Era il giugno 2009
quando in questo spazio presentavoLuca Olivierie il suo intenso
album “La QuartaDimensione”. Lo
incontro nuovamente in questi giorni per una piacevole chiacchierata dove si è
parlato di un presente ricco di soddisfazioni e di nuovi progetti per il
futuro.
(Fotografia diSimona De Virgilio)
Ciao Luca! Cosa ti è accaduto di
significativo nell’ultimo anno e mezzo?
Ciao Athos, bentrovato! Per un certo
periodo ho continuato la promozione de "La Quarta Dimensione", disco
che mi ha dato parecchie soddisfazioni in Italia e all'estero; successivamente
ho cercato di riordinare un po’ le idee, non solo musicali, così da trovare
nuovi stimoli e la voglia di ripartire. Ho voluto raccogliere alcuni spunti
compositivi in uno spazio/taccuino che racconti in tempo reale ciò che sto
combinando; il risultato, parziale e in continua evoluzione è disponibile a
questo link:
Cosa ti ha spinto alla ristampa di
“Trigenta”, il tuo primo album pubblicato nel 1996 e da tempo fuori catalogo?
Principalmente è stata la voglia di
rendere nuovamente disponibile un disco ormai introvabile e che, forse grazie
alla mia attività di tutti questi anni, mi veniva ancora richiesto. E poi è
stata la necessità di rimanere al passo con i tempi, distribuendo l’album sui
principali digital stores (al prezzo speciale di 5.99 Euro), così da poter
essere scaricato in pochi minuti, tendenza ormai consolidata nell'acquisto e
fruizione della musica.
A
pochi giorni dalla ristampa "Trigenta" si è piazzato nella classifica
dei dischi più scaricati su diversi portali di vendita online, tra l'altro
subito dietro a personaggi del calibro di Bon Jovi e Zucchero; come spieghi il
successo immediato di un disco strumentale come il tuo?
Credo sia un segno dei
tempi, negli ultimi anni non è più così strano trovare proposte strumentali che
raggiungono un pubblico più ampio. Un tempo c'era Pavarotti o il concerto di
Capodanno, ora ci sono Einaudi, Allevi, Bollani oppure interessanti musiche per
il cinema. Sicuramente vedere un nome poco conosciuto come il mio per otto
giorni consecutivi nella top ten della classifica di vendita on line di tutto
il circuito Mondadori fa un po’ effetto... un bell'effetto!
”Trigenta”
nasce come colonna sonora di uno spettacolo teatrale (Trigentagramma). Sempre
più spesso trovo nuovi artisti e band che non si accontentano della sola
proposta musicale ma tendono ad esprimersi attraverso arti differenti (pittura,
cinema, teatro), riunite in un unico obiettivo. Cosa pensi di questo tipo di
espressione più globale?
Trovo molto interessante questa
attitudine, unire diverse discipline è sempre stimolante, permette di allargare
le possibilità espressive. Nel mio piccolo ho cercato di approfondire questa
sinergia tra le arti, sia realizzando parecchia musica per il teatro che
partecipando alla sonorizzazione di pellicole del cinema muto degli anni Venti,
suonando dal vivo durante la proiezione. E finalmente anche le case
discografiche si sono accorte della multimedialità mettendo sul mercato dischi
che sempre più spesso comprendono anche dvd e contenuti interattivi.
Ho
scoperto qualche mese fa i Nichelodeon, gruppo con cui collabori da tempo. Se
fossi un discografico su quale dei tuoi “colleghi” punteresti oggi, non tanto
per un discorso di vendite quanto di qualità della proposta?
Punterei
su progetti coraggiosi e un po’ irriverenti proprio come i Nichelodeon, che non
hanno mai messo in discussione la loro purezza e coerenza artistica.
Un'attitudine che ho trovato anche in altre proposte recenti come ad esempio
gli Amor Fou, gruppo che amo molto.
Quanto
vale per te il “fattore tempo”, tema del tuo recente album "La Quarta
Dimensione", se applicato al tuo percorso musicale?
Il
tempo è tutto, è il diventare grandi, invecchiare, vedere le cose che cambiano
intorno e dentro di noi. Per "La Quarta Dimensione" volli proprio
descrivere il passare del tempo attraverso la mia musica, pensando a tutto il
disco come ad un concept dove ogni brano era creato e posizionato in scaletta
in funzione della storia che andavo raccontando. Se penso al tempo passato di
Luca Olivieri vedo una persona privilegiata che, nonostante molti sacrifici e
qualche delusione, è riuscito a fare ciò che più amava e continua ad amare...
Auguro a me stesso di vivere un futuro altrettanto ricco di stimoli e progetti
da portare a termine.
Cosa
potrebbe portarti, artisticamente parlando, il nuovo anno?
Spero
mi porti la possibilità di realizzare un nuovo disco con la consueta libertà
creativa; ho diverse idee da sviluppare, come sempre coinvolgendo anche diversi
amici musicisti sia in studio che poi dal vivo. Vedremo cosa succederà...