Ci eravamo lasciati esattamente QUI...
Era il 21 luglio e i Big One erano di scena per la
seconda volta a Savona, sempre nella fantastica cornice delle Fortezza del
Priamar. Quella sera tutto terminò dopo un’ora di musica perché i presenti,
tantissimi come al solito, incapparono in quella che probabilmente è stata
l’unica serata seriamente piovosa di tutta l’estate.
Grande rammarico, ovvio, e dal
palco spunta immediatamente la promessa che ci sarà per tutti la possibilità di
ripartecipare allo stesso evento, un proclama che aveva il sapore della
reazione di pancia, perché realizzare un concerto è qualcosa di estremamente
serio, complicato, e necessita di capacità organizzative e lavoro in team.
Ma Massimiliano Rossi è tipo tosto e tenace, e dopo pochi giorni
arriva la conferma che il concerto si farà a distanza di tre mesi, nel salotto
buono cittadino, il Teatro Chiabrera.
E veniamo a venerdì 6 ottobre,
la nuova data, sold out annunciato, ma non è una novità, ovunque io veda i Big
One il pienone è assicurato, perché il connubio tra la musica di Pink Floyd e la maestria della band veronese
è sinonimo di successo.
Ecco come si presentava la piazza
del Teatro - mattina e sera -, con una lunga coda in attesa dell’apertura.
Ore 11
Ore 20,30
Dopo la dovuta introduzione di Max
- presente nel video - attorno alle 21,30,
il concerto inizia.
A seguire propongo il set di
serata, costituito da una riproposizione di “Animals”, nel ricordo del quarantennale dall’uscita dell’album, a
cui si è aggiunto un repertorio molto vario, che ha pescato nella
grande produzione dei P.F..
Il gruppo ha subito negli ultimi
tempi delle modifiche e lascio alla visione del filmato la presentazione dei
membri da parte di Leonardo De Muzio,
il David Gilmour italiano, il musicista attorno al quale gira la band, un
gruppo numericamente nutrito, con doppia tastiera, coriste, sax, sezione
ritmica e un secondo chitarrista che coadiuva De Muzio, anche, in alcune parti
solistiche.
Amalgama perfetto e utilizzo di
tecnologia visual il cui regista è Gian
Paolo Ferrari, il membro aggiunto, prezioso ausilio dalla retrovie.
Il pubblico sottolinea ogni cambio
brano con evidenti dimostrazioni di soddisfazione, mentre assiste incantato
alla performance. Difficile da spiegare la magia che nasce in queste occasioni…
non esistono gli eccessi tipici del concerto rock, ma piuttosto una
partecipazione discreta, come se si rivivesse in piena comunione una storia,
scritta da altri, ma che improvvisamente diventa la nostra, e alla fine si
viaggia a ritroso nel tempo, rivivendo attimi fantastici del passato. Tutto ciò
non vale per i tanti giovani presenti che, forse attirati dalla musica dei
Floyd, hanno avuto l’occasione di vivere un lungo momento di piacere sonoro.
Lungo, sì, perché abbiamo
assistito ad almeno due ore e mezza di concerto, un prolungato set inframmezzato
da una sosta tra un tempo e l’altro.
Skills personali di alto livello e
miscela perfetta tra i vari elementi… ogni volta che ascolto i Big One riesco
ad entusiasmarmi, e la risposta del pubblico è sempre la stessa, in qualunque
città, in qualunque location.
Grande merito a Massimiliano
Rossi, uno che ci ha creduto fino in fondo e, ne sono certo, non ha trovato
vita facile.
Bellissimo vedere il Chiabrera sotto
una luce diversa, ma non inusuale. Qualcuno ha detto: “finalmente il rock nel nostro teatro…”, ma non è proprio così…
tutti i grandi gruppi rock italiani hanno calcato il palco nobile di Savona,
dalla PFM al Banco, dalle Orme ai New Trolls passando per gli Osanna, senza
dimenticare un certo Steve Hackett!
Per ora godiamoci ciò che abbiamo
appena vissuto, ma uno sguardo al futuro viene quasi spontaneo… e intanto
grazie a Max e ai Big One!