ALIAS - “The Second Sun”
già pubblicato su MAT2020 di febbraio
ALIAS è un progetto che prende vita a Napoli e la collocazione
geografica appare necessaria per inquadrare la tipicità della loro musica,
autodefinita World-Prog, il che porta immediatamente a pensare ad un amore per
il mondo sonoro progressivo che va ad unirsi al DNA mediterraneo: non è un caso
che tre dei componenti la band siano fondatori dell’Orchestra Multietnica
Mediterranea.
Ciò che riescono a realizzare in questo album è
incredibilmente coinvolgente e risulta motivante realizzare che in mezzo a
tanta mediocrità musicale possano nascere idee così fresche e godibili.
La novità di cui parlo risiede nella sintesi tra
l’istituzionalità del prog e le radici tipicizzanti di un territorio specifico,
esperimenti non certo nuovi, ma in questo caso il paradigma che emerge non
riguarda un episodio singolo od un accenno tra le righe, ma tutto l’album è
votato alla saldatura di esperienze formative e amori di una vita, come
specificato dalla band:
“Il progetto nasce da una passione comune per la musica di gruppi come King Crimson, Gentle Giant, Pink Floyd, Led Zeppelin, Tangerine Dream, fino al minimalismo di Terry Riley, che sfociano in composizioni originali nelle quali si amalgamano elementi di musica rock e ritmi del sud del mondo.”
Vediamo i componenti della squadra:
Romilda Bocchetti - voce, pianoforte
e tastiere, darbuka;
Giovanni Guarrera - chitarra classica
e cori;
Ezio Felaco - basso;
Fredy Malfi - batteria
Parto per una volta dalla copertina, perché di forte impatto.
Realizzata da Raffaele Bocchetti - pittore, scrittore e poeta -, interpreta
in modus psichedelico la Torre di Tesla, una delle prime torri aeree per la
trasmissione senza fili, progettata da Nikola Tesla, il controverso scienziato serbo
vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900 a cui il disco è dedicato.
Un brano in particolare - la title track - ripercorre i
momenti topici della ricerca e dello studio di Tesla - messi spesso in
discussione -, le cui conclusioni furono considerate a tratti visionarie e non
scientificamente provate. Eppure… senza di lui, non potremmo alimentare le
nostre case di energia elettrica!
Sono sette i brani che compongono “The Second Sun” spalmati su quarantatré minuti
di qualità formale e sostanziale.
Si apre con “Red Six”
che vede la presenza di un ospite, Max Fuschetto all’oboe, che detta la melodia
in accoppiata all’esercizio corale della Bocchetti.
Tempi composti e moto di basso che “parla”, un’iniezione di prog in un giro di blues.
L’approccio di “Pitch Black”
fonde ere diverse e, partendo da una base anni ’60, approda ad una vena
elettronica molto più recente, mettendo in luce l’ecletticità della vocalist.
Ma il cambiamento è repentino e conduce nei sentieri del minimalismo e della
sperimentazione, per poi ritornare nel tratto iniziale. Magnifico!
Seguendo le indicazioni della band, sottolineo che il testo evoca l’angoscia delle traversate nei viaggi della speranza.
“Mediterraneo Prog” appare come manifesto e propone la qualità solistica basata, in questo caso, su pianoforte e chitarra classica, ma l’intermezzo jazzato è un saggio di bravura e libertà espressiva che permette di idealizzare il tema del viaggio - non importa in quali dimensioni - liberando la fantasia e la necessità onirica.
Con “Around The Universe”
si continua a sognare e ad accorciare le coordinate spaziali e temporali. Il
testo è tratto dalla poesia “Tra i Pianeti” di Raffaele Bocchetti.
Andamento brillante e leggero, una
voce soave e swing, un quasi pop da rotazione radiofonica.
Ma i cambi di umore sono dietro l’angolo… il ritmo dispari, la ripetitività rileyana, l’elemento classico e un successivo ritorno al punto di partenza: una perfetta trasposizione in musica del concetto di viaggio!
“Danza Dei Due Mondi” è
traccia completamente strumentale che, nell’intento degli autori, descrive una
storia autobiografica e racconta di un’emigrazione all’incontrario che “dal
Brasile, Asa Branca, incontra le sonorità mediterranee”.
Primi tre minuti condotti dalla “classica” di Guarrera su di una base ritmica atipica per l’ambientazione sudamericana a cui fa riferimento. E poi si sfocia in una gioiosa tarantella che ricorda un episodio noto della PFM.
“The Second Sun” è
dedicato, come già sottolineato, alle visioni di Nikola Tesla.
Il tema conduttore è rappresentato da una ballad dal mood triste in cui Romilda Bocchetti fornisce uno dei suoi tanti colori espressivi, ma esiste una sezione cospicua dedicata all’aumento dell’entropia musicale, una rappresentazione efficace del caos, dell’immersione tecnica, della ricerca frenetica, tanto materiale per alimentare l’immaginazione e disegnare scenari sconfinati.
Conclude l’album “Samsara”,
la descrizione del flusso in divenire, il mutamento, l’illusione e il miraggio,
il velo di Maya, ingannatore, che avvolge il volto dei mortali e fa loro vedere
un mondo del quale non si può dire né che esista, né che non esista… forse un
sogno.
Una perfetta fermatura del cerchio che musicalmente viene descritta attraverso un brano strumentale condito da variegate vocalizzazioni, un senso di fine del percorso e la certificazione della concettualità del progetto.
Disco superbo e consigliabile ad un pubblico trasversale, caratterizzato da luoghi sonori inaspettati, da continui cambi di passo, con una totale padronanza della materia e chiarezza di idee.
Mi spingerei nel dire che siamo di
fronte ad una discreta novità in un campo in cui molti dicono si sia già detto
quasi tutto, ma il concetto di libertà assoluta abbinato alla musica
progressiva permette di esplorare strade e oltrepassare limiti che non
sarebbero concessi dall’ortodossia musicale.
“Don’t be a square” suggerirebbe Tarantino, e certamente questo fantastico ensemble non si cura di schemi preconfezionati.
Mi piacerebbe tanto assistere ad una loro performance live!
Con la partecipazione di Max
Fuschetto all’oboe in Red Six
Interamente registrato, missato e
masterizzato a Bagnoli a "La Saletta Sound" di Guido Cusano
https://www.facebook.com/AliasBGF