sabato 27 febbraio 2016

Corrado Rossi-"In the Peony Garden"


Corrado Rossi ritorna all’impegno discografico e svolta, o meglio, ritorna al punto di partenza, lasciando un attimo da parte il successo d’oltreoceano legato alla sua Word Music e proponendo “quartetti d’archi e pianoforte”: cambiando i fattori il prodotto resta immutato, dal momento che il suo In the Peony Garden è stato premiato in un concorso realizzato dall'Akademia Music Awards di Los Angeles, come miglior album nella categoria “Musica Classica”.
Nove tracce magiche, registrate a Budapest, con musicisti della Budapest Symphonic Scoring Orchestra, permettono a Corrado di ripercorrere la sua vita, con l’influenza degli affetti più cari - e questa è una realtà - ma immaginando un momento intenso in un luogo d’altri tempi, circondato dalla pace assoluta, in perfetto accordo con la natura rigogliosa, curata e curatrice, di certo protettrice: le peonie regnano, ma sono in buona compagnia.
E’ questo il sottofondo che permette al pianista bergamasco di inventare musica e poesia, epigrammi musicali che sanno raccontare, come e più di una lirica.
Invidio chi, immaginando luoghi, persone e cose, riesce ad isolarsi dalla frequente noia e mediocrità del quotidiano, dedicando suoni e armonie a idee e concetti, firmando con un titolo che marchierà a vita un brano musicale e il suo protagonista, che vivrà per sempre attraverso quei pochi minuti di ispirazione.
La musica che Corrado Rossi propone nel nuovo disco ha questa peculiarità, con il valore aggiunto che gli episodi di vita “raccontati” diventano con semplicità gli stessi dell’attento ascoltatore, che entra in piena sintonia con l’autore.
Apro il CD, lo estraggo, e ciò che appare è la frase che sintetizza l’album, un’anticipazione che induce a pigiare rapidamente lo start per un primo giro di giostra…

Nei miei giardini
 ti schiudi, Malinconia,
 profumo di ricordi
 inquietudine dolce
speranza e domani”.



L’INTERVISTA

E’ da poco uscito il tuo ultimo lavoro, “In the Peony Garden”: mi spieghi la motivazione del titolo?

In The Peony Garden” può forse sembrare un titolo inusuale, ma per me è qualcosa di speciale: ho pensato infatti di ambientare l'album in un giardino, uno di quelli tipici delle ville padronali del 1700 che ho sempre ammirato, con vegetazione lussureggiante, laghetti, ponti, fontane e naturalmente peonie (i fiori preferiti di mia moglie). Vivendo in un appartamento in città, ho sentito il bisogno di evadere almeno mentalmente dal caos e così mi sono immaginato all'interno di questo giardino, seduto al pianoforte e ho preso spunto da ciò che la mia immaginazione vedeva e sentiva, o voleva semplicemente vedere e sentire... “Nei miei giardini”, che rappresentano metaforicamente la mia interiorità, hanno preso poi vita tanti “personaggi” con le loro storie e le loro emozioni.

In cosa si differisce dai tuoi precedenti dischi, in particolare dall’elettronico “Panta Rei”?

Questo è un album di genere neoclassico, sono dieci quintetti (quartetto d'archi e pianoforte) che ho registrato lo scorso maggio a Budapest con alcuni musicisti della Budapest Symphonic Scoring Orchestra. Qui non c'è niente di elettronico, ma sono un pò ritornato alle mie origini. É stato emozionante registrare nel magnifico Studio 22, presso la sede della Radio Nazionale Magiara, su uno stupendo Bosendorfer Imperial!

Sbaglio o ci sono passaggi dedicati ad una persona che ti è molto vicina?

Tutto l'album ripercorre un pò alcuni momenti della mia vita e non potevano mancare quelli con Anna. C'è anche la nostra storia e il primo e l'ultimo brano ne fanno capire bene il senso: da “In The Beginning” fino a “For A Lifetime”... Anna mi ha dato la motivazione a comporre ed è sempre la prima che ascolta i miei brani, mi dà suggerimenti e cura “ l’immagine” dei miei lavori (packaging e grafiche).
Quando poi è arrivato mio figlio Davide, la mia vita è diventata più completa: fare il papà mi piace molto. Un brano è composto appositamente per lui e mentre lo registravo ho sentito un nodo salirmi in gola e a stento sono riuscito a trattenere  l'emozione.

E’ un album facilmente replicabile dal vivo? Hai pensato a proporlo in quella veste?

Non ti nascondo che ci ho pensato, perché questo lavoro si presterebbe molto bene a essere suonato dal vivo. Mi piacerebbe, ma è sempre difficile trovare spazi e sponsor.  Spero di trovare qualcuno che mi proponga un certo numero di date, altrimenti, come si suol dire, la spesa non varrebbe l'impresa: come ben sai, per affiatare un gruppo di musicisti ci vogliono un po' di prove... le partiture, comunque, sono già pronte!

A chi ti sei affidato per art work, produzione e distribuzione?

Anna ha curato la parte relativa all'immagine del disco, sono sue infatti le foto che sono state poi utilizzate per la copertina.
L'album è distribuito dalla casa di produzione Soundiva di Milano che ha co-prodotto il disco insieme a me e, per la prima volta, è in vendita il CD fisico nel negozio storico della mia città!

Hai programmato anche una sorta di pubblicizzazione /divulgazione?

Durante la registrazione a Budapest il mio editore ha ripreso varie tracce video che poi sono state montate e sincronizzate in editing. Ne sono nati 10 video, uno per ogni brano dell’album, che sono serviti per pubblicizzare il disco. Ho partecipato anche ad una trasmissione radio della mia città che trasmette attraverso un canale televisivo: in quell'occasione ne hanno mandati alcuni. Prossimamente avrò una breve intervista a Radio Mozart, una web radio.

Sono abituato ai tuoi successi oltreoceano: c’è qualcosa che bolle in pentola?

Beh, ci ho provato e ho mandato il disco ad un concorso organizzato dall'Akademia Music Awards di Los Angeles. Qualche giorno fa ho ricevuto una mail che mi avvisava che “In The Peony Garden” aveva vinto come miglior album nella categoria “Musica Classica” con questa motivazione:

Corrado Rossi delivers a compelling and distinct album with enchanting piano, graceful strings and flawless arrangements tying all together; each song richly worthy of mention.”
“Corrado Rossi propone un Album interessante ed elegante, con un Pianoforte incantevole, archi leggiadri e perfetti arrangiamenti. Ogni brano è meritevole di menzione.


Certo vincere fa piacere, ma sapere di essere stati ascoltati e che qualcuno per il quale sei un perfetto sconosciuto abbia speso delle parole per la tua musica, dà la carica e la voglia di andare avanti e non mollare mai!