sabato 23 novembre 2019

Runaway Totem e Il Segno del Comando: live a La Claque


Il 22 novembre è il giorno scelto dalla Black Widow per un evento importante, almeno per quelli che amano la musica progressiva, perché un doppio set così “nobile” non è facile da realizzare.
La Claque è stata ancora una volta testimone della musica di qualità, e nello specifico il contenitore musicale realizzato si è rivelato più forte delle avversità meteorologiche attribuite a Genova in serata - rivelatesi purtroppo realistiche -, e la partecipazione del pubblico è andata oltre le più rosee aspettative.

Il programma prevedeva molta carne al fuoco che cercherò di delineare in modo cronologico, aggiungendo spezzoni video del concerto.
Partiamo dall’elenco degli ingredienti:

-due band, entrambe headliners: Runaway Totem e Il Segno del Comando;
-due libri da proporre al pubblico, con i due autori presenti: Mario Gazzola e Max Rock Polis;
-due esposizioni artistiche, con i due creatori sul pezzo, Danilo Capua e Ksenja Laginja;
Il pubblico ha potuto autonomamente prendere visione e apprezzare l’arte dei due pittori, mentre c’è stato spazio - purtroppo limitatissimo - per un siparietto on stage dedicato ai due book: “FANTAROCK” di Mario Gazzola e “STORIE DI PROG RINASCIMENTO” di Max Rock Polis).

Parlerò prossimamente dei due progetti, sottolineando che “FANTAROCK”, sintetizzato da Gazzola sul palco, si è dimostrato particolarmente in tema col set dei Runaway Totem, e solo la mancanza di tempo ha impedito una probabile gustosa improvvisazione fatta di lettura e sottofondo musicale. Per quanto riguarda il libro di Polis, che dire… l’estremo elogio apparirebbe partigiano, dal momento che ne ho scritto l’introduzione!

A dare il via alla sezione musicale i Runaway Totem, antico ensemble nato nel 1988 a Riva del Garda, divenuto nel tempo band di culto, la cui musica prescinde dai protagonisti, anche se esistono cardini che prendono il nome di Roberto Gottardi e Raffaello Regoli.

Conosco bene la loro musica che un po’ di tempo fa, in occasione del commento al loro album Viaggio Magico”, definivo così: “Ogni volta che mi avvicino a loro sento la necessità di farlo con cautela, con estremo rispetto, avvertendo che la visione generale proposta è qualcosa che supera la musica e racchiude un mondo complesso, dove il risultato, qualora fosse anche un brano da due minuti, ha alle spalle una storia vissuta in lungo e in largo, dove le esperienze, la sperimentazione e il misticismo convivono, si integrano e rilasciano una magia. Mi piace definire il loro status come rappresentativo di una dimensione aulica.”.

Il concerto a cui ho assistito mi ha dato conferma del pensiero antico, anche se nell’occasione ho scoperto un’importante evoluzione della lineup, e parlando con Gottardi e Regoli prima della performance, ho realizzato che, attualmente, la band sono... loro due.
Non è cosa da poco perché la pienezza sonora che hanno regalato al pubblico corrisponde invece ad un gruppo numericamente corposo.
Ovviamente tutto ciò è possibile grazie alla tecnologia, che permette di proporre, anche, un’orchestra, nonostante la minimale presenza fisica, un modus operativo che è parte integrante della ricerca musicale e della sperimentazione, a partire dalle corde vocali di Raffaello Regoli per arrivare alla magia del synth e agli effetti chitarristici di Roberto. Unica concessione al passato l’utilizzo del Theremin - il più antico strumento elettronico esistente, regalato a Gottardi dal francese musicofilo Bruno Cassan Koideneuf, presente nell’occasione -, che permette di realizzare la connessione tra passato, presente e futuro.
Entrambe le band hanno approfittato del concerto per pubblicizzare le loro novità discografiche marchiate Black Widow Records, e per quanto riguarda i R.T. è stata questa l’occasione per l’anteprima di “MULTIVERSAL MATTER”, rilasciato proprio il 22 novembre.

Come raccontato dai protagonisti a fine performance…  MULTIVERSAL MATTER” tratta di un viaggio negli stati della materia di universi multipli. Il viaggio è concepito come nella Divina Commedia con un Viaggiatore e il suo accompagnatore. Il viaggiatore è chiunque di noi e il suo accompagnatore, in questo caso è “IL GUARDIANO DELLA SOGLIA. In questo caso viene concepito il multiverso come un insieme di universi che coesistono nello stesso momento temporale e nello stesso spazio, creando multi-spazi e multi-tempi che si avvolgono come le spire di infiniti serpenti. La materia dei multiversi passa da essere solida (coagula) ad essere etere (solvet) ed ogni universo contiene questa infinita materia.
Dal punto di vista tecnico, si tratta di un ulteriore passo in avanti nella ricerca sonora di Runaway Totem, dove viene sperimentata l'accordatura con l'intonazione del LA a 432 Hz (come auspicava Giuseppe Verdi) invece che a 440 Hz.

Il set dei Runaway Totem non prevedeva spazio per la parola, e credo possa essere considerata un’interessante esperienza di vita, di quelle a cui non è necessario applicare etichette, perchè coinvolgente e spiazzante, bisognosa di concentrazione diffusa, tra video tendenti alla psichedelia e sonorità capaci di provocare scossoni fisici, con la voce utilizzata come strumento, alla ricerca, a volte, delle frequenze registrate direttamente dalla corde vocali, toccando il cuore come solo Demetrio Stratos sapeva fare, un “maestro della voce” che viene omaggiato con la storica “Pugni chiusi” - brano simbolo dei Ribelli di Stratos.

Dimensione onirica, spaziale e fantascientifica si uniscono per dar vita al viaggio di Runaway Totem, quel corso a cui hanno partecipato i fortunati presenti.


Sono le 23,30 quando Il Segno del Comando entra in gioco, con la formazione attuale che è la seguente: Riccardo Morello (voce), Diego Banchero (basso), Roberto Lucanato (chitarra), Davide Bruzzi (chitarra e tastiere), Beppi Menozzi (tastiere) e Fernando Cherchi (batteria).

Band genovese nata nel 1995, ha al suo attivo quattro album - tutti targati Black Widow Records -, e nell’occasione presenta in toto il primo, omonimo, appena ristampato, sia in vinile che in CD, con l’aggiunta di alcuni brani inediti registrati all’epoca.
Di questo disco, e di quello dei Runaway Totem, si occuperà MAT2020 prossimamente, e mi limito a descrivere il profumo del loro concerto, con l’ausilio di una trentina di minuti di video.

Ho evidenziato la formazione attuale perché sul palco si sono susseguiti momenti diversi, che hanno sollecitato la memoria dei presenti, pezzi di vita che si rinnovano, ricordi e suoni che non possono essere accantonati.

E così a un certo punto si mischiano le carte ed entrano in scena ospiti che in realtà sono parti pregresse della band, elementi storici che fornisco lustro al concetto di incontro musicale. Mi riferisco a: Matteo Ricci (chitarra), Gabriele Grixoni (chitarra) e Carlo Opisso (batteria).
Cambiano gli ingredienti ma la miscela resta invariata, una forte trama basica di prog con influenze jazz-rock che sono caratteristica indelebile della band, con reminiscenze che si rifanno a d un dark sound tradizionale.

Il pubblico gradisce incondizionatamente, stemperando la tensione emotiva creatasi con i Runaway Totem, gradendo l’alternanza tra rigore avanguardistico e una buona dinamicità.
Non meno vincente - e convincente - l’episodio che ha visto protagonista il frontman della Fungus Family, Dorian Mino Deminstrel, scatenato nel brano “Il Calice dell'Oblio”.

Questa la scaletta del concerto…


Anche per loro parla la musica, in una serata perfettamente riuscita, più forte del meteo contrario, quello che, ormai tutti lo sanno, detesta il prog!