Una serata diversa dalle altre, un po’ a sorpresa, tanto da non essere in grado di fornire all’avvenimento un titolo, a priori, corretto… meglio aspettare la fine dell’esperimento e concordare, assieme, una definizione appropriata. Qualcuno si esprime di getto, senza riflessione alcuna, dando spazio alla spontaneità e sintetizzando l’esperienza appena vissuta: “Come potremmo definire la serata? NOI!”.
Un gruppo di persone, anime prive di legame personale, si ritrova in una stanza senza immaginare cosa
accadrà… la presenza è solo sulla fiducia, o magari c'è voglia di tastare il campo.
Chi conduce sa dove vuole
arrivare, ma ogni “puntata” ha una sua vita propria, e l’esito non è mai
scontato.
Un libro nelle mani - "Scintille per l'eternità" - pagine da cui esce una storia, vera ma romanzata, un racconto che parla di
vita, di musica, di grandi successi ed enormi delusioni. Clare Torry suggerisce
qualcosa? E i Pink Floyd?
Le parole, toccanti,
influenzano i presenti, e poi… l’ascolto, in silenzio, a luci basse, forse ad
occhi chiusi, ma, per chi vuole, c’è un prisma proiettato su di un telo: è
quello di “The Dark Side Of The Moon”,
e una delle possibilità è quella di abbinare l’ascolto alla visione della
parete, a quel punto carica di significati.
Dopo qualche minuto
magico le “urla” di Clare terminano e, su precisa richiesta, tutti diventano
attori, versando sulla carta ciò che hanno provato, con l’idea di realizzare
uno scritto caratterizzato da elementi personali e un pò di didattica. E in questo gioco
delle parti tutti ruotano attorno al posto di guida e tutti diventano driver,
almeno per un attimo.
Incredibile come
dallo stesso punto di origine possano nascere sensazioni opposte, estremi che
sembra impossibile possano avvicinarsi.
Ma non è così.
Un nuovo ascolto
incombe, e alla fine si ripropone il compito iniziale, ma con una differenza…
la necessità di mediazione, il lavoro in gruppo teso a trovare una descrizione
unica, che oltrepassa il normale personalismo.
Due team al lavoro,
due modi differenti di perseguire l’obiettivo, che in ogni caso viene raggiunto
da entrambi, ed è stupefacente realizzare che posizioni apparentemente
impossibili da conciliare trovano un facile punto di incontro, frutto della ragionevolezza
e del buon senso, quello che spinge a pensare che esiste sempre una via di
uscita quando si agisce avendo una meta comune.
Ecco alcuni dei
pensieri riportati…
“Le urla che illuminano la nostra parte conscia sono
improvvisi e inaspettati… possono essere dolori liberatori o luci salvifiche.
Il prisma è lo specchio di una moltitudine di aspetti
dell’anima.
La luce, senza preavviso, penetra, buca e si espande
cambiando di aspetto, mutando ed evolvendosi.
E’ un brano che apre una porta e, senza regole, libera
un’anima e la rende eterna: è la fusione, non programmata, di anima e arte”.
“La voce, inizialmente pacata, sale, esprimendo con
energia sempre più incalzante i timori, le speranze, le emozioni più
alternanti, per poi calare di intensità, rappresentando così la metafora della
vita”.
E alla fine arriva qualche
considerazione più… professionale, quella espressa da un’esperta di analisi dei
comportamenti, che chiude la serata con le sue osservazioni, stimolando quindi
un bel po’ di riflessioni.
Qualche pillola video…
in attesa di nuovi, oscuri, magici, esperimenti!