giovedì 28 agosto 2008

Pamela Des Barres


Ad inizio settimana ho pubblicato due post riguardanti libri letti in vacanza.

Oggi stravolgo la normale cronologia e ne propongo uno che... non ho ancora letto.

Ovviamente la proposta è rivolta anche a me.
Sto parlando di : Pamela Des Barres, “Sto con la band”.
Come ci sono arrivato?
Oltre ai libri a cui accennavo, ho portato in montagna DVD che non ero riuscito ancora a vedere.
Tra questi , due puntate del Roxy Bar di Red Ronny.
In una delle tante sezioni ho trovato l’intervista a questo personaggio conosciuto, a cui sono state dedicate pagine intere su un quotidiano nazionale.
Pamela Des Barres era una groupie e questa suo particolare stile di vita le ha permesso di conoscere , anche nell’intimo, stars incredibilmente note.
Dal suo racconto emerge il condensato di ciò che dovremmo trovare nel libro , e quello che colpisce i nostalgici dell’epoca, quale io sono, è il grado di vicinanza e di conoscenza di Pamela con dei veri e propri monumenti del rock, alcuni dei quali ormai scomparsi.
È ancora molto bella Pamela, ed il suo sorriso e la sua gentilezza spontanea non lasciano indifferenti.
E così , con estrema facilità racconta come anche Linda Mc Cartney fosse una groupie, pronta a qualsiasi cosa pur di sposare un Beatle;
Elenca le pazzie di Keith Moon, la vita a casa di Frank Zappa (produttore delle GTO’s, gruppo di Pamela )e molto altro.
In attesa di comprarmi il libro propongo un’intervista di Stefano Bianchi.

Confessioni di una Groupie



Le altre, al confronto, erano ragazzine in piena tempesta ormonale.
Marianne Faithfull, Cynthia Plaster Caster, Bebe Buell: pruriginose fans da una botta e via.
Perché la prima, vera groupie della storia del rock è stata lei, la losangelena Pamela Ann Miller, meglio conosciuta come Pamela Des Barres.
In un giorno infilzato negli Anni ’60, a Bel Air, vide Paul McCartney affacciarsi a una finestra. In quel preciso istante, Pamela capì di poter coronare il suo sogno: incontrare le stelle del rock, vivere con loro e come loro, dietro le quinte del palco e sotto le lenzuola.
Una missione. Un atto d’amore: pedinare i suoi idoli riuscendo ogni volta a farli invaghire di lei. Una Groupie con la maiuscola, non un’idiota “starfucker”.
Pamela Des Barres, geisha del Flower Power, sapeva amare con tutta se stessa.
In cambio, chiedeva rispetto e un piccolo spazio fra le leggende rockettare.
Jim Morrison, Mick Jagger, Jimmy Page, Noel Redding, Keith Moon.
Sono solo alcuni fra i tanti nomi illustri concupiti dalla disponibile, premurosa groupie.
E uno sposato nel '77 e poi lasciato nel '91: Michael Des Barres dei Silverhead.
E una pattuglia di artisti con cui Pam è rimasta grande amica: dall'ex Led Zeppelin Robert Plant a Ray Davies dei Kinks, fino a Captain Beefheart.
Raccontati all'epoca dell'amore libero in "Sto con la band", diario di sex & rock'n'roll pubblicato in America nel 1987 e ora uscito in Italia.
«Volevo stare vicina a quegli uomini che mi facevano sentire così maledettamente bene, e niente me lo avrebbe impedito. Volevo trattare… bene una rockstar», scrive Pamela nel “preludio” del libro.
Sembra quasi trattenere il fiato, prima di narrare per filo e per segno “quell’estatica alchimia che era nell’aria”.

Com’è nata l’idea di "Sto con la band?"
«Quando mi sono trovata nel posto giusto e al momento giusto. Cioè in California, negli Anni ’60 della massima esplosione rock. Tenevo già un diario. Lo aggiornavo da quando avevo 9 anni ed ero certa che un giorno o l’altro avrei comunicato al mondo le mie esperienze di vita».

Cosa significa “groupie”: attitudine? Status symbol? Marchio indelebile del rock & roll?
«Groupie è una donna che ama talmente tanto la musica da voler innescare un rapporto ravvicinato con chi la crea. Augurandosi, in qualche modo, di poterlo ispirare. Quand’ero una teenager sognavo di vivere accanto alle rockstars. E se oggi mi reputo una persona creativa e una scrittrice di un certo successo, lo devo ai geniali musicisti che ho avuto la fortuna di frequentare e che mi hanno fatto crescere. In tutti i sensi ».

Le groupies, oggi, hanno un senso o sono inutili?
«Sono sempre importanti. Gli artisti le vogliono ancora accanto. Ne hanno bisogno, in fondo».

Quali sono gli ingredienti (o i segreti) per essere un’autentica groupie?
«La passione per il rock. E prendersi cura di chi vuoi seguire: dentro e fuori dalle scene».

Cos’è la musica?
«Amore per Bob Dylan, scoprire nuove bands, essere appassionata di country music dal 1969, quando fu Gram Parsons a farmela scoprire».

Ricordando le stelle del rock che hai incontrato e amato, quale è stata la più amichevole?
«Mick Jagger. Amabile. E autoconsapevole».

E la più anticonformista?
«Keith Moon, il batterista degli Who».

Sei ancora in contatto con musicisti di quell’epoca?
«Certo. Fino a prova contraria gran parte di loro è ancora viva e vegeta!».

Ti interessano sempre i concerti? Ti infili ancora nel backstage?
«Certe abitudini non si perdono mai».

Che differenza c’è fra i “dietro le quinte” di oggi e del passato?
«Oggi c’è più controllo. Più consapevolezza. Anni fa era tutto più istintivo, selvaggio, fuori dagli schemi. D’altronde, i Sixties hanno scandito l’amore libero …».

Con chi avresti voluto fare l’amore, ma non ci sei riuscita?
«Con Jimi Hendrix. Ma ero una timida sedicenne… E con Elvis Presley. Il mio mito. Mi invitò a casa sua e rifiutai. Per poi pentirmene ».

Il tuo partner ideale?
«È il mio compagno di vita: il country singer Mike Stinson. Cercatelo su www.mikestinson.net . E se volete ascoltare una delle canzoni che ha scritto per me, cliccate www.myspace.com/therealmisspamela ».

Mi racconti dell’esperienza musicale nelle GTO’s?
«La sigla stava per Girls Together Outrageously. Eravamo un gruppo di danzatrici che si esibivano per i gruppi più in voga, alla fine degli Anni ’60, in giro per la California. Dopo avere incontrato Frank Zappa e ballato per le Mothers Of Invention, fu lui stesso a farci incidere e a produrci l’album Permanent Damage, pieno di storie sulle nostre vite selvagge, ambientate a Laurel Canyon e sul Sunset Strip».

Ricordi i primi dischi che hai acquistato?
«Come fosse oggi: Great Balls Of Fire di Jerry Lee Lewis, Jailhouse Rock e Treat Me Nice di Elvis Presley».

La band e il cantautore che preferisci in assoluto?
«Flying Burrito Brothers e Bob Dylan».

Ti capita ancora di incontrare Captain Beefheart?
«Sono rimasta più che altro in contatto con suo cugino, Victor Hayden, in arte The Maskara Snake. Posso comunque dirti che Captain Beefheart si è rivelato molto importante nella storia del rock per aver superato i confini musicali creando nuovi suoni che ancora oggi possono insegnare parecchio, dal punto di vista tecnico e creativo».

Cosa ricordi di 200 Motels, il film di Frank Zappa a cui partecipasti nel ‘71?
«Il fatto che Frank avesse fiducia in me. E l’avere incontrato sul set Ringo Starr e Keith Moon».

Hai sposato Michael Des Barres, frontman dei Silverhead. Correvano gli Anni ‘70 del glam rock…
«La trasgressione ai massimi livelli: David Bowie e T. Rex da una parte, Iggy Pop e New York Dolls dall’altra. Indossavo biancheria intima e giarrettiere, molto prima che lo facesse Madonna».

Immagina di essere ancora una groupie. Per quale band o solista?
«Ryan Adams, Rhett Miller and The Old 97’s, Prince, Todd Snider. Bob Dylan per tutta la vita. Anche se sta invecchiando».





Le ultime parole famose:
"Il Sole non gira attorno alla Terra? Folle, eretico, assurdo e falso". (Il Tribunale dell'Inquisizione contro Copernico e Galileo, 1616)

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