giovedì 1 settembre 2022

ANDREA PAVONI -"CANZONI IN VERTICALE"- LE LIRICHE



 LA DISCUSSIONE
Parole e Musica di Andrea Pavoni

Se solo avessi un suono più dolce su questo pianoforte,
se solo non dovessi superare sempre mille difficoltà,
se solo potessi sfondare i tasti e regalarmi brividi
e far parlare gli alberi più alti e senza età.
Se riuscissi sempre a scrivere oltre la solitudine,
e tentare di esprimermi, sforzandomi,
se mi si lasciasse in pace quando amo o provo odio,
se mi sentissi libero di essere con te,
temi forse che io cambierei?
e sopporteresti di vedermi come sono?
Adesso che ho fiducia, adesso che comprendo,
adesso che, come vedi, sono stupido, me stesso?
Io che le ho traversate tutte le mie follie,
e che le ho trasognate vivendole,
sapessi che dolore averle già passate,
essere già diverso, già perderle.
Io sempre che rimpiango, quasi senza ragione,
tu che senza di “ieri” non potresti mai pensare,
io che vorrei disperdermi senza neanche il Cielo,
se ti dicessi adesso tutta la verità
sei sicura che io cambierei?
e sopporteresti di vedermi come sono?
e non aver rimpianti, non voler più dormire
per non avere un attimo e restare lì a parlare?
Tu ora dormi, forse sognerai,
forse al tuo risveglio mi vorresti cancellare,
ed io suono pensandoci, chissà tra queste ore
se ti sarà passata la tua voglia di capire.
Se solo avessi un suono più dolce su questo pianoforte,
se solo non dovessi superare, e sempre, mille difficoltà,
potrei stancarmi, e mettermi accanto a te, lontano,
e non pensare ai postumi di questa discussione.


PAROLE DAL MARE
Parole e Musica di Andrea Pavoni

Ti ascolto mormorarmi cose,
fissarmi e dimorarmi.
Ti guardo mentre mi fissi,
ore di gioco e di rispetto.
Di notte mi risveglio,
la luce mi scalfisce,
il falco mi abbandona.
Nel caso tu ti accorgessi di me, sapresti che io non ero lì a difendere, non ero lì a disgregare gli attimi della tua vita, non ero lì, non cercarmi, troveresti un guscio vuoto.
Risucchiato.
Ti scopri detenuta,
in ginocchio, dai tuoi passi.
La vite è già interrata
nel solco della pietra.
“La prima volta che mi uccisi fu per vedere il colore del mare”
Parole dal mare.


IL CAMPO DI BATTAGLIA
Musica e Parole Andrea Pavoni

Com’è triste stare
in questo campo di battaglia desolato,
dove ci sono milioni di persone
che aspettano la guerra e non ce l’hanno,
e gli occhi di piccoli bambini aspettano sgranati
di incontrare un giorno o l’altro quello dei padri.
Ma il pane caldo …. ritornerà
gli amici accanto…. ritornerà
ed un silenzio che non soffoca un lamento…. ritornerà
i panni stesi…. ritornerà
le luci accese… ritornerà
voler restare, non dover dimenticare… ritornerà.
I vecchi del villaggio
sanno che saranno abbandonati,
insieme ai bambini più piccoli,
quelli che piangono, insieme ai neonati.
Ed i loro visi tesi, e rigati dal rimpianto
aspettano di intonare un nuovo canto.
Ma il pane caldo …. ritornerà
gli amici accanto…. ritornerà
ed un silenzio che non soffoca un lamento…. ritornerà
i panni stesi…. ritornerà
le luci accese… ritornerà
voler restare, non dover dimenticare… ritornerà.
I tuoi occhi grandi… ritornerà
essere in tanti… ritornerà
scartare i doni insieme ai nonni e ai bimbi buoni… ritornerà.
Fantasticare… ritornerà
Il bene e il male…. ritornerà
ed una vita che ci sembrerà infinita… ritornerà.


SE NON DOVESSI TORNARE
Musica e Parole Andrea Pavoni)

Se questa notte non dovessi tornare
coglierò da solo fiori sulla strada,
e pregherò che m’inghiotta il vento
e brucerò scartoffie sulle scale,
libererò voraci le parole,
e inghiottirò i singhiozzi della sera,
carezzerò il tuo posto vuoto,
rassetterò le ultime lenzuola,
e chiederò alla vita
un posto per nascondere i miei anni,
e chiederò alla notte
soltanto di raggiungere il silenzio.
Se questa notte non dovessi tornare
osserverò lo spegnersi dei monti,
e giurerò che tu non abbia pace,
che gioia più non veda la tua vita.
E non avrò parole
per scrivere o riaccendere il futuro,
e non avrò più sogni
io sfiorerò le ombre sopra il muro.
E non avrò parole
per scrivere o riaccendere il futuro,
e non avrò più sogni
io sfiorerò le ombre sopra il muro.

LA CASA AL SOLE
Musica e Parole Andrea Pavoni

Lui
Se non sapessi questo che tempo è,
questo tempo per noi, per le nostre scorribande sui prati.
Per sorridere all'aria e alle fantasie,
ai nuovi insetti della primavera,
in fondo per liberarci.
E se oggi vedi il sole che non si confonde,
se vedi fiorire erba per farsi raccogliere
è perché è tempo per noi.
Se alla fine ti accorgi di sentire freddo,
che da sola hai paura,
e se un giorno pensassi di lasciare tutto e di buttarti giù,
in fondo per liberarti,
vedresti sotto di te un grande mare azzurro,
con grandi occhi che ti guardano:
è perché è tempo per noi.
Non potresti occuparti un po' meno
delle tue paure?
Proprio oggi che il cielo è sereno,
non c'è una nuvola in cielo, sembra primavera.
E ho dipinto le rose del rosso più intenso
ma ho scordato... la sera.

Lei
Se volessi chiederti che giorno è,
questo è un giorno per noi,
sereno per i nostri figli.
Per aprire gli occhi al futuro, e per guardarlo bene,
lottare poi per ottenerlo.
E se badassi al mattino anziché alla notte,
ti farebbe più fascino e più felicità
questo tempo per noi.
Insieme
Mi piaceva parlare con te in pomeriggi calmi,
e sognare caldi anni fatti per diventare più grandi.
E ho dipinto le mura in vernice arancione...
Ma perché sono grigie?


UN TUO RITRATTO
testo e musica Andrea Pavoni

Vivi sempre gli ultimi secondi
come se fossero gli ultimi
della tua vita così paurosa,
e quanto forse vorresti nasconderti.
Covi sogni sempre misteriosi
e notti popolate
di grandi stelle che vorresti abbracciare
e quanta fatica faresti per poterle toccare.
Ma quando verrà il tuo tempo
sentirai, e poi vedrai.
Troppi film e poi troppi progetti
per poterli realizzare,
ma quante volte vorresti vivere?
quante chiudere gli occhi e in silenzio ascoltare?
Ma quando verrà il tuo tempo
sentirai, e poi vedrai
in un cielo che sia completamente blu
dove potrai essere libera,
avere mille cose levigate con grande cura,
senza aerei, senza traffico e con le mani
il tuo pulito amore,
il tuo pulito amore.


STELLA STELLINA
Testo e Musica di Andrea Pavoni

Stella stellina, prima stella della sera,
dimmi se avanti
ci sarà una ringhiera,
tu che risplendi
di una sola tua luce
dimmi se è vero
vero ciò che si dice.
Che il mondo da solo
morirà per davvero
ed i suoi sparsi cocci
solcheranno il cielo.
Che la luna che vedo
così bianca di vita
morirà insieme a me
pecorella smarrita.
Stella stellina, prima mia sola amica,
dimmi se poi
ci sarà un'altra vita,
se le lacrime come
granelli di sabbia
se cadranno in terra
come ossi di seppia.
Se l'amore che provo
verso l'unica al mondo
volerà dopo un soffio
sopra un cerchio rotondo,
se è il dolore che provo
nel vedermi partire,
nel vederti morire,
nel vederti soffrire.
Stella stellina, ti vorrei abbracciare
come amica sincera
o qualcosa da amare.
Stella stellina
io vorrei averti accanto,
compagna di vita
per sempre al mio fianco.
Ma non so se la vita
se ti scorre lontana,
o se tendi il tuo braccio
non trovando una liana.
Io lo avverto, lo sento,
so che tu stai soffrendo,
e per sempre saprò
che i tuoi occhi hanno pianto.
Stella stellina
scenderà mai la notte?
Splenderai sempre tu
tra persone sconfitte?


IL CASTELLO DI SABBIA
Musica e Parole di Andrea Pavoni

Parte 1
A volte tornano le aquile rampanti
a passare sulle nostre teste, volano sopra di noi.
E guardiamo, girando gli occhi verso l’alto, il cielo
e il becco delle aquile
che fendono il vuoto.
Vorrei a volte rimanere a riva
a guardare i tuoi occhi blu, i tuoi capelli da Angelica
e le lentiggini che si sparpagliano come sul prato:
comincio a fare un castello di sabbia,
col mare calmo che ci sfiora,
e noi guardiamo l’aurora
che tinge le onde, e l’Universo
al tramonto dei giorni,
ed ecco le conchiglie: marosi chiusi,
rimbombanti.
Chiavi del paradiso, questi sentimenti,
da sciogliere nell’acqua con le mani
come il sale, bianco, come lo zucchero
che rende l’acqua di questi scogli dolce come quella di un lago,
e una cascata nella foresta, cui assistiamo,
ci rapisce, e non capiamo
cosa agisce dentro noi.
Guardami: vedi forse il paradiso delle rondini?
Vedi forse la pace del melograno?
Frutti nuovi sto cogliendo dentro il prato fatto a nuovo,
l’orizzonte cambia modo e scolora come un pennarello
corroso da spuma di spiaggia,
è finito il casello di sabbia
e cresce l’acqua tra le torri
come l’amore per te.

Parte 2
Sto camminando tra le rocce,
ed ogni giorno una pietra lascia posto ad un pensiero,
una fatica per domani da spostare con le mani.
Ruzzoloni: se ne ho fatti,
nella strada per salire, per passare sopra il mare,
per avere il coraggio di partire,
come sopra a un aeroplano, come volano le rondini
o la biglia di un bambino, nella sabbia,
nella pista d’atterraggio del trenino:
io proteggo il mio castello.
Forza, dammi quel secchiello e la paletta,
scaveremo il nostro amore
ed un colombo all’orizzonte scoprirà una vita nuova,
nuova gente, nuove volte
per gridare: “vivo ancora!”
o mi rifletto tra le mani
di un bambino, che ha imparato
ad amare guardando te
come un sogno, che s’infrange,
ma più lungo sarà se rimarrò sul mio castello
a guardare le tue mani.
Sassolini tra la sabbia
le tue macchie sul domani,
e non so se sarò salvo o protetto dall’inganno,
come un sogno lungo e cento anni per averlo,
acqua scorre sulle mani ed il mio castello ancora
si erge solo sulla prora della spiaggia abbandonata,
non so più se tu ci sei, io non vedo, credo,
mentre io non posso immaginare
che il castello regga sempre.


SONIA NON ESISTE
Testo e Musica di Andrea Pavoni

Sonia non esiste, è frutto della mia fantasia
quando vola nel cielo, varca le nuvole,
si posa sul mare
a guardare le stelle che si muovono,
e che cullano d’immenso
i tuoi poveri occhi al buio della sera infinita
che li prende e li trascina
via, verso scuri, lontani tramonti
fatti di altri occhi che ci guardano
immondi, perché non sanno che la notte finirà
insieme alle stelle che la illuminano
e ti dicono che
Sonia non esiste, è un frutto della mia fantasia,
quando ero sul mare
e sapevo di non poter sperare di guardare nel vento
e sapere che il mondo
fosse un girotondo, come una giostra
in mezzo a tanti sassolini
che si mettono a ridere e ci guardano,
ci fanno sentire sperduti, lontani,
lontani
anche se siamo nello stesso parco
dagli stessi anni
e la stessa erba cresce intorno a noi...
Ma Sonia non esiste,
potrei raccogliere tutto il grano del mondo
e portarti a vedere le mie gioie lontane,
e provare a rincorrere i miei desideri,
e provare a dirti che ti amo e tu non lo sai,
non lo avresti mai saputo
anche se ti avessi portato a vedere
tutto questo grano,
che ho raccolto in tutti questi anni,
nello stesso prato
dove abbiamo giocato con la mia fantasia.
Perché tu non esisterai mai.


LA TUA E LA MIA VITA
Musica e Parole di Andrea Pavoni

Ieri per la prima volta ti ho vista, dopo settimane di silenzi
e all’inizio non riuscivo a guardarti negli occhi,
per la loro profondità,
e quel colore,
così troppo intenso e difficile da sopportare.
Non avevi il costume, forse hai paura di mostrarti,
così, sotto l’ombrellone siamo rimasti più di due ore
a parlare di niente.
Bella come ciò che non esiste,
ignorante di essere bella,
sei lontana da me come io dai miei cugini in America.
E forse vuoi troppo dalla vita,
e nei tuoi silenzi, e nelle parole calme
covi la voglia di una vita diversa,
bella da vivere e da vedere,
e ti stanca abitare troppo tempo nello stesso posto.
A me invece basta la calma del tramonto,
ed il calore della solitudine
mi riscalda più dell’illusione di questa tua vita nuova.
Una casa in Finlandia, vorrei,
e andare a guidare sul mare ghiacciato,
vedrei un sole di mezzanotte, mi immaginerei
di stare in altri cento posti.
E poi forse avrei tutti i colori,
quelli della mia vita, che in fondo non ha chiesto niente:
neanche te.


SABATO SERA
Musica di Andrea Pavoni, Testo di Andrea Pavoni e Sergio Migliorati

Finalmente a casa, tranquillamente, così.
Anzi, forse, fortunatamente a casa.
Da solo, tutta solo,
avevo un invito ma non ho potuto,
volevo fare un invito ma non ha voluto,
e allora…
Ho sonno ho fame
e qui non so stare,
Sabato a casa a non pensare.
E c’era la fine di un pomeriggio,
c’era l’aperitivo, c’era il cinema,
c’era il concerto, c’era quella strada,
c’erano le parole… e invece invece invece:
a casa.
Ho sonno ho fame
e qui non so stare,
con questo computer che devo buttare,
sento una sigla come ai mondiali,
Sabato a casa, a non pensare…
E poi arriva lei e ti porta la sua pesca col vino
(pesca col vino)…
E buonasera a tutti, fumatori e non,
bevitori e bevitrici, coltivatori di pesche,
che annegate la voglia di ammazzarvi
dentro una pesca profondissima.
Ho sonno ho fame
e qui non so stare,
con questo computer che devo buttare,
sento una sigla come ai mondiali,
Sabato a casa, a non pensare…
Sento una voglia di respirare,
Sabato a casa… devo scappare.


MAI VIENE LA NOTTE
Musica e Parole di Andrea Pavoni

Mai viene la notte,
inutile illusione,
velo non si tesse mai sul mondo,
e sulla pace, e sulla guerra,
ed aspettare è inutile, lo sai,
e te lo legge, e tu lo vedi bene,
negli occhi il mio riflesso sullo specchio,
copiato di emozioni e sentimenti.
Mai viene la notte,
volo incondizionato di pensieri,
regalato fotogramma di questi attimi perenni,
e mai verrà -certezza insana-,
a consolare queste nostre speranze
barchette di carta bruciate al fuoco di un violoncello,
fumo di un camino consumato da troppo tempo.
Non hanno infatti rifugio e notte questi sguardi,
redivivi, trapiantati a sera tarda,
ed io con loro ho voglia di riposo.
E di un riposo che sia lungo,
e che sia bello,
che mai non faccia posto a pianto,
delusione,
e mi trasporti subito,
dormendo,
ove al mio interno sono Indifferenza e Morte,
ove al tuo interno sono Indifferenza e Morte.