Il Balletto di Bronzo
Il Porto Antico Prog Fest proposto
l’11 luglio del 2020 ha assunto sin dall'annuncio della sua conferma un significato superiore all’evento stesso.
La collaborazione tra Black
Widow e l’organizzazione locale produce questa manifestazione ormai da
molti anni, ma le note vicende legate all’emergenza sanitaria sembravano aver
bloccato ogni tipo di attività: inimmaginabile pensare di pescare all’interno
della nicchia del prog per ripartire, eppure… qualcuno ci ha visto giusto!
Il pubblico ha
risposto alla grande, con un sold out a cui nessuno avrebbe pensato sino a poco tempo fa.
Il programma ha dovuto
subire una modifica rispetto alla pianificazione di inizio anno, ed è venuta a
mancare la componente straniera, ma lo spettacolo a cui hanno assistito i tanti
presenti è risultato alla fine esaltante.
Per raccontarlo userò
soprattutto l’elemento visuale, pescando tra le fotografie di Enrico Rolandi
e le registrazioni video di Giorgio Nasso, Enrico Meloni ed
alcune mie.
L’onore e l’onere di aprire
la serata è toccato ad una band genovese, gli Jus
Primae Noctis, che hanno avuto l’opportunità di proporre per la
prima volta dal vivo il loro album, rilasciato nella fase di pre-lockdown.
La formazione è
composta da Marco Fehmer - chitarra e voce -, Beppi Menozzi - tastiere
-, Mario Riggio - batteria -, Pietro Balbi - chitarra -, e dal
bassista Alessandro Bezante.
Quarantacinque minuti
a disposizione per scaldarsi e animare il pubblico, presentando il magnifico
concept album “Istinto”, un invito a riflessioni
approfondite sulla necessità di approcciarsi alle cose della vita tenendo conto
di differenti punti di vista, valutando prospettive tra loro alternative.
Ciò che ho avvertito
nel corso della performance è stato un senso di liberazione, un mix tra la
soddisfazione di rappresentare una sorta di punto zero/ripartenza e la
gratificazione legata alla presentazione dal vivo della loro creatura. Una band
vive aspettando il momento di calcare il palco per condividere la propria arte,
e nell’occasione Jus Primae Noctis ha ricevuto il giusto riconoscimento da
parte di un’audience attenta e qualificata.
A seguire propongo un’intervista
a Beppi Menozzi, un paio di brani e la scaletta di serata.
Il secondo gruppo ad
esibirsi è ancora genovese, Il Segno del Comando,
tra i protagonisti dell’ultimo concerto a cui ho assistito, il 5 di febbraio scorso,
quando suonarono al Teatro Politeama aprendo il concerto del Banco del Mutuo
Soccorso.
Il leader della band è
Diego Banchero, ed è lui stesso, intervistato nel pre-concerto, a svelare
il programma di serata, di cui hanno fatto parte un paio di ospiti.
La lineup, oltre a
Banchero al basso, presenta Riccardo Morello - voce e tastiere -, Davide
Bruzzi - chitarra e tastiere -, Roberto Lucanato - chitarra -, Fernando
Cherchi - batteria - e Beppi Menozzi, ancora lui, alle tastiere: un
ensemble collaudato che gira a mille.
Tra i brani conosciuti
spiccano due inediti, ma in questa serata così speciale è il sound globale, consolidato,
che tocca ed esalta il pubblico.
All’interno del loro
set emergono le due presenze esterne, esibitesi in differenti brani. La
prima è Silvia Agnoloni - che personalmente non conoscevo -, cantante attiva
in ambito metal, dotata di una grande voce e di una forte presenza scenica.
Chiacchierando ad inizio giornata si era premurata di evidenziare questa sua natura più
“dura”, immaginando di essere fuori dal contesto generale, ma i presenti… non
si sono accorti di nulla! Una bella scoperta…
Tocca poi a Sophya
Baccini, una che il palco di Genova lo conosce a memoria, e sfodera uno dei
suoi momenti “elevati”, ma questa volta al servizio de Il Segno del Comando, con cui aveva
peraltro collaborato un po' di anni fa.
Il trait d’union tra apertura
e chiusura funziona a meraviglia, e anche per loro propongo materiale utile per
i curiosi che non hanno potuto essere presenti.
E arrivano gli
headliner, il Balletto di Bronzo, ovvero
una formazione storica del prog italiano, che in epoca recente non si era mai
esibita a Genova, eccezion fatta per un live di Gianni Leone al FIM, qualche
anno fa.
Negli attimi che
precedono il concerto Gianni sintetizza il momento attuale del Balletto, che
nell’occasione presenta un album denominato “Official Bootleg”,
realizzato in CD e in vinile (al momento 100 copie numerate, da settembre nel
normale circuito di vendita).
Importanti le sue
affermazioni - ribadite più volte sul palco - inerenti alla soddisfazione di
aver trovato la band ideale del nuovo corso, concetto che si porta dietro una logica
conseguenza, la realizzazione di un album di inediti - a distanza di tantissimi
anni - a cui il trio ha già iniziato a lavorare.
Oltre a Gianni Leone
alle tastiere e voce, troviamo Riccardo Spilli alla batteria e Ivano
Salvatori al basso, un nucleo potentissimo, come dimostrano le riprese
video a seguire, alcune girate sul palco.
Leone associa
differenti caratteristiche sorprendenti: un mix costituito da grande abilità
tastieristica - fatta di tecnica e fantasia -, unita ad una capacità innata di
stare sul palco, con l’aggiunta di una voce incredibile - che lui definisce “da
adolescente” -, capace di modularsi ed estendersi a piacimento, una grande sorpresa
per chi non lo avesse mai visto dal vivo. La “Nevermoore” dei Queen,
inserita nel bis ed eseguita in totale solitudine, ha rappresentato un pezzo di
assoluta bravura.
La sezione ritmica è apparsa
efficacissima, giustificando in pieno il giudizio di Leone.
Apoteosi finale con il
lancio di “documenti” e il timbro personale - la data di un giorno da ricordare
- su alcuni spettatori seduti nella prima fila.
Era importante
esserci, era necessario schiacciare il pulsante dello start, e a fine concerto l’eccitazione era palese, avvertita anche nei commenti dei giorni a seguire.
Il mio contributo è rappresentato
da questa piccola cronaca, che potrà servire a chi non c’era, o forse solo per
ricordare, negli anni a venire, che c’è stato un giorno in cui Black Widow e il
suo entourage hanno voluto dare un segnale preciso, contribuendo a rialzare la
testa e a cercare la luce in fondo al tunnel, alimentando la speranza, non a
parole, ma in modo concreto.
E in quel momento, per
chi era presente, un bel “E io c’ero!”, sarà motivo di vero orgoglio.
Qualche scatto di Enrico Rolandi
Jus Primae Noctis
Il Segno del Comando
Sophya Baccini
Silvia Agnoloni
Il Balletto di Bronzo