lunedì 4 febbraio 2008

Emerson Lake e Palmer


Riprendo il viaggio nella musica Progressive proponendo una delle formazioni di maggior successo della scena inglese anni 70.
Sto parlando di Emerson Lake e Palmer.
A quest’ultimo, ho dedicato un post giorni fa, dove lo si può ammirare in un pregevole assolo di batteria.
Nei miei anni migliori ho avuto la possibilità di vedere il gruppo ( forse era il 72) al palasport di Genova.
Ricordo bene l’inizio con “Hoedown”, cioè il brano che ascolteremo oggi, a fine post.
Di quella sera ho immagini confuse, con suoni non troppo “puliti” a causa di una pessima acustica, ma con due scene molto spettacolari che vedevano protagonista Emerson, prima col Ribbon e poi con un coltello in mano, a massacrare l’Hammond.
Giornata comunque indimenticabile.
Indimenticabile fu anche la seconda occasione che mi si presentò .
Il concerto era a Milano, di venerdì, ed in quattro convincemmo i genitori che era buona cosa uscire da scuola un' ora prima per prendere il treno ed arrivare in tempo per il concerto.
Non so come facessero a fidarsi di noi quando avevamo 16 anni!
Arrivammo là e ben presto scoprimmo che il concerto non si sarebbe tenuto per un problema alla voce di Lake.
Che fare?
Una scritta gigante prometteva che il concerto si sarebbe tenuto la sera successiva, e allora ci organizzammo con amici di amici e trovammo una sistemazione in un garage (che a dire il vero sembrava un salone arredato) e qualcuno ci mise a disposizione un sacco a pelo.
Eliminato il problema del dormire, restava un dettaglio… avvisare i genitori che avremmo passato fuori la notte, per la prima volta soli.
Al telefono mio padre mi promise tuoni e fulmini al mio ritorno a casa.
Ma l’importante era il concerto.
La notte dormii poco… faceva freddo ed un cane fuori dalla porta del garage mi impedì di espletare le mie necessità fisiologiche, per cui non mi restò che correre su e giù.
Ma almeno avevo la previsione del concerto imminente.
E invece no, e questa volta il concerto fu annullato per lo stesso problema alle corde vocali del bassista.
Tornammo a casa senza musica e con il terrore della punizione.
Fu davvero un uragano quello chi si abbatté tra le mura domestiche!
Meglio sorvolare.

Pochi mesi fa, leggendo il libro scritto da Emerson sulla sua vita, ho ritrovato con grande soddisfazione il ricordo di quei giorni a Milano.
E’ raccontato chiaramente come Lake ebbe una noiosa faringite, e a distanza di 35 anni ho trovato almeno la soddisfazione che ci era stata detta la verità, e quindi ero stato punito da papà, ma non ero stato preso in giro.

Ho visto Emerson col suo nuovo gruppo, due anni fa al Priamar di Savona ed e’ stata una grande emozione rivederlo ancora pimpante.

Lui come Wakeman... i miei idoli delle tastiere.

Ma vediamo qualcosa di oggettivo.

Gli Elp, sono stati concettualmente e strutturalmente un’evoluzione di Nice, di cui ho già parlato nel blog: stesso taglio di rock e barocco, stessa formazione a tre,stesso leader (Emerson), ma una fortuna commerciale molto più marcata.
Già in partenza ELP e’ un supergruppo dalle grandi ambizioni: Emerson e’ pianista di grandi doti, Greg Lake ha collaborato alla nascita dei King Crimson, Palmer ha suonato con Chris Farlowe, Arthur Brown e Atomic Rooster.
Con le idee chiarissime sul da farsi, in tre entrano subito in scena con grande fragore, sul palco del festival di Wight, nel 1970, sconcertando il pubblico con ardite combinazioni tra rock e musica classica, ma anche con trucchi scenici, abiti vistosi, fumi e colori, monumentali attrezzature e una generale tendenza all’eccesso.
E’ un crescendo inarrestabile che spinge il gruppo nelle zone alte delle classifiche e innalza i tre musicisti tra i grandi del rock.
La formula funziona per cinque anni e sei album, l’ultimo dei quali e’ un triplo disco dal vivo che riassume e suggella l’epoca del glam prog.

Nella mia raccolta musicale non mancano:

-Emerson Lake and Palmer
-Tarkus
-Pictures at an Exibition
-Trilogy
-Brian Salade Surgery

Ascoltiamo ora "Hoedown" in un concerto del 1973... proprio a Milano.







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