The Samurai Of Prog-“On We Sail”
A distanza di un anno dal
rilascio di quel gioiello che è “Lost
& Found”, i prolifici The
Samurai Of Prog ritornano con un altro lavoro di grande spessore: “On We
Sail”.
Il mio commento accompagna il
pensiero del gruppo, sintetizzato nell’intervista a seguire, ma penso
basterebbe la visione/ascolto del video allegato per avere un’idea precisa di
cosa contenga l’album, così come l’artwork di Ed Unitsky riesce ad aprire le porte a tutti i contenuti.
Parto proprio da Unitsky per
dire che credo sia attualmente il più talentuoso ed efficace artista grafico
applicato alla musica, un perfetto traduttore dei pensieri altrui, immagini che
diventano storie di vita, come è verificabile nel filmato a cui accennavo.
Il contenitore TSOP è per me perfetto se parliamo di
musica progressiva, e racchiude tutto ciò che rappresenta un’epoca
irripetibile, con un giusto profumo di antico e una modernità dettata dal ruolo
classico assunto dal genere.
Se volessimo trovare un
difetto al progetto… beh, è facile, l’impossibilità di vedere la band dal vivo,
per difficoltà legate alla lontananza dei tre componenti (Marco
Bernard, Kimmo Pörsti e Steve
Unruh) e per il fatto che i collaboratori sono sempre molti, e sparsi per il mondo: complicato riunirli per condividere il palco.
Anche
“On We Sail” non sfugge a questa
regola, e a fine articolo è fruibile la lista intera degli “ospiti”.
Ma i
guest, contrariamente a quanto accade normalmente, hanno in questo caso anche
uno spazio creativo e compaiono come autori, una sorta di collettivo aperto
dove si può contribuire in modo totale, basta avere idee e qualità.
E le idee e la qualità abbondano in questo nuovo lavoro, sessantacinque
minuti di musica suddivisi su nove fantastiche tracce.
Come
si evince dallo scambio di battute con Steve e Kimmo, l’album si può
considerare un concept, anche se nulla è stato pianificato in tal senso, ma è
il feeling conclusivo che suggerisce una certa affinità tra gli episodi, il
tutto disegnando un percorso che è quello della vita, fatto di enormi
difficoltà attraverso le quali ci si fortifica e si prosegue, avendo ben chiaro
quali sono i limiti umani e la posizione da mantenere rispetto al momento
finale.
Questo concetto permette di partire dall’ultimo
atto, il lungo brano “Tiger”, scritto
totalmente dal “vecchio” collaboratore Stefan Renström, la cui prematura dipartita non ha impedito che anche lui fosse
presente nel disco: “Non importa dove
inizia il tuo viaggio, il grembo materno sarà la tua tomba finale…”.
Toccante, di effetto… oltre all’autore (alle tastiere) e ai tre TSOP, troviamo Brett Kull
alla chitarra elettrica, Daniel Fäldt
alla voce e Roberto Vitelli (e non è
l’unico italiano!) al Moog Taurus.
Apre l’album la title track, un viaggio a ritroso nel tempo, che
vede in evidenza Kerry Shacklett - tastierista degli americani Presto Ballet - e il
chitarrista serbo Srdjan
Brankovic. Un inizio dalle atmosfere marcatamente seventies, con la voce di
Steve Unruh
molto vicina al colore vocale di Lanzetti dell’era “Acqua Fragile”.
Segue “Elements of Life”, liriche di Unruh e musica del tastierista argentino Octavio
Stampalía - Jinetes Negros -, un brano dove si evidenzia la commistione tra
classico e rock e dove l’elettrica du Ruben
Alvarez si intreccia con gli elementi più acustici, dando vita a quasi otto
minuti di altro gradimento.
Con “Theodora” entra in campo un altro volto
conosciuto ai progger italiani, il tastierista Luca Scherani (Coscienza di Zeno, Höstsonaten…),
che realizza le musiche del brano (in cui suona) che permettono alla vocalist Michelle Young (Glass Hammer)
di caratterizzare in modo indelebile l’atmosfera musicale proposta.
“Ascension” è scritto e suonato dal tastierista
David Myers; cinque minuti in cui il
funky disegnato dal drummer Kimmo Pörsti e dal bassita Marco Bernard diventano la base per le ouverture di flauto e
violino di Unruh e per i viaggi
chitarristi genesisiani del chitarrista Jacques
Friedmann.
La
lunga “Ghost Written” - quasi dieci
minuti - vede la presenza degli australiani Sean Timms - tastiere, creatore delle musiche -
e del vocalist Mark Trueack, che
ricordiamo negli Unitopia.
Una
melodia mediterranea applicata agli stilemi del prog permette di realizzare una
sorta di quadro rock didattico, dove la parte solistica del già citato Alvarez
trova ausilio nell’altro chitarrista, Jacob
Holm Lupo.
Ancora
un brano “lungo”, “The Perfect Black”,
introduce un altro tastierista seminale italiano, che compone e propone la
traccia: Oliviero Lacagnina (Latte
& Miele). Segnalo anche il chitarrista classico Flavio Cucchi che va a completare la band in questo spicchio di
rara bellezza, in cui l’anima classicheggiante di Lacagnina emerge prepotente e
riporta ai primi ELP, a cui flauto e violino conferiscono maggior originalità.
Con
“Growing Up” ritorna Kerry
Shacklett, autore di musica e
liriche, e la stanza si impregna di odore di tulliana memoria… cinque minuti e
mezzo di folk inglese misto a rock tradizionale.
Ad anticipare l'altamente simbolica “Tiger” un pezzo di bravura di David
Myers, un "solo" al pianoforte di quattro minuti, emozionante e coinvolgente
che va a calmierare la forte tensione emotiva creatasi nel corso dell’ascolto
dell’album, dall’inizio alla fine, come dovrebbe essere.
Che altro aggiungere… un album che non mi
stancherei mai di ascoltare e che consiglio caldamente a tutti gli amanti del
genere!
L’INTERVISTA
Partiamo dai contenuti: che cosa avete inserito nel nuovo album,
“On We Sail”? Esiste un messaggio che volete condividere con il mondo?
Steve: “On We Sail” contiene composizioni
originali, totalmente nuove. Questa volta le collaborazioni sono diverse, con
più di uno “scrittore”. Il messaggio si focalizza sul concetto del perseverare
il nostro cammino attraverso le difficoltà e celebrare la vita di fronte alla
mortalità.
Pensiamo
che l’artwork di Ed Unitsky sia riuscito a trasmettere molto bene questo
pensiero, e forse la sola visione della copertina riesce a mettere in evidenza
questi temi e a fornire gli elementi per un primo giudizio.
Possiamo
parlare di concept album?
Steve: In realtà l’album
non era stato progettato in questo modo, ma esiste una somiglianza tematica,
una coesione tra molti brani, per cui alla fine il feeling è quello del lavoro
le cui tracce sono legate concettualmente. Ma soprattutto è destinato ad essere
un disco di canzoni ambiziose, suonate e registrate con passione, che si
percepiscono entusiasmanti ed emozionanti quando si ascoltano in sequenza,
dall’inizio alla fine.
Possiamo
considerare “On We Sail” un’evoluzione dell’album precedentemente pubblicato?
Kimmo:
Penso di sì. E’ diverso dai nostri precedenti album, e questo credo sia una
buona cosa! Direi che siamo riusciti a evidenziare maggiormente il nostro lato
strumentale anche se, ovviamente, non manca la voce di Steve. Soprattutto, ci
pare che le composizioni siano “forti”, e che quindi sia difficile sbagliare con
un materiale di tale qualità. Anche se le canzoni provengono da diversi
compositori sicuramente suonerà come un album dal brand TSOP, poiché in tutti
gli episodi abbiamo attaccato il nostro "marchio" e "samurizzato"
i brani!
Ancora
una volta avete coinvolto molti musicisti: con quel criterio sono stati scelti
gli “ospiti”?
Kimmo: Non è stato
adottato un particolare criterio nella scelta dei guest… è accaduto e basta!
Magari siamo stati impressionati da musicisti/cantanti che abbiamo ascoltato e
li abbiamo invitati ad unirsi a noi per l’occasione! Occorre dire che Marco ha
un’enorme conoscenza di artisti dediti al prog, e ha un grande talento nel
trovare e proporre i candidati a me e Steve.
Ma a
volte accade il contrario, e veniamo contattati da qualcuno che vorrebbe
registrare con noi, e se tutto va bene…
Leggendo le note ufficiali ho visto che
alcuni di loro sono anche coinvolti come autori, e quindi sembrano qualcosa di
più che semplici ospiti!
Kimmo: Sì, siamo stati
fortunati ad avere tutti questi artisti estremamente talentuosi, sia come
musicisti che come compositori. Avevamo già lavorato molte volte con Octavio
Stampalia e David Myers, e quindi eravamo consci dell'alta qualità del loro
lavoro. David ha composto e suonato un brano di pianoforte acustico in tutti i
nostri album, ma questa volta ha anche contribuito ad un pezzo completo, “Ascension”. Avevamo anche suonato con
Oliviero Lacagnina, coinvolto nell'album “Decameron
III”, e quindi siamo stati molto contenti di ricevere la sua eccitante “Perfect Black”, per questo album di
TSOP.
E’
invece stata la prima volta che abbiamo coinvolto Sean Timms (Unitopia,
Southern Empire), Luca Scherani (La Coscienza di Zeno, Hostsonaten) e Kerry
Shacklett (Presto Ballet), che ha fornito due tracce.
Per
ultimo, ma non meno importante, devo ricordare un nuovo apporto di Stefan
Renström, il cui contributo in “Lost and
Found” è stato enorme. La canzone di Stefan, "Tigers", chiude l'album, e spero che tu capirai il perché,
quando lo sentirai... Siamo riusciti ad avere i file originali di Stefan e quindi
abbiamo avuto modo di suonare con lui anche questa volta, l’ultima.
Riprovo
con una domanda già fatta in passato, ma… i tempi cambiano! TSOP è un progetto
tipicamente “studio”, per ovvie ragioni, ma… esiste una possibilità di vedere
una vostra performance live, magari in Italia?
Kimmo: Sia io che Steve
facciamo concerti con le nostre band. Sarebbe molto divertente farlo anche con
i TSOP, ma non è molto semplice, tenuto conto delle distanze che ci dividono.
Chissà, potrebbe accadere un giorno… vedremo!
“0n We Sail” sarà
rilasciato tra poco: sono previste presentazioni ufficiali?
Kimmo: Temo di no,
poiché Steve è impegnato con i suoi progetti con Mark Trueack e Sean Timms e io
e Marco stiamo già lavorando a un nuovo album.
Steve: Ma sicuramente
promuoveremo l’album, perché siamo molto soddisfatti del risultato finale,
anzi, pensiamo che potrebbe essere il miglior realizzato dai TSOP sino ad oggi,
e la band sembra abbia davanti un buon futuro!
Tracklist
1. On We Sail (6:21)
2. Elements of Life (7:54)
3. Theodora (5:55)
4. Ascension (5:19)
5. Ghost Written (9:40)
6. The Perfect Black (9:30)
7. Growing Up (5:42)
8. Over Again (4:06)
9. Tigers (10:34)
Total Time 65:01
2. Elements of Life (7:54)
3. Theodora (5:55)
4. Ascension (5:19)
5. Ghost Written (9:40)
6. The Perfect Black (9:30)
7. Growing Up (5:42)
8. Over Again (4:06)
9. Tigers (10:34)
Total Time 65:01
The band
Marco Bernard / Rickenbacker bass
Kimmo Pörsti / drums and percussion
Steve Unruh / vocals, violin, flute, guitar
Guest musicians
Octavio Stampalía / keyboards
Rubén Álvarez / electric & acoustic guitars
Kerry Shacklett / keyboards, vocals, acoustic guitar
Srdjan Brankovic / electric guitars
David Myers / keyboards, grand piano
Jacques Friedmann / electric guitars
Luca Scherani / keyboards
Michelle Young / vocals
Sean Timms / keyboards
Mark Trueack / vocals
Jacob Holm Lupo / electric guitars
Oliviero Lacagnina / keyboards
Flavio Cucchi / classical guitar
Brett Kull / electric guitar
Daniel Fält / vocals
Roberto Vitelli / Moog Taurus pedals
Stefan Renström / keyboards, vocoder
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