lunedì 22 aprile 2024

MINDLIGHT-N.A.M.I.


 

MINDLIGHT-N.A.M.I.

Elevate Records

 

La fase embrionale dei savonesi MINDLIGHT risale a moltissimi anni fa, quando uno sparuto nucleo di giovani si tuffa su composizioni inedite strumentali che sfoceranno nel primo demo autoprodotto.

Per conoscere qualche dettaglio in più sull’evoluzione della band è sufficiente cliccare sul link a seguire, dove si potrà leggere la biografia ufficiale e ascoltare/guardare il video relativo all’album uscito lo scorso novembre, “N.A.M.I.”, loro primo lavoro…

https://mat2020.blogspot.com/2024/04/un-po-di-storia-dei-mindlight.html

La domanda che nasce spontanea quando ci si avvicina ad un gruppo che propone un “lavoro primo” riguarda il genere proposto, perché anche se si combatte spesso la necessità di abbattere le comuni etichettature, avere qualche indicazione tratta dal manuale dell’ortodossia musicale può indirizzare le scelte d’ascolto, anche se facilmente alimenterà la ritrosia nei confronti del “non conosciuto” da parte dei tanti “maestri del pregiudizio”.

Mi permetto di utilizzare un termine di riferimento tra quelli noti perché è quello autodichiarato, e si rifà alla musica metal con venature prog, ovvero il Progressive Metal.

È questo uno di quei casi azzeccati, in cui la definizione si sposa alla perfezione con quanto si andrà ad ascoltare, ma… immaginiamo (è auspicabile) un approccio casuale di un lettore casuale, di un’età casuale, di una formazione musicale casuale… come fargli capire a cosa sta per andare incontro?

Il prog metal fonde l'heavy metal con il progressive rock, e mentre è facile accettare lo sgomento davanti al termine “prog”, credo che il concetto di “metal” sia più alla portata di tutti, perché il solo evocarlo conduce ad una certa aggressività, a volumi importanti e al predominio elettrico-chitarristico.  La musica progressiva propone caratteristiche molto diverse che attingono ad un repertorio talvolta classico, sicuramente complesso nella sua costruzione.

Non sto divagando, mentre proseguo la mia improbabile opera didattica e didascalica nella mente ho l’album “N.A.M.I.”, che ho appena ascoltato tre volte (il mio tempo minimo per rilasciare un commento), e al cui interno ho ritrovato in pieno la magnificenza e la difficoltà di costruzione di un disco che sintetizza i due importanti filoni musicali.

Il primo lavoro dei MINDLIGHT presenta una decisa complessità strumentale e compositiva, con strutture non convenzionali, assoli elaborati, predisposizione alla contaminazione e ritmi composti che caratterizzano da sempre il lavoro di Luca Grosso.

Emerge quindi l’abilità dei componenti il gruppo sullo strumento di riferimento, con sfoggio di virtuosismo ma inserito in un contesto gruppale che appare molto più difficoltoso da realizzare rispetto alle magie personali.

In questi casi è davvero complesso immaginare il messaggio nascosto tra le pieghe delle liriche - peraltro in lingua inglese -, ovvero se esista una concettualità nell’iter costruttivo o se ogni brano abbia vita a sé stante.

È venuto in mio soccorso il frontman Davide Garbarino a cui ho chiesto lumi sui testi proposti dalla band, ed è emerso un grande impegno anche da quel punto di vista. Questo il suo racconto…

In un futuro non troppo lontano, un'associazione medico/scientifica internazionale scopre di riuscire ad ottenere la modifica cellulare del corpo umano semplicemente attraverso la combinazione di una serie di parole. Dalla rigenerazione dei tessuti all'eliminazione delle malattie neurodegenerative, dalla crescita muscolare allo sviluppo intellettivo: sembra che ogni “difetto” della macchina umana possa essere finalmente debellato e allo stesso tempo si possa applicare ogni tipo di miglioramento... al costo, però, della totale cancellazione della sfera emotiva dalle proprie cellule cerebrali: viene così presentato al mondo il progetto N.A.M.I., acronimo di “Naturally Automized Man-like Individuals”.

Il protagonista della storia, sottopostosi volontariamente all'esperienza di deumanizzazione in quanto malato terminale, nota che il suo corpo è collegato tramite tubi di silicone ad una struttura in vetro e metallo e, successivamente, al cuore di una ragazza la quale sembra dormire all'interno della stessa: si tratta di Nami, la figlia del boss dell’organizzazione, nata senza cuore e ricettacolo di tutte le emozioni sottratte ai pazienti al fine di consentirne la sopravvivenza.

All’avvio del processo, la ragazza apre gli occhi e incrocia lo sguardo del protagonista: un lampo multicolore, e il buio.

Al risveglio, gli viene rivelato lo scopo secondario di questo processo: creare l'esercito perfetto, composto interamente da individui privati di ogni scrupolo, in vista di un golpe su scala mondiale.

Col passare del tempo, però, il protagonista sente crescere dentro di sé una inaspettata sensazione di disagio che lo porta a farsi delle domande e a dubitare della buona riuscita dell’esperimento: andando più a fondo, realizza che proprio lo scambio di sguardi con Nami ha (ri)creato in lui il sentimento dell’amore, senza andare però a compromettere la totale remissione della malattia.

La copertina del CD sta a rappresentare l’ultima scena narrata nella trilogia, ovvero il nostro eroe che si appresta a tornare alla libertà e ad affrontare la luce di un nuovo giorno.

Nove tracce, cinquantaquattro minuti di sonorità aspre e ritmicamente esasperate - che lasciano presagire live coinvolgenti -, conditi da tocchi virtuosistici e pennellate di elegante rock classicheggiante, con una ballad centrale il cui titolo - Let The Roses Bloom - e la conduzione “morbida” indirizzano verso una strada opposta al reale contenuto, trattandosi delle ultime parole di un omicida rivolte alla propria vittima.

Ottimo album che consiglio agli amanti del genere e che è possibile ascoltare cliccando sui titoli a seguire…

 

Tracce (cliccare sul titolo per ascoltare) 

1. Into The Mindlight

2. The Hero

3. The Day Forever Ends

4. Hyperactivity

5. Let The Roses Bloom

6. Fly

7. N.A.M.I.

8. My Last Midnight

9. One More Day

 

Formazione 

Roberto Vernazza (chitarra ritmica)

Martino Bolla (tastiere)

Neil Carlevaro (basso)

Giulio Smeragliuolo (chitarra solista)

Luca Grosso (batteria)

Davide Garbarino (voce)

 

https://www.facebook.com/mindlightprogmetal