy Gray e Wegg Andersen - realizzato nel mese di settembre a Cisano sul Neva, mi ha permesso di vivere un incontro significativo, che ha dato valore aggiunto alla serata.
Musica, mostre, memorabilia, hanno consentito a personaggi ancora attivi nel mondo musicale di incontrarsi nel luogo più consono, il paese situato nell’entroterra di Albenga, che agli inizi dei seventies fu il punto di ritrovo di una delle band più importanti nel panorama musicale italiano, quei Trip di cui gli amanti del genere prog ricordano la discografia e le line up relative, ma forse non tutti sanno che il seme fu gettato da… Riki Maiocchi, molto famoso in quel periodo di passaggio dal Beat al Prog Rock, precursore di moda e modi, toccato da quell’inglesità che in quei giorni lasciava il segno.

Nei miei ricordi di adolescente Maiocchi significa soprattutto Camaleonti e brani personali indimenticabili, ma rivedere le sue fotografie accanto a Jimi Hendrix e a Marianne Faithfull mi ha riportato indietro nel tempo, quando la giovane età mi imediva di muovermi liberamente, ma ero tremendamente attratto dai pantaloni scampanati, dai capelli lunghi a caschetto, dagli stivaletti con gli elastici laterali e dalle giacche strette col colletto alla coreana.
E mentre mi aggiravo per la mostra ecco apparire Shel Shapiro… accidenti… un vero passo indietro di svariati lustri!
Non è di lui che voglio parlare, ma piuttosto di una dolce signora, partita da Milano per non perdere l’occasione della celebrazione, probabilmente lontana dai “giri musicali”, ma felice del ricordo e dell’affetto dimostrato da tutti verso il suo Riki.

Lei è Rosanna Mandrà Maiocchi, e per una vita ha condiviso col marito gioie e dolori di un percorso non sempre felice.
Sul palco si commuove, mentre Pino Sinnone la introduce:


Ho provato a chiederle elementi oggettivi della storia di Riki Maiocchi: chi meglio di lei può contribuire a mantenerne vivo il ricordo!?


Ecco cosa mi ha raccontato…

Vorrei partire dall’evento che ci ha fatto conoscere, il Joe Vescovi Day, sottolineando l’affetto che le persone ti hanno dimostrato, riflesso della riconoscenza verso Riki: ti ha sorpreso tutto questo? Come ti è sembrato questo ambiente … di pazzi?
                                                                                                
Sì, mi ha sorpreso e commosso nel vedere che Riki è ancora vivo nel ricordo di tante persone che  l’hanno conosciuto e apprezzato; no, non mi è sembrato un ambiente di pazzi, al contrario l’ho trovato molto umano e molto partecipe emotivamente all’evento.

Riki aveva fondato i Trip, anche se era più famoso per altre sue azioni: che posto avevano nel suo cuore?

I Trip da lui fondati avevano un posto molto importante nel suo cuore: era orgogliosissimo, aveva visto giusto, e come al solito troppo in anticipo sui tempi.

Guardando la mostra fotografica sono rimasto colpito da alcuni abbinamenti: Riki e Marianne Faithfull, Riki e Jimi Hendrix: come ha vissuto Riki la “Swinging London”?

Riki aveva vissuto bene la Swinging London, e proprio a Londra si recava spesso anche con il suo amico Roberto Bassanini, futuro marito di Cinthya Lennon, che era molto ben introdotto in quell’ambiente.


Fotografia di Bruno Vescovi

Come definiresti l’arte di Riki Maiocchi… il suo ruolo all’interno del panorama italiano?

Riki è stato un precursore che andava al di la del provincialismo dell’epoca; andò a Londra proprio alla ricerca di talenti che avevano qualche cosa da esprimere: il fatto stesso che lui abbia scoperto e portato in Italia Ritchie Blackmore e compagni dimostra la sua lungimiranza.

Il suo attivismo musicale finì relativamente presto: scelta personale o… il mondo stava diventando troppo complicato?

Non fu una scelta personale, ma fu a causa di un susseguirsi di sfortunate vicende, e visto che Riki era un personaggio scomodo in quanto estremamente franco e innovativo, alla prima occasione dove nacque la possibilità di frapporre degli ostacoli allo sviluppo della sua carriera, l’ambiente  approfittò di queste circostanze negative. E’ noto che tutto ciò che è nuovo, non conosciuto, sconvolge, scompiglia, scombussola!

Qual è stato, secondo te, il suo rimpianto più grande?

Quello di non essere rimasto a Londra, come ricorda anche nella sua ultima incisione autobiografica, Rock N’Roll, perché di sicuro a Londra o a San Francisco l’avrebbero  capito meglio.

Secondo la tua esperienza, può esistere l’amicizia nel mondo della musica? Aveva amici sinceri Riki?

E’ molto difficile in questo ambiente avere veri amici, come nella vita d’altronde, perché è un ambiente molto narcisistico, dove conta solo l’apparire e dove chi ha talento da esprimere viene visto come il potenziale competitore che può offuscare il prossimo.

Come considerava Riki la sua apparizione al Festival di Sanremo… una tappa che fa curriculum o un’esperienza davvero importante?

Fu solo un’imposizione della casa discografica.

E’ stato un buon compagno di vita il tuo Riki?

Sì, é stato un ottimo compagno di vita.

Sereno, felice, rancoroso, deluso, appagato, arrabbiato… ho messo giù un po’ di aggettivi a caso: ce n’è qualcuno che puoi associare a Riki, che potrebbe caratterizzare l’ultima parte della sua vita?

Era sereno. Volutamente si tenne sempre fuori dal giro delle operazioni di revival degli anni ’80, per non apparire patetico, cosa che detestava profondamente perché contrario al metodo, non coerente con il suo modo di essere.