domenica 14 febbraio 2016

SHARG ULDUSU’ 4Tet-“DUNE”


SHARG ULDUSU’ 4Tet-“DUNE”
Abeat Records/ distribuzione IRD
10 brani - 49.11 min.

Affrontare il commento di “DUNE”, utilizzando una descrizione tradizionale, reca in sé il rischio di fornire poche indicazioni al curioso di turno. Che fare allora per disegnare un’immagine che abbia parvenza di rappresentatività? Forse lasciarsi andare in totale libertà può essere l’ideale prosecuzione degli intenti di Ermanno Librasi, Max De Aloe, Elias Nardi e Francesco D'Auria, quattro artisti virtuosi, ricercatori, innovatori e… cittadini del mondo: l’ensemble si chiama SHARG ULDUSU’ 4Tet.



La lettura della strumentazione utilizzata (metal & bass clarinet, balaban, furulya chromatic & bass harmonica, oud, drums, percussion, hang) regala una prima indicazione sull’affascinante viaggio che ci accingiamo ad intraprendere dando lo start alla prima traccia.
I brani d’autore si mischiano a quelli tradizionali, ma il sapore non cambia, e il comune denominatore è la volontà di proporre culture alternative, lasciando largo spazio all’improvvisazione inserita all’interno di schemi precostituiti.
Il jazz penetra nella musica mediterranea, folk ed etnica e gli spazi reali - ed ideologici - si accorciano, sino a scomparire nel corso di un ascolto rilassato.
E’ uno “… sguardo rigorosamente laico, perché quando c’è di mezzo la religione la gente non ragiona più…”, chiosa Ermanno Librasi, e così, traccia dopo traccia, emerge un perfetto dialogo che appare sempre più difficile in questi giorni carichi di dolore, dove si arriva a negare la funzione della musica, accostandola spesso ad elemento da osteggiare.
Le dieci tracce di DUNE sono al contrario un possibile antidoto all’irragionevolezza dell’uomo - spesso cieco e insensibile - perché l’incontro musicale di mondi differenti, di culture spesso agli antipodi, di tradizioni radicate - e che nessuna persona ragionevole vorrebbe stravolgere - dovrebbe condurre a momenti di pura felicità e sintonia totale all’interno di questo universo.
Ma la musica di SHARG ULDUSU’ 4Tet può anche essere afferrata in modo meno razionale - e forse utopistico -, traendo beneficio dalla mera fruizione dei suoni.
Ascoltare l’hang, che prendo come esempio di novità, ha a che fare con il pieno trasporto verso luoghi da sogno, dove la meditazione nasce spontanea e le atmosfere orientali si ergono, e poco importa se lo strumento sia nato nella pragmatica Svizzera.
Ma anche l’aspetto visual legato alla percussione dell’hang ha qualcosa di magico, un’esperienza dentro all’esperienza,  e ciò mi spinge a pensare che le performance live di SHARG ULDUSU’ 4Tet siano momenti in cui si compiano alcune importanti alchimie, quegli attimi in cui le ferite comuni possono trovare momentanea fermatura, in un rapporto osmotico che lega musicisti ad audience.
Il video che propongo a seguire chiarirà i miei concetti.
Grande album, grande musica che lascia uno stato prolungato di serenità, e di questi tempi non si può proprio chiedere di più!



Formazione:
Ermanno Librasi: metal & bass clarinet, balaban, furulya
Max De Aloe: chromatic & bass harmonica, percussion
Elias Nardi: oud
Francesco D'Auria: drums, percussion, hang