Vent'anni senza Long John Baldry. Ricordando il gigante del blues britannico che ha lasciato un'impronta
indelebile nella storia della musica, mentore di intere generazioni…
Vent'anni fa, il 21 luglio 2005, il mondo della musica
perdeva una delle sue figure più imponenti e influenti: John William "Long John" Baldry. Scomparso a
Vancouver all'età di 64 anni a causa di una grave infezione polmonare, Baldry
non era solo un talentuoso cantante e chitarrista, ma un vero pioniere del
blues britannico, un mentore per generazioni di musicisti e una presenza
carismatica che ha lasciato un segno indelebile.
Nato a East Haddon, Northamptonshire, nel 1941, Baldry si
distinse fin da giovane per la sua statura imponente (2 metri e 1 centimetro,
da cui il soprannome "Long John") e per la sua voce potente e roca.
La sua passione per il blues americano, in particolare per artisti come
Leadbelly, Muddy Waters e Howlin' Wolf, lo portò a immergersi nella nascente
scena blues di Londra alla fine degli anni '50.
Fu una figura centrale nello sviluppo del British blues.
All'inizio degli anni '60, Baldry fu uno dei primi vocalisti britannici a
cantare il blues nei club, condividendo il palco con figure che sarebbero
diventate leggende. Fu membro dei Blues Incorporated di Alexis Korner, una band
seminale che vide tra le sue fila artisti come Mick Jagger, Charlie Watts e
Jack Bruce. In seguito, assunse la guida dei Cyril Davies R&B All Stars,
ribattezzandoli Long John Baldry and his Hoochie Coochie Men, dove diede spazio
a un giovane e sconosciuto Rod Stewart. Successivamente, formò i Bluesology, un
gruppo in cui militava un pianista di nome Reg Dwight, che in seguito sarebbe
diventato famoso come Elton John.
L'influenza di Baldry sui suoi contemporanei fu profonda. Non
solo fornì opportunità a molti futuri giganti del rock, ma fu anche un punto di
riferimento per la loro crescita artistica. Rod Stewart ha spesso citato Baldry
come colui che lo introdusse al blues, affermando: "In quei giorni
l'unica musica di cui ci innamorammo era il blues e John, con la sua voce
meravigliosa, fu il primo bianco a cantarla." Elton John, a sua volta,
riconobbe Baldry per averlo aiutato ad accettare la sua identità e per avergli
dato il nome "John" in omaggio a lui. L'episodio in cui Baldry lo
salvò da un tentativo di suicidio ispirò la celebre canzone "Someone Saved My Life Tonight".
Nonostante la sua profonda immersione nel blues, Baldry
raggiunse il suo maggiore successo commerciale nel 1967 con la ballata pop
"Let the Heartaches Begin", che raggiunse il primo posto nelle
classifiche britanniche. Questo dimostrò la sua versatilità e la capacità di
attraversare i generi. Negli anni '70, cercò di tornare alle sue radici blues,
pubblicando album acclamati dalla critica come It Ain't Easy
(prodotto da Elton John e Rod Stewart) e Everything Stops for Tea.
Negli ultimi decenni della sua vita, Baldry si trasferì in
Canada, dove continuò a registrare e ad esibirsi, rimanendo una figura
rispettata nel circuito blues e folk. La sua voce distintiva trovò spazio anche
nel doppiaggio, prestando la sua voce a personaggi animati, tra cui il Dr.
Robotnik in "Sonic the Hedgehog".
Oggi, a vent'anni di distanza, il suo ricordo non è affatto
sbiadito; al contrario, celebra un impatto duraturo e inconfondibile che il
tempo non ha scalfito, un'eredità che continua a vibrare nel cuore del blues e
del rock.
