Nella Hit
Parade italiana (Top 100) del 1971, il centesimo posto (miglior
piazzamento n.18) va a "The Concert of Bangladesh",
di George
Harrison.
Ecco come
è ricordato il "Concerto
per il Bangladesh" (notizie
catturate dalla rete)…
Nell'estate del 1971, rispondendo ad un invito di Ravi Shankar, Harrison
organizzò in prima persona il celebre Concerto per il Bangladesh, iniziativa benefica a favore
delle popolazioni di profughi dalla guerra civile tra India e
Pakistan, che portò alla costituzione dello stato del Bangladesh.
L'evento, che sarebbe diventato il suo "fiore all'occhiello",
fu la prima iniziativa musicale di beneficenza di ampia portata ed ebbe una
risonanza mondiale. Il 1° agosto furono organizzati due spettacoli dal
vivo al Madison Square Garden di New York, che fecero
registrare il "tutto esaurito" grazie alla presenza di ospiti
illustri quali Bob Dylan, Ravi Shankar, Eric Clapton, Leon
Russel e Ringo Starr.
Gli spettacoli furono seguiti da un pubblico di circa 40.000 spettatori.
Il secondo concerto fu registrato e pubblicato sul triplo LP live intitolato
"The Concert for Bangladesh" (1971), che ottenne un notevole
successo in tutto il mondo.
Dall'evento fu ricavato anche un film concerto dallo stesso titolo
(1972). George Harrison e Ravi Shankar ricevettero
poi il premio Child Is The Father of the Man dall'UNICEF, come
riconoscimento per gli impegni umanitari, mentre il doppio album ricevette il
premio "Album dell'anno" ai Grammy Awards del 1972.
Considerando la portata dell'evento, gli intenti benefici furono
tuttavia raggiunti soltanto parzialmente. Nel corso del 1972, i funzionari del
Fisco americano sollevarono varie questioni in merito ai proventi raccolti dal
concerto e dalle iniziative connesse.
L'album, tra l'altro, non fu considerato una pubblicazione benefica, con
la conseguente applicazione sui proventi della normale tassazione per le
pubblicazioni standard. Una parte consistente dei fondi raccolti rimase quindi
bloccata fino al 1981.
Fu un duro colpo per Harrison, che rimpianse per lungo tempo il fatto di
aver organizzato il concerto in fretta (cinque settimane soltanto) e di non
aver istituito, causa i tempi ristretti, una fondazione benefica a cui
destinare subito e senza problemi tutti i fondi raccolti.