THE TIME MACHINE
The Samurai Of Prog Featuring Marco Grieco
Studio Album, ottobre 2024
L’abitudine all’ascolto dei The
Samurai Of Prog - e quindi a tutte le
evoluzioni che riguardano la dinamicità dei musicisti, in continuo cambiamento -
mi hanno portato ad individuare in Marco Bernard e Kimmo Pörsti
il motore del progetto, ma, almeno dall’esterno, le porte sembrano sempre
aperte per chi è in grado di aggiungere qualità, non solo puramente
strumentistica, ma anche compositiva.
Il nome di Marco Grieco, che nella copertina appare con
la denominazione “featuring”, è sempre più presente nella produzione
finlandese, ma in questo caso è lui l’autore in toto di un concept che lo vede
comporre musica e liriche.
Per il mero fruitore dell’opera dei TSoP, quello che interessa
è il risultato, ovvero quell’abitudine/certezza che l’esperienza sonora e
visiva che sta per iniziare andrà in una direzione ben precisa.
A di là del mio impegno nel mantenere oggettività di
giudizio, devo sottolineare come ogni nuovo loro progetto sia di mia piena soddisfazione,
un piacere che, è inutile negarlo, parte da qualcosa che, apparentemente non sembra sostanza, eppure, l’art work proposto in ogni occasione è parte formante della
bellezza dei loro album.
Non vorrei usare toni troppo roboanti, ma il nuovo impegno, "The Time Machine", dopo il primo ascolto,
avvenuto rigorosamente davanti a immagini e testi, mi è sembrato una sintesi
perfetta della mia idea di musica progressiva moderna, dove le skills elevate
dei singoli portano a realizzare il vero connubio tra trame sinfoniche e la
musica rock, tra tecnologia e strumenti acustici, con il desiderio di
raccontare un ambizioso concept che, se seguito con un po’ di attenzione,
riporta ad una lucida attualità, con un messaggio inequivocabile che sottolinea
la crudezza e l’inutilità delle guerre da cui siamo circondati.
Quindi un messaggio contro la guerra e, cosa da evidenziare, tutti i proventi delle vendite saranno devoluti ad un'organizzazione umanitaria a sostegno dei bambini colpiti dal conflitto in Ucraina.
Passiamo al contenuto più specifico, e a questo proposito, cliccando sul link a seguire, sarà possibile avere tutte le info importanti sui crediti, con testi e musicisti impegnati per ogni episodio:
https://athosenrile.blogspot.com/2024/10/i-samurai-of-prog-e-marco-grieco.html
“The Time Machine” è la summa di otto tessere
che si sviluppano nell’arco di poco meno di un’ora. Il fil rouge è dichiarato,
un iter evolutivo che racconta di un viaggio, quello attraverso i secoli della
nostra storia, dagli albori all’attualità, lasciando l’elemento descrittivo al
verbo miscelato alle trame sonore, anch’esse in grado di “raccontare”, come
accade specificatamente in due tracce, completamente strumentali.
Dice Marco Grieco a tal proposito: “The Time Machine è un album che esplora il passato e il futuro, trascinando l'ascoltatore in un viaggio fantastico che parte dall'alba dell'umanità e si conclude con una riflessione sul nostro presente e futuro. Le otto tracce, che compongono il disco, sono tasselli di un mosaico che raffigura momenti cruciali della storia umana, dal legionario romano che medita sulla guerra, al genio creativo di Leonardo da Vinci, fino a Einstein, simbolo delle sfide morali della scienza moderna”.
Si inizia con The Time machine, e l’orologio che scandisce il passare del tempo lascia il passo al violino di Maria Kovalenko, che introduce la delicatezza vocale di Serge Tiagniryadno. L’esplosione a seguire è uno dei leitmotiv dell’album, un fluttuare di emozioni cangianti nello spazio di un amen.
Il desiderio… macchina del tempo, riportami
indietro nei secoli, riscriverò la storia, cambierò il passato e tutto andrà
bene…
Ma nel corso del viaggio… mi rendo conto che non posso cambiare ciò che è stato fatto, il passato è stabilito, non può essere annullato; macchina del tempo, portami indietro, al punto di partenza!
A seguire Apes, e la preistoria fa capolino. Restano gli stessi strumentisti “esterni” - cambio solo sull’elettrica che passa a Roine Stolt - mentre Grieco e la sezione ritmica formata da Bernard e Pörsti saranno presenti per tutto il disco.
Noi siamo le scimmie, le prime della nostra specie; ci chiediamo quale sia il mondo che troveremo alla fine del viaggio… avremo mai le risposte che cerchiamo?
Certamente, un ascolto di questo tipo, con la lettura della
lirica mentre il brano scorre, è capace di influenzare notevolmente il
coinvolgimento, ma è un modus che consiglio vivamente, almeno la prima volta, perché
“il viaggio delle scimmie”, tanto per restare in tema, prende corpo e fornisce
sensazione di realtà.
Strumenti classici del rock si miscelano a sintetizzatori e anche in questo senso il percorso nel tempo assume contorni realistici.
Ma l’excursus di Grieco cammina rapido e si sofferma su guerre antiche e sulla caduta dell’Impero Romano, vicenda raccontata nel brano The Last Legionary:
Mi trovo tra i resti dell'antico
regno di un impero, ho assistito a innumerevoli battaglie e ho visto nemici
sepolti, ma mentre affronto i miei giorni crepuscolari rifletto sulla scia delle
innumerevoli guerre viste, e mi chiedo se fossero evitabili, se vale la pena il
prezzo pagato per ottenere potere attraverso lotte sanguinarie.
Eppure, nel crepuscolo della mia vita, mi ritrovo solo.
Iniziale tono epico e, nel corso della traccia, si fa notare
l’intreccio tra il violino della Kovalenko e i fiati, il corno francese di Marc
Papeghin e la tromba di Balázs Winkler.
Esprimendo un sintetico giudizio con un aggettivo direi pezzo “aulico”… è questo il senso di sacralità musicale che mi arriva dall’ascolto, con una variabilità unica, quella che solitamente mi porta a dire che è impossibile non trovare qualcosa di proprio gradimento nella generica musica prog, fondata sulla contaminazione e sulla libertà espressiva.
Il time travel è ancora lungo e la macchina fa un paio di soste e incontra in primis Leonardo da Vinci che si dispera; il titolo è Painting Mona Lisa:
Portami con te nell'abbraccio del futuro, dove posso spiccare il volo e i miei talenti possono trovare spazio. Lascia che il mio genio prosperi in un mondo ancora da realizzare…
Significativo l’intervento chitarristico dell’italiano
Roberto Bucci ma mi soffermo sulla figura di un altro musicista di casa nostra,
il flautista Giovanni Mazzotti, che ci riporta a sonorità note, tra Johann
Sebastian Bach e Jethro Tull.
Magnifico!
Superando i secoli si fa una sosta per dare luce ad Albert Einstein che troviamo in E=MC2
Ho cercato i segreti, la svolta cosmica, ma nel profondo si agita un conflitto interiore: valeva la pena percorrere quel tipo di sentiero? Ho forse perso il controllo? Una fusione di atomi, una potenza sconfinata, ma con essa sono arrivati gli echi della disperazione. Il peso delle ripercussioni è troppo pesante da sopportare e mi chiedo… avrei potuto cambiare il percorso scelto dal destino?
Nuovo vocalist (sono cinque in totale) - il conosciuto Clive Nolan (Pendragon, Arena) - per un episodio che riproduce le visioni di un genio e le sue preoccupazioni, disegnando con appropriate trame sonore un mondo che propone l’immagine di maggior modernità.
A questo punto subentrano i due strumentali, il primo
intitolato Moon, e quindi si suppone che il viaggio
sia arrivato al 1969, giorno in cui avvenne il primo allunaggio.
Tensione, emozione, stupore, paura, coraggio, incoscienza… sono questi gli stati d’animo che ho percepito immaginando le immagini di quei giorni collegate a ciò che i Samurai riescono a creare.
Il secondo è un tributo a Nelson Mandela, Madiba's Life, che vede impegnato il solo Marco Grieco al Grand Piano, due minuti dal forte impatto emotivo, e sottolineo la fotografia scelta, meravigliosa, fruibile attraverso il link su indicato, che presenta un Mandela immortalato da dietro, con una pletora di seguaci che ascoltano e sorridono, immagine di una serenità che non ha certo contraddistinto la storia dell’attivista sudafricano, raggiunta, forse, a fatica, alla fine di un lungo percorso.
Si arriva alla conclusione con Future, commovente monologo interiore di una donna incinta che riflette sul futuro del mondo e sul coraggio necessario per far nascere una nuova vita. Questa chiusura ottimistica incarna la speranza, il messaggio di fondo dell'album: nonostante le difficoltà, l'umanità ha la capacità di plasmare un futuro migliore (Grieco).
Per raccontare la storia di una donna viene scelta una
vocalist, Christina Booth, che riesce a fornire grande pathos al suo racconto.
Nove minuti di colline, intese come dolcezza e commozione alternate a momenti di grande altitudine sonora, una bellezza che solo la Musica è in grado di generare, se si conoscono alla perfezione le leve di comando, ovvero quando il virtuosismo tecnico si unisce alla sensibilità.
A questo punto è buona cosa leggere la sintesi oggettiva tratta dalle note ufficiali:
Musicalmente, “The Time Machine” è un esempio luminoso di progressivo
rock sinfonico moderno, capace di fondere le tecniche classiche del progressive
con arrangiamenti orchestrali di grande raffinatezza. Marco Grieco, alla
tastiera, guida l'ascoltatore attraverso paesaggi sonori impreziositi da
sintetizzatori Moog e chitarre elettriche, creando un'armonia quasi
cinematografica. Il tutto è rafforzato dall'inclusione di strumenti classici
come flauto, violino, tromba e corno francese, che donano un'ulteriore
profondità agli arrangiamenti.
Le collaborazioni con artisti internazionali, tra cui Serge Tiagniryadno e Christina Booth alle voci, e musicisti come il chitarrista Roine Stolt, arricchiscono ulteriormente l'album, rendendo ogni brano un’esperienza variegata e imprevedibile. La sezione ritmica, composta dal bassista Marco Bernard e dal batterista Kimmo Pörsti, fornisce una base solida che permette a queste complesse tessiture musicali di respirare e svilupparsi.
Che altro aggiungere… ho immaginato un ascolto condiviso, con
anime pure, mai toccate dal genere… ho immaginato un utilizzo didattico, fatto
con pubblico trasversale… prog o non prog questa è arte, è sintesi dello scopo
della musica, ormai caratteristica di tutte le proposte dei The Samurai of Prog.
Bernard, Pörsti e Grieco, con tutta la truppa al seguito, ci regalano la certezza che ci sia ancora spazio per vivere la musica al di fuori che di ciò che impone il mainstream… certo, se un album come questo fosse stato pubblicato nel 1973, tanto per citare un anno d’oro, sarebbe entrato nella storia! Ma ora…
Un assaggio...
Tracks Listing
1. The Time Machine (9:59)
2. Apes (7:35)
3. The Last Legionary (7:44)
4. Painting Mona Lisa (6:37)
5. E=MC2 (8:14)
6. Moon (6:55)
7. Madiba's Life (1:46)
8. Future (9:05)
Total Time 57:55
Line-up / Musicians
- Marco Bernard / Shuker basses
- Marco Grieco / keyboards
- Kimmo Pörsti / drums & percussion
Music and lyrics by Marco Grieco
With:
- Serge Tiagniryadno / vocals
- Tony Riveryman / electric guitars
- Maria Kovalenko / violin
- Giovanni Mazzotti / flute
- Roine Stolt / electric guitar
- Bo-Anders Sandström / vocals
- Marc Papeghin / French horn
- Balàzs Winkler / trumpet
- Daniel Fäldt / vocals
- Roberto Bucci / electric guitar
- Clive Nolan / vocals
- Marcel Singor / electric guitar
- Peter Matuchniak / electric guitar
- Christina Booth / vocals
Releases information
Artwork: Michal Xaay Loranc
CD Seacrest Oy - SCR-1046 (2024,
Finland)
Produced by Marco Bernard, Marco
Grieco and Kimmo Pörsti
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