lunedì 25 novembre 2013

DarkUpside-Taste of Unknown


Arrivano da Genova i DarkUpside, giovani, ma con una buona esperienza alle spalle, anche se la loro costituzione in gruppo risale al 2011. In breve tempo trovano le giuste idee e il corretto amalgama, che passa  - anche -  attraverso un’evoluzione della formazione (da quattro elementi a tre), che porta a suddividere diversamente i compiti e a riproporzionare le singole responsabilità. Si arriva quindi al primo vero album  - dopo un demo - dal titolo A Taste of Unknown - che prevede comunque la partecipazione dosata del cantante originario, Luca Asfalto.
Trattasi di album concettuale, cosa di per sé usuale in certi contesti, ma meno frequente in un’area che genericamente definirei “metallica”. E tutto questo rappresenta una buona novità. E’ bene capire come certe filosofie siano spesso solo pretesti che, utilizzando mode o stereotipi, creano il giusto alone di presentazione, e così si può arrivare a pianificare a tavolino un album concettuale che, tra mitologia e books contemporanei, troverà un’ampia gamma di stimoli e segnali pronti per essere trattati e manipolati, si spera, con adeguata competenza. Stop.
A Taste of Unknown, mi appare al contrario qualcosa di estremamente serio e personalmente mi affascina l’argomento. Le tracce proposte simboleggiano i vari passaggi che codificano un NDE (Near Death Experiences), ovvero un’esperienza pre morte, quella sorta di viaggio andata e ritorno raccontato da milioni di persone che, dopo essere state ad un passo dalla completa definizione di stato, ritornano in vita, con iniziale delusione, perché il “tocco di sconosciuto”  provato ha lasciato un segno positivo ed indelebile.
Musicare una serie di sensazioni che accompagnano step by step un simile viaggio ha a che fare con la ricerca dell’espressione totalitaria, mettendo la musica che si ama al servizio di percorsi e idee personali - inutile sottolineare che spesso il confezionamento a tavolino si sintetizza in forzature di scarsa qualità - utilizzando argomentazioni che oscillano tra religione e morale, tra materia e spirito, tra orizzontale e verticale, come direbbe Battiato.
E in questo intenso -  e corto - viaggio verso spazi e tempi dilatati - che la musica ci permette di ripetere più volte - si lascia sempre aperta la porta della speranza, felici di essere ancora su questa terra, ma sollevati al pensiero che, davvero, tutto avrà un senso, in un’altra dimensione.
Diego Cazzaniga, Davide Incorvaia e Davide Di Marco presentano una musica che a dispetto  dell’aggettivo “metallica”, da me utilizzato in precedenza, miscela esperienze e gusti differenti, unendo la durezza del power trio a melodie e trame oniriche, pescando nell’area progressiva, tra tempi dispari e organizzazioni armoniche che determinano una difficile collocazione in una delle caselle di genere conosciute, ed è questa una testimonianza di originalità che lascia ben sperare per la continuazione del progetto in corso.
Non resta che leggere il loro pensiero e ascoltare un po’ di musica, in attesa di un concerto dal vivo, per poter toccare con mano l’impatto sul pubblico.


L’INTERVISTA

La storia dei DarkUpside è recente ma intensa: possibile sintetizzare due anni di vita in poche righe?

Esattamente, breve ma già intensa!  I DarkUpside nascono come quartetto a fine 2010 dalle ceneri degli Zembus, band prog metal genovese. Nel giro di pochi mesi è già pronta una demo di 4 tracce intitolata semplicemente “Demo 2011”.  Dopo solo circa 9 mesi di attività, il singer Luca Asfalto (che figurerà come ospite nell’album di debutto “A Taste of Unknown”) decide di lasciare la band, che inizia immediatamente a cercare una nuova voce.  A seguito di prove con alcuni cantanti, non essendo giunta ad alcuna decisione definitiva, la band si fa una domanda: perché non continuare come trio? La voglia di cimentarsi nella nuova avventura “vocale” del chitarrista Diego Cazzaniga prevale; dunque, dopo circa un anno di assestamento della nuova line-up, i DU entrano in studio per registrare il primo full-length, disponibile da ottobre 2013.

 Qual è il vostro background musicale e... come è nata la vostra passione?

Nessuno di noi è un musicista professionista, ma tutti e tre abbiamo cominciato a suonare verso i 18-20 anni (ora, ahinoi, siamo tutti ultra-trentenni). È difficile spiegare come nasca la passione per la musica o per uno strumento: semplicemente, credo che scatti quella “scintilla” che ti fa emozionare all’ascolto di un album o di un brano in particolare e che ti porta, quasi senza accorgertene, in qualche cantina a strimpellare con altri “innamorati” come te. A me, ad esempio, è successo ascoltando un certo “Images and Words”…

 Esistono band o artisti che potete considerare vostri punti di riferimento?

La passione che accumuna tutti e tre i membri del gruppo è, ovviamente, il metal: detto così sembra facile, ma ti assicuro che ognuno ha delle preferenze molto differenti dagli altri!  Sinteticamente, posso dire che i nostri riferimenti partono da un metal/rock melodico o progressivo fino ad arrivare al metal più estremo, ma senza dimenticare generi molto distanti come il funky o l’elettronica. Facendo dei nomi: Porcupine Tree, Alter Bridge, Faith No More, Fates Warning, Foo Fighters… come detto, gruppi molto variegati!

Non amo molto le catalogazioni e la suddivisione in generi, ma ne riconosco l'utilità: potete descrivere la vostra musica con un'etichetta e... qualcosa di più?

Condivido pienamente la mancanza di amore verso le catalogazioni, anche perché per noi è molto difficile descrivere la nostra musica, che è - a parer nostro - molto varia. Di solito, comunque, ci definiamo “alternative/progressive metal”: nei nostri brani si riconoscono infatti elementi progressivi, ma non intesi in modo tradizionale. Da qui l’aggettivo “alternative”, in riferimento anche alle sfumature di metal moderno e musica elettronica.

Veniamo all'album, “A Taste of Unknown”: che cosa rappresenta nel sentiero musicale che avete pensato di percorrere?

Potrei dire che puntiamo tutto su questo disco. Abbiamo cercato di curarlo fin nei minimi particolari per offrire un prodotto il più professionale possibile, anche grazie ad Andrea Torretta, ossia il “sound engineer” che ha curato tutto il processo di registrazioni, sino al master finale.

 Qual è l'anima del disco? Ha carattere concettuale?

In effetti “ATOU” è un concept album. Si tratta della narrazione di un’esperienza pre-morte a seguito di un incidente: numerose testimonianze da parte di chi ha sperimentato tale “viaggio” hanno permesso di identificare 9 passi, dalla perdita di conoscenza sino al risveglio e alla consapevolezza di aver vissuto qualcosa che può cambiare la propria vita. Ogni canzone, a parte l’intro “Waving steps”, rappresenta appunto uno di questi 9 momenti che scandiscono tale esperienza.

 Che importanza hanno per voi le liriche?

Per questo album in particolare direi fondamentale, vista la scelta di costruire un “concept”. In questo caso, è nata prima l’idea generale della storia, quindi abbiamo scritto i testi ispirandoci a tale tematica: è stato, per certi versi, più facile rispetto al creare un album composto da tracce indipendenti tra loro.  In generale, reputo le liriche molto importanti, perché permettono di esprimere e condividere le tue sensazioni più profonde.

 Parliamo un po' della produzione: che tipo di rapporto esiste con Andrea Torretta?

Conosciamo Andrea da molti anni: oltre ad essere un ottimo ingegnere del suono è un grande chitarrista, ed è proprio in quest’ultima veste che l’abbiamo conosciuto un po’ di anni fa (coi Daedalus, prog band genovese). Lavorando con lui per questo album, abbiamo avuto la conferma delle sue competenze musicali - davvero elevate! - oltre che, ovviamente, della sua grande disponibilità e passione.

 Avete pianificato una pubblicizzazione live di “A Taste of Unknown”?

Ovviamente siamo sempre alla ricerca di nuove possibilità di suonare dal vivo, ma purtroppo è molto difficile, soprattutto per una band che suona pezzi originali non proprio immediati per l’ascoltatore medio… Il 15 novembre scorso abbiamo presentato ufficialmente il disco all’Angelo Azzurro Club di Genova e per il 2014 abbiamo già qualche data fissata, ma esclusivamente in territorio genovese.

Provate ad esprimere un desiderio... realistico per l'immediato futuro?

Avere la possibilità di portare la nostra musica a chi ancora non ci conosce, magari anche fuori dall’Italia. Non è facile ma… ci proveremo!


BIOGRAFIA UFFICIALE

I DarkUpside nascono nel 2011 con l’intento di proporre un alternative metal con sfumatu- re progressive: sin dal primo demo di 4 brani è chiara l’intenzione di proporre qualcosa di leggermente diverso dagli stilemi del genere. All’esordio, la formazione è composta da quattro elementi, ma ben presto la band diventa un trio, trovando così il proprio equilibrio e il definitivo assetto: Diego Cazzaniga (chitarra, voce e programming), Davide Incorvaia (batteria e programming) e Davide Di Marco (basso e e voce). Attualmente i DarkUpside sono impegnati nell’attività di promozione e nella dimensione live, nella quale propongono il loro primo full-length “A Taste of Unknown” (2013) dove, parafrasando una celebre citazione cinematografica, danno il loro benvenuto nel “Dark Upside”. A Taste of Unknown, registrato e mixato presso lo studio di Andrea Torretta, è un “assaggio di ignoto”, Nove passi suddivisi nelle dieci tracce del full length che compongono il quadro di un concept particolare. Nove capitoli alternative/prog in cui si possono apprezzare le varie influenze della band (dai Porcupine Tree ai Foo Fighters, dai Rush ai Faith no More, dai Fates Warning agli Alter Bridge). A tale proposito i DarkUpside e l’ex singer Luca Asfalto sono stati selezionati con il brano Working Man per “Silent Echoes: A Tribute to Rush”, omaggio ai Rush uscito l’11 giugno 2012, dove partecipano le migliori tribute band al trio canadese provenienti da tutto il mondo.

LINE UP

Diego Cazzaniga-chitarra, voce e programming
Davide Incorvaia -batteria e programmino
Davide Di Marco-basso e voce

I DarkUpside sono presenti su tutti i principali social network: