domenica 11 febbraio 2018

L'arte di Luca Freddi...


Incuriosito dall’arte e dalla sensibilità musicale di Luca Freddi, ho provato a scoprire qualcosa di più, risalendo alla fonte. Ecco che cosa ho scoperto ponendo una banale domenda: "Chi è Luca Freddi?"…

La mia storia è la storia di un chitarrista compositore che si è formato in fin dei conti per la strada e in giro per il mondo. Come tutti i chitarristi classici mi sono diplomato in conservatorio, molto giovane, presso il Gioacchino Rossini di Pesaro. Ma poi, essendo molto più appassionato all'armonia misteriosa che governava i brani che eseguivo più che alla carriera di chitarrista, ho partecipato ad alcuni concorsi di composizione e in alcuni mi sono anche classificato tra i primi tre. Ora dovrei ritirare fuori tutte le vecchie cartelle ma così a memoria ricordo un piazzamento al concorso di composizione chitarristica internazionale città di Favria e al concorso di composizione chitarristica Pittaluga. Ma alla fine non sono gli studi in conservatorio che mi hanno fornito gli elementi necessari per nutrire la mia creatività quanto i successivi 20 anni, periodo in cui ho girato per il mondo, dal Brasile agli Stati Uniti  sino al Giappone, è un po' per tutta Europa.
È stato un percorso di pura passione e conoscenza. Non mi sono molto preoccupato di costruirmi una carriera o un curriculum. Mi sono piuttosto perso tra le osterie malfamate di Lisbona in mezzo ai disperati e ai cantanti del fado, o tra le bidonville di Caracas a suonare insieme ai gauci di strada. 


Tornato in Italia nel 2010 ho avuto alcune proposte da case editrici e da alcuni publishing e ho pubblicato alcune opere didattiche, come i 50 arpeggi editi da Diafonia Edizioni Musicali, o i 12 fraseggi blues rock anni 50-60 editati dalla Berben. Ma più che altro mi sono concentrato sul lavoro di arrangiatore e collaboro con moltissimi musicisti in tutto il mondo tramite web. Gli arrangiamenti che pubblico sul mio canale sono più che altro una dimostrazione della capacità che ho acquisito negli anni di far «cantare» la mia chitarra.
Da 6 anni porto avanti una ricerca di un suono digitale che mantenga le caratteristiche base dello strumento ma che sia qualcosa di completamente nuovo. Ho ricevuto molti apprezzamenti, sia da profani che da professionisti, ma anche molte critiche da coloro che vorrebbero un suono pulito e veritiero dello strumento e non un ambiente digitale come quello che creo. Ma visto che il mio intento principale è quello di trasmettere emozioni - e in questo riesco abbastanza bene, ed è questo che mi dà soddisfazione - io vado comunque avanti per questa strada. Non ho dietro le spalle un'agenzia o dei procuratori o delle case discografiche e pertanto per me da solo è molto difficile poter ottenere i diritti degli arrangiamenti che faccio e quindi direi che il loro unico scopo è quello di far passare qualche minuto sereno ed emozionante a chi li ascolta.


Più che le parole la musica…