Il 9 febbraio del 2024 resterà
nei miei ricordi e nel mio cuore come il giorno in cui ho presentato un libro
in un luogo aulico, austero, carico di storia. Mi riferisco alla Biblioteca
Universitaria di Genova, ex Hotel Colombia Excelsior, location che per attuale
uso spinge verso l’ambito culturale, ma che gode di un passato che profuma di
miti musicali, dal momento che nel 1965 i Beatles vi soggiornarono per
una notte, e tennero una conferenza stampa proprio nella sala destinata alla
presentazione di “1973-L'ANNO CRUCIALE DELLA MUSICA
RACCONTATO IN 73 DISCHI LEGGENDARI, a cura di A. PINTELLI, A. ENRILE, A. DE NEGRI.
La musica è cultura!
Il merito organizzativo va tutto a Mauro Costa, che ha messo insieme le componenti necessarie per imbastire un evento del genere in un luogo prestigioso. Aggiungo Antonello Mura, assente, ma anch’esso determinante per la progettazione.
Sono reduce da numerosi
incontri legati al libro su Woodstock, uscito anch’esso pochi mesi fa,
ma era la prima volta che proponevo questo nuovo progetto, dopo aver mancato l’occasione
nel dicembre scorso, quando Angelo De Negri presentò l’atto zero, mentre ero
indisposto.
Quando gli autori sono tre,
e vivono in luoghi diversi, diversificare e moltiplicare i momenti di
condivisione diventa semplice.
In questo caso giocavo fuori casa, in sostituzione del buon Angelo, ma gli accompagnatori non sono mancati. Per fortuna!
Un po' di preoccupazione c’era, e mi riferisco al fatto che la scarsità di presenze, in un luogo che contiene 130 persone a sedere, poteva diventare demotivante. E poi il maltempo, l’orario… insomma, sentimenti contrastanti mi hanno portato a pensare che potevo anche evitare il disagio emotivo… vendere libri non è una mia priorità, condividere momenti a carattere musicale è il vero obiettivo.
Nonostante tutto sia andato
abbastanza bene - sarò più specifico nelle righe a seguire - ho lasciato Genova
con un senso di insoddisfazione, di frustrazione, perché le cose non sono
andate esattamente come avrei voluto.
Stamattina, dopo lunga metabolizzazione,
ho realizzato che non è stato poi malaccio, e alla fine la cosa negativa è risultata
soprattutto la necessità di “tagliare” parte di ciò che era previsto. Eppure,
per un’ora e mezza gli scambi non sono mancati, con una assoluta attenzione del
pubblico, certamente interessato dal progetto di nicchia.
Una ora e mezza è ciò che più o meno serve nelle normali presentazioni, ma questa in particolare necessita di una maggior libertà espressiva. Poco male.
A un quarto d’ora dall’inizio
le presenze erano pressoché nulle, se si esclude il pool di presentatori/organizzatori/musicisti,
e alla fine il risultato ottenuto è stato ancora una volta frutto del team
work, e al Mauro Costa già citato, si sono uniti Edmondo Romano,
musicista - uno di casa da queste parti -, Riccardo Storti - saggista e promulgatore
culturale - e Roberto Storace, che ho aiutato nel set acustico. Beh, per
chi ci conosce, sto parlando di schegge di MAT2020.
Poco alla volta il pubblico
è arrivato, e attorno alle 17,15, momento di inizio, una quarantina di anime sono
diventate parte di un evento inusuale.
Tra le presenze note segnalo
Massimo Gori (Latte e Miele) che, come da nostra moderata richiesta, ha contribuito alla
riuscita del dibattito, con i suoi commenti pertinenti e mirati.
Vorrei anche ringraziare Andrea
Zappaterra, a cui si deve il video a seguire, non completo per problemi
tecnici, ma un’ora di registrazione potrà fornire un’idea chiara di quanto
accaduto. Nell’ambito delle mie conoscenze personali, sono grato per la
presenza a Pietro Dacci, Michele Caprini, Luca Pizzimbone,
Enrico Meloni. Evidenza a parte per Paola Tagliaferro e Cesare
Rinaldi, che non fanno mai mancare il loro sincero apporto.
Spero di ritrovare in altra occasione almeno un centinaio di “amici” locali, musicisti e appassionati dei generi trattati nel libro, in questa occasione tutti presi da impegni improrogabili.
Come ormai consuetudine, per l’occasione era stato approntato un set acustico, fatto di pochi brani collegati al book, ma alcune defezioni giustificate hanno ridotto le possibilità espressive, e alla fine il lavoro “pesante” è ricaduto sulle spalle di Roberto Storace, a cui ho cercato di dare una mano.
Come già evidenziato, il
dibattito è nato spontaneo, innescato dalle mie provocazioni e, come qualcuno
mi ha fatto notare a posteriori, avremmo potuto continuare per ore.
Le ore 19 ci sono piombate
addosso senza che ce ne rendessimo conto, e la chiusura forzata della sala ci
ha privato dell’ultimo atto di socializzazione, quello che permette i saluti
personali.
Un ringraziamento anche ad Alberto
Nocerino, dipendente della Biblioteca, che ci ha supportato in ogni modo
possibile, facilitando ogni nostra azione.
Un plauso anche a chi ha
gestito l’allestimento tecnico, forse carente se si fa riferimento all’amplificazione
per sezioni musicali, ma per quanto riguarda l’aspetto audio visivo e il layout
generale, tutto mi è sembrato adeguato, ed è probabile che presto sarà disponibile
l’intera registrazione dell’evento, fornita dalla Biblioteca stessa.
E chissà che non si possa
tornare da quelle parti!
E ora mettetevi comodi, se vi garba: per almeno un’ora potrete fare un salto temporale a ritroso e ascoltare le cose che ci siamo detti!