giovedì 28 dicembre 2023

Un nuovo album di David Gilmour dovrebbe essere pubblicato nel 2024



 La moglie di David Gilmour, Polly Samson, ha postato delle foto di lui che lavora in studio con una serie di musicisti.

 

David Gilmour ha lavorato in studio a un nuovo disco solista, la cui uscita è prevista per il 2024.

Il nuovo album sarebbe il seguito di Rattle That Lock del 2015, il quarto album solista di Gilmour, anche se da allora ha pubblicato il singolo solista Yes I Have Ghosts nel 2020 e il singolo a sorpresa dei Pink Floyd Hey Hey, Rise Up nel 2022.

La notizia è stata riportata dal sito web dei Pink Floyd Neptune Pink Floyd, che ha ripreso una serie di post sui social media della moglie di Gilmour, la scrittrice e paroliera Polly Samson, che ha pubblicato sul suo account Instagram una serie di fotografie di David che lavora in studio con vari artisti.

 


Tra questi, il bassista di lunga data Guy Pratt (che compare anche in Saucerful of Secrets di Nick Mason), Roger Eno al pianoforte, il batterista Adam Betts – che ha già lavorato con Jarvis Cockern – e il bassista Tom Herbert (The Invisible e Polar Bear).

Samson ha anche confermato il nuovo album in un'intervista con il sito web rumeno Ziles Inopti, affermando: "Spero di tornare con un nuovo romanzo il prima possibile. Al momento sto lavorando con David Gilmour su nuove canzoni. Promettente, vero?"

 

Non ci sono ancora notizie ufficiali su una potenziale data di uscita.



domenica 24 dicembre 2023

Curved Air: riscopriamo l'album "Air Cut" del 1973

 


Air Cut è il quarto album in studio della band rock inglese Curved Air, pubblicato nel 1973. L'album è stato prodotto da Chris Thomas e registrato presso gli studi Morgan di Londra.

Air Cut segna l'inizio di un nuovo capitolo nella carriera dei Curved Air. La band ha abbandonato l'approccio più sperimentale e barocco dei primi album per abbracciare un suono più diretto e rock. Il risultato è un album più accessibile e radiofonico, ma che non rinuncia alla complessità e alla raffinatezza della musica dei Curved Air.

Il disco si apre con "The Purple Speed Queen", un'energica canzone pop, e termina con "Easy", un'intima ballata folk. "Two Three Two" è un altro brano rock potente, mentre "Metamorphosis" è un'elaborata suite che spazia da elementi rock ad altri  classici. Da segnalare "Elfin Boy", una dolce e sognante ballata folk.

Air Cut è un album ben riuscito che dimostra la maturità artistica dei Curved Air. La band ha trovato un equilibrio tra la sperimentazione e la semplicità, creando un album che è sia accessibile che stimolante, un must have per tutti gli amanti del rock progressivo e della musica degli anni '70.

 

Brani (cliccare sul titolo per ascoltare)

Lato 1

1.       The Purple Speed Queen- 3:20

2.       Elfin Boy- 4:20

3.       Metamorphosis - 10:30

4.       World - 1:32 

Lato 2

5.       Armin (Instrumental) - 3:16

6.       U.H.F.-6:06

7.       Two-Three-Two- 4:10

8.       Easy- 6:45

 


Musicisti

Curved Air

Sonja Kristina – voce (1-4, 6, 8) e cori (7) voce, chitarra acustica (2)

Eddie Jobson – violin elettrico, cori (6), sintetizzatore VCS3, mellotron, piano, organo, harpsichord (2)

Kirby Gregory – chitarra, basso (4), cori

Mike Wedgwood – basso (tutto tranne 4), chitarra acustica (4), cori e voce (7, 8)

Jim Russell – batteria


Crediti supplementari

Artwork-Modula

Illustrazioni basate su disegni di Ian Fink

Ingegnere suono – Paul "The Rock" Hardiman

Fotografia – Mal Linwood-Ross & Mike Putland







mercoledì 20 dicembre 2023

David Jackson e René van Commenée condividono il nuovo singolo natalizio Gateway


David Jackson, ex membro dei VdGG, pubblicherà il nuovo album Keep Your Lane con il percussionista e produttore olandese René van Commenée a febbraio

 

L'ex sassofonista dei Van der Graaf Generator David Jackson e il percussionista e produttore olandese René van Commenée hanno condiviso il loro nuovo singolo natalizio Gateway, che potete ascoltare a seguire.

La coppia ha recentemente annunciato che pubblicherà un nuovo album in studio, Keep Your Lane, attraverso la Talking Elephant Records il 2 febbraio.

Il nuovo album contiene una nuova versione di Pioneers Over c dei Van der Graaf, originariamente dall'album del 1970 H To He Who Am The Only One, mentre l'ultima traccia, Felona, attinge dalle idee che Jackson e l'ex compagno di band Peter Hammill pensarono per Le Orme per la loro versione inglese del 1973 di Felona e Sorona, brani rielaborati appositamente per il nuovo album.

<<Il brano è stato ispirato dall'atmosfera evocata dal singolo natalizio di Kaprekar Constant, “All You Wish Yourself>>, spiega Jackson. "Ho scritto una marcia di coda per questo, che non è mai stata usata, ma quando l'ho inviata a René ha creato un pezzo completamente nuovo".

Keep Your Lane vede anche la partecipazione dell'ex bassista dei Porcupine Tree Colin Edwin, Dorie Jackson - la figlia di Jackson con la quale si esibisce nei Kaprekar's Constant -, Andrew Keeling e John Ellis.








Ci ha lasciato Bob Johnson, ex membro degli Steeleye Span


È morto il 15 dicembre 2023, all'età di 79 anni, Robert Johnson, chitarrista, cantante e compositore britannico. È stato membro del gruppo folk rock britannico Steeleye Span dal 1972 al 1977 e di nuovo dal 1980 al 2001.

Era nato a Londra. Sua madre era un'insegnante di musica. Ha studiato alla Westminster City School di Londra e all'Università dell'Hertfordshire.

Johnson suonò chitarre acustiche ed elettriche e cantò nell'album del 1972 del suonatore di dulcimer degli Appalachi Roger Nicholson Nonesuch for Dulcimer, accreditato come Robert Johnson. Nel 1972 divenne membro della band folk elettrica inglese Steeleye Span, dopo essere stato introdotto dal violinista Peter Knight.

È apparso per la prima volta nel quarto album del gruppo, Below the Salt, dove ha cantato nella traccia "King Henry". Insieme a "King Henry", introdusse molte delle canzoni più conosciute della band nel repertorio, come "Thomas the Rhymer", "Alison Gross", "Long Lankin" e "Gaudete".

Nonostante abbia cantato in molte canzoni, era una sorta di membro di sottofondo. Johnson lasciò temporaneamente gli Steeleye Span nel 1977 per lavorare su un concept album, The King of Elfland's Daughter, insieme a Peter Knight. Tuttavia, tornò nel 1980 per registrare Sails of Silver. Dopo l'abbandono di Tim Hart dalla band nel 1980, Johnson divenne l'unico chitarrista e un membro più importante, assumendo un ruolo centrale per gli album Back in Line (1986) e Tempted and Tried (1989).

A causa di motivi di salute, lasciò gli Steeleye Span nel 2000, ma tornò l'anno successivo per registrare Present – The Very Best of Steeleye Span. Tuttavia, i suoi problemi di salute gli impedirono di andare in tour, così fu sostituito da Ken Nicol. Ciononostante, ha continuato ad essere coinvolto con la band, contribuendo alla scrittura di canzoni e alla voce per i loro album in studio, l'ultimo dei quali è Wintersmith nel 2013.

Nel 2023, Steeleye Span ha pubblicato una nuova registrazione del brano "The Green Man", scritto da Bob negli anni '80 ma mai pubblicato ufficialmente.  Il riff di chitarra è stato riproposto da Bob per la canzone "Well done, Liar" nell'album del 2000 Bedlam Born.

Johnson era uno psicologo qualificato, avendo conseguito una laurea presso l'Università dell'Hertfordshire. Ha avuto due figli, Barnaby e Holly, con la sua prima moglie, Jane. Al momento della sua morte, era sposato con la sua seconda moglie, Mandy.

Il 16 dicembre, l'account Twitter Steeleye Span ha rilasciato una dichiarazione in cui annunciava la sua morte, dicendo che "stava male da alcuni mesi, ma alla fine ci ha lasciato alla ricerca della fine dell'arcobaleno".









venerdì 15 dicembre 2023

“Woodstock - Ricordi, aneddoti, sentimenti diffusi”-Presentazione di Celle Ligure del 14 dicembre

 


Ultimo incontro dell’anno utile a presentare il libro “Woodstock - Ricordi, aneddoti, sentimenti diffusi”, di Pintelli/Enrile/De Negri.

La location destinata all’evento era in questo caso il magnifico Centro Mezzalunga di Celle Ligure, che ospita con continuità eventi sociali e culturali.

Buona la partecipazione di pubblico e, soprattutto, l’interesse reale, quello che chi guida l’incontro percepisce al volo e rispetto al quale è possibile cambiare indirizzo alla narrazione.

Ormai è cosa collaudata, il contenitore realizzato soddisfa tutti… i meno giovani che hanno il piacere del ricordo che, niente come la musica riesce a stimolare, ma risulta piacevole anche per le nuove generazioni - incontrate da ottobre ad oggi - che afferrano il significato racchiuso tra le pagine del libro, che utilizza il festival per raccontare cosa accadde in quel magico 1969.

Ogni incontro avuto è stato caratterizzato da differenti contorni e nessuno dei sei episodi si può considerare sovrapponibile. Ieri, ad esempio, il driver era per la prima volta Mauro Selis, melomane e psicologo, partecipante attivo nel “progetto Woodstock”, che ha sintetizzato il concetto di “LSD”, caratterizzante dei tre giorni di pace, amore e musica.

Eppoi un ospite, Sandro Signorile, che assieme a Roberto Storace ha proposto una versione particolare di “4 + 20”, ovviamente di CSN&Y, band la cui musica è stata utilizzata nel corso della presentazione.

Parte musicale ad appannaggio dei B.E.S.T. (BRIANO Marco, ENRILE Athos, STORACE Roberto, TERRIBILE Giuseppe) e lettura finale di Maura Genta.

Divertente, utile, aggregante, coinvolgente… tutti aggettivi ascoltati alla fine delle tante presentazioni, che di tutto sanno tranne che di spinta alla nostalgia.

Siamo solo all’inizio, le intenzioni per proseguire in diverse direzioni esistono per cui… stiamo arrivando!

Un caloroso ringraziamento a Carla Camoirano che ci ha ospitato con estrema gentilezza nel Centro Mezzalunga!

Qualche frammento video del pomeriggio!







martedì 12 dicembre 2023

Angel's Egg", il viaggio psichedelico e avventuroso dei Gong (uno dei tanti!)

Album: Angel's Egg

Artista: Gong

Pubblicazione: 1973

Durata: 43:29

Genere: Space rock, Rock progressivo

Etichetta: Virgin Records

Produttore: Gong


Recensire - seppur in modo semplice e avvicinabile da chi non conosce la band - l'album "Angel's Egg" dei Gong significa immergersi in un viaggio musicale straordinario, pieno di avventure psichedeliche e sperimentazioni sonore.

L’album è il quarto della band, ed è stato pubblicato il 7 dicembre 1973. È anche il secondo della trilogia Radio Gnome Invisible, che si conclude con il successivo “You”.

Qualche nota estremamente sintetica sul gruppo Franco britannico…

I Gong sono un gruppo di rock progressivo fondato dal musicista australiano Daevid Allen, precedentemente membro dei Soft Machine. Il loro stile è talvolta catalogato anche come space rock ed ha uno strettissimo legame con la scena di Canterbury. Una delle caratteristiche più particolari del gruppo è l'anticonformismo dei suoi membri (a partire da Allen), e la variopinta "mitologia" messa in scena nei loro testi. Intorno al gruppo principale Gong hanno ruotato un grande numero di formazioni e gruppi paralleli (Pierre Moerlen's Gong, Planet Gong, Mother Gong, New York Gong ecc.) che complessivamente sono noti come la Gong Global Family.

Ma veniamo al disco, uno di quelli a cui mi sono avvicinato per caso da adolescente e da cui non mi sono mai più “staccato”!

"Angel's Egg" si apre con la traccia "Other Side of the Sky", un brano che incarna perfettamente lo spirito cosmico e avventuroso dei Gong. Con una combinazione di strumenti tradizionali, sintetizzatori spaziali e testi surreali, la band crea un'atmosfera unica che cattura l'ascoltatore e lo trasporta in un universo alternativo.

La suite di "Sold to the Highest Buddha" è un altro punto culminante dell'album. Con i suoi cambiamenti di ritmo, le improvvisazioni e i vocalizzi eccentrici di Daevid Allen, il brano offre un viaggio musicale straordinario e indimenticabile. Le influenze jazz, rock e progressive si fondono insieme in una miscela affascinante che caratterizza la musica dei Gong.

"Angel's Egg" è un album ricco di sfumature e varietà. Dalla ballata psichedelica "Prostitute Poem" alla travolgente e frenetica "Sold to the Highest Buddha", l'album presenta una serie di tracce che si distinguono per la loro originalità e creatività. Le sonorità eccentriche, i cambiamenti di tempo e le strutture musicali complesse fanno di questo album un'esperienza unica nel suo genere.

La produzione di "Angel's Egg" è impeccabile e la qualità del suono permette di apprezzare appieno gli intricati dettagli musicali e le sfumature sonore, che rendono l'ascolto un'esperienza coinvolgente e coinvolgente.

Un album che merita di essere scoperto e apprezzato dagli amanti della musica sperimentale e del rock progressivo, lavoro che trasporta l'ascoltatore in un viaggio psichedelico e avventuroso, attraverso suoni stravaganti e testi surreali. Nonostante siano passati molti anni dalla sua pubblicazione, l'album conserva ancora tutto il suo fascino e la sua rilevanza. È un classico intramontabile che dimostra la genialità e l'originalità dei Gong come band.


Tracce

Lato A

Other Side of the Sky – 8:00 (Tim Blake, Daevid Allen)

Sold to the Highest Buddha – 3:00 (Mike Howlett, Allen)

Castle in the Clouds – 5:30 (Steve Hillage)

Prostitute Poem – 5:30 (Gilli Smyth, Hillage)

Givin My Luv to You – 0:50 (Allen)

Selene – 3:10 (Allen)

Lato B

Flute Salad – 2:40 (Didier Malherbe)

Oily Way – 3:35 (Allen, Malherbe)

Outer Temple – 2:00 (Blake, Hillage)

Inner Temple – 2:15 (Allen, Malherbe)

Percolations – 0:40 (Pierre Moerlen)

Love Is How U Make It – 3:00 (Moerlen, Allen)

I Never Glid Before – 4:45 (Hillage)

Eat That Phone Book Coda – 3:00 (Malherbe)

 


Formazione

Daevid Allen – voce, chitarra

Steve Hillage – chitarra solista

Gilli Smyth – voce, Space whisper

Didier Malherbe – sassofono, flauto, cori

Tim Blake – sintetizzatore EMS Synthi A, voce

Mike Howlett – basso elettrico

Pierre Moerlen – batteria, marimba, vibrafono

Mireille Bauer – glockenspiel


Osserviamoli e ascoltiamoli dal vivo!

 





domenica 10 dicembre 2023

Resoconto concerto genovese degli Ancient Veil del 7 dicembre

 


Non capita spesso di poter abbinare l’uscita di un album alla sua rappresentazione live, ma quando accade si riesce a dare seguito ad un progetto, magari di lunghissima gestazione, che gratifica musicisti e presenti.

È da poco uscito Puer Aeternus degli Ancient Veil, e il 7 dicembre è andato in scena a Genova il concerto/presentazione a La Claque in Agorà - Teatro della Tosse.

Questo il mio commento al disco e l’intervista ad Alessandro Serri e Edmondo Romano:

https://athosenrile.blogspot.com/2023/12/ancient-veil-commento-puer-aeternus-e.html

Un teatro gremito ha quindi partecipato ad una proposizione davvero complessa suddivisa in diversi episodi.

Occorre dire che i protagonisti ospiti nel disco sono moltissimi, solo in parte presenti sul palco, ma in ogni caso la formazione più completa di serata ha visto 14 persone on stage.

Una prima parte ad appannaggio di Sophya Baccini che, tra voce e piano, ha proposto suoi brani dall’album “ANIMATESI”, coinvolgendo anche Martin Grice e Edmondo Romano.

Molto coinvolgente, apprezzata dall’audience, ha saputo creare attimi di intimismo puro, come si potrà catturare dal video a seguire.

Alla fine della sua performance entrano in scena gli Ancient Veil e, senza commento alcuno, snocciolano tutto il nuovo album, presentando su palco un sestetto di archi e fiati composto da: Roberto Piga e Fabio Biale al violino, Ilaria Bruzzone alla viola, Kim Schiffo al violoncello, Francesco Travi al fagotto, Valeria Trofa all’oboe.

A loro si sono aggiunti a tratti Sophya Baccini alla voce, Martin Grice ai fiati e Simona Fasano alla voce.

Davvero complicato poter assemblare così tanti strumenti di natura diversa e rendere l’idea di suono immaginata da Romano e Serri, ma ciò che arriva al pubblico, competente e attivo, è un sound avvolgente, con trame molto complicate che uniscono teatralità a classicità, rock a momenti acustici, e l’apprezzamento è generalizzato.

Per inciso la band è composta da Alessandro Serri - chitarre e voce -, Edmondo Romano - tutti i fiati possibili e voce - Luca Scherani alle tastiere, Massimo Palermo al basso e Marco Fuliano alla batteria.

Immagino la sorpresa per chi ha ascoltato per la prima volta “Puer Aeternus”.

La terza parte di spettacolo è stata dedicata a musica pregressa del binomio Serri/Romano, un excursus sul versante prog che ha entusiasmato i presenti.

Meravigliosi i duetti tra Baccini e Fasano, delicati gli interventi di Grice, interessante la performance del “sestetto”, probabilmente abituato a situazioni più auliche, eccezion fatta per il mio concittadino Fabio Biale, di cui conosco personalmente la versatilità, e a un certo punto mi è sovvenuto un concerto olandese degli YES nel 2001, quando un gruppo di orchestrali seriosi, molto rigidi e composti durante la performance, nel corso del bis (“Rondabout”) si scatena e dimostra che la musica, certa musica, induce alla modifica di comportamenti ortodossi.

Mi è piaciuta molto l’amalgama della band che, oltre ai due “creatori” ha messo in evidenza un grande Scherani e una potente sezione ritmica, con un Fuliano che ha dimostrato di poter “vivere” a pane e tempi composti.

Tre ore di concerto, un grande divertimento e un apprezzamento incondizionato.

Lo so, i musicisti non sono mai contenti, la perfezione pare l’unico obiettivo possibile, ma i live servono ad altro, ad esempio a creare un rapporto osmotico col pubblico, un continuo dare e avere che è il sale della performance.

Nel video a seguire, oltre a Baccini/Grice, propongo un altro brano che fa parte della terza parte dello spettacolo e quindi non compare mai il “sestetto delle meraviglie”, ma per quello ci sarà tempo, perché tutto è stato registrato e al momento opportuno, suppongo, verrà messo in circolo.

Una bella serata di musica, di più non si poteva chiedere!

Un po' di scatti di Ago Sauro


















giovedì 7 dicembre 2023

GOAD-"Titania": commento all'album e intervista a Maurilio Rossi


GOAD-Titania

2CD / 2LP / digital

My Kingdom Music

 

Maurilio Rossi e i suoi GOAD preparano un grande regalo agli appassionati di musica, e a Natale i doni fanno sempre piacere!

Il loro sedicesimo atto discografico si intitola “Titania”, un lavoro monumentale composto da 14 tracce originali per un totale di oltre 75 minuti, più un live che ripropone brani del 2006 performati a Genova (12 tracce nel CD, mentre nel vinile sono presenti 2 bonus tracks).

Vorrei limitarmi ad un commento basato sugli stati emozionali, perché nell’articolo è presente tanta oggettività, che si snocciola attraverso l’intervista che ho realizzato con Maurilio Rossi e che propongo a seguire, oltre a tutti i dati ufficiali (compreso l’ascolto di “Titania”) fruibili al seguente link:

https://athosenrile.blogspot.com/2023/12/goad-titania-gli-elementi-oggettivi.html 

Tutto questo mi porta a dilungarmi nella scrittura, ma ho sempre la speranza che esistano giovani curiosi che abbiano voglia di perlustrare strade per loro sconosciute, e in quel caso i dettagli diventano fondamentali per comprendere.

Ancora una volta Rossi trae spunto dalla letteratura inglese (da Shakespeare a John Keats), ed emergono storie che corrispondono a canoni letterari ben codificati, con particolarissimi problemi esistenziali cesellati dal fine pensiero degli autori, a cui l’aggiunta di magnifiche trame sonore e fornisce ulteriore lustro.

I GOAD nascono nel bel mezzo dei seventies per mano di Maurilio Rossi, influenzato dai nuovi modelli musicali che arrivavano da oltremanica, e di quella musica, così lontana dal punto di vista temporale, tutto resiste, tutto è parte di questo nuovo progetto che perlustra ogni possibile strada, ogni possibile esperienza; per arrivare alla costruzione di “Titania” non basta aver assimilato la scuola dei vecchi miti con cui l’autore si è formato, ma è necessario metterci del proprio, dimenticare le etichette e pensare alla bellezza globale della musica, che non è solo perfezione tecnica o abilità nel crearla e proporla, ma occorre arrivare a toccare punti che sappiano sfiorare l’anima di chi ascolta, e a questo punto le etichette e l’incasellamento non hanno più nessun valore.

Un piccolo esempio: le tracce che compongono l’album sono molto corpose, anche dal punto di vista della quantità, e richiedono un certo impegno se si vuole entrare bene all’interno del progetto. E poi, tra tanti brani elaborati, ne esce fuori uno da 74 secondi, “Sea Bird”, e io mi commuovo sentendo la voce di Maurilio (che in questo caso sfiora il colore di Jon Anderson), mi emoziono captando le atmosfere rarefatte che forniscono aulicità al momento, che diventa magico e, fortunatamente, ripetibile!

Ho trovato tutta la “mia musica” condensata in un unico spazio, ho goduto dei cambi di ritmo e di situazione, della miscela di generi, con tappeti di tastiere che propongono una classicità che, seppur impiegata nel rock, è diventata immortale.

E quando il lunghissimo viaggio finisce, occorre una pausa riflessiva, perché un muro sonoro e lirico di tale portata potrebbe spiazzare, e allora occorre metabolizzare l’esperienza appena vissuta.

Una volta ripreso il fiato ci aspetta un secondo capitolo, il live genovese del 2006 che ci regala una versione speciale della band, ricordando sempre che è in quella fase che i musicisti trovano maggiore soddisfazione, quando cioè esiste un’audience a cui dare e da cui prendere.

Consigliatissimo! Ma forse sarà interessante leggere le parole di Maurilio Rossi con cui ho dialogato!

 


La chiacchierata con Maurilio Rossi


Sono passati due anni da quando commentai “La Belle Dame”: appare obbligatorio chiederti qualcosa a proposito delle tue vicende musicali che uniscono quel disco a quello attuale: di cosa parla “Titania”?

È il proseguimento della “Belle Dame” nell’uso dei testi di Keats. GOAD ha musicato una mole ponderosa di versi da "Endimione", del poeta inglese. “TITANIA” è nominata più volte nelle sue liriche. Poesia come memoria, sogno senza sonno (vedi Poe invece, la vita come un sogno dentro un sogno, musicato da GOAD NEL 1994). Le muse di Keats sono i grandi poeti del passato, fra i quali giganteggia Shaespeare.

Ascoltando la vostra musica così complessa e curata nei particolari, e vederla unita a testi così nobili viene spontaneo pensare che, oltre ad essere un contenitore senza tempo, potrebbe apparire… fuori tempo, collocato - come tante altri - lontano dalle conoscenze delle nuove leve a cui non si riesce mai ad arrivare! A chi vi rivolgete con questo lavoro?

A tutti coloro che sanno e vogliono ascoltare, leggere, capire la complessità del mondo anche attraverso la musica e la poesia. Finché anche soltanto uno solo farà questo, il mondo avrà un futuro.

Esiste qualche novità, se parliamo di aspetti meramente musicali?

Di sicuro c’è stata in “Titania” la volontà di esplorare forme musicali che, partendo dalla “canzone" intesa nella migliore accezione (BEATLES...) si dirigessero verso il classico, il jazz, il blues, senza porsi limiti espressivi.

Parlami della formazione e degli eventuali “collaboratori occasionali”!

Oramai il laboratorio interattivo GOAD ha dei membri fissi, inamovibili o quasi: Alessandro Bruno (jazzista sopraffino oltre che insegnante di chitarra, polistrumentista), Francesco Diddi ( polistrumentista creativo, con noi dal 2006), mio fratello Gianni (lo zoccolo duro della band, quello a cui tutti fanno riferimento sul palco e fuori perché non perde mai un colpo), Paolo Carniani (batteria, con noi dal 1974, seppur a fasi alterne per problemi vari, ma affidabile e preparato, capace di interpretare sena protagonismi i brani che componiamo. Occasionalmente, ma con grande piacere - dopo la rinuncia di Roberto Masini per limiti di età (era con noi dal 1995), e che appare nel bonus CD in piena forma -, vi è stato Antonio Vannucci alle tastiere, Pippo Trentastasi alla batteria, Marcello Becattini a vari strumenti (chitarra in primis, con GOAD nel mitico album dedicato a Poe del ’94 e dal vivo nel presentarlo nell’anno precedente). Aggiungo Martino Rossi, mio figlio, che è stato sul palco suonando basso, samples keys e facendo i controcanti.

La vostra discografia è sterminata ma, guardandoti indietro, trovi il fil rouge che parte da quel lontano 1983 e arriva ai giorni nostri?

Sì, credo che la voglia di andare oltre ogni logica di mercato, pur non remunerativa, abbia fatto crescere la band oltre i limiti di tempo; unico errore o pecca, aver rinunciato alla proposta di Freddy Mercury nel 1981, ma era un gruppo differente, e vigeva la regola della maggioranza dei favorevoli o contrari.

Chi si è occupato dell’art work e cosa rappresenta?

È opera della magnifica produzione di Francesco Palumbo, della My Kingdom Music, che ce lo sottopose prima di ogni scelta alternativa. Ci piace davvero tanto! Per me, che vivo di sensazioni, rappresenta una magnifica miscela di classico e moderno, una Nike greca con elementi botticelliani nei fiori e altri particolari più moderni... i colori sono magnifici!

Il progetto contiene un secondo CD dal vivo: raccontami qualcosa sulla scelta…

Quando sottoponemmo l’idea di un live su CD, avevamo già rimasterizzato a Roma dal nostro tecnico e collaboratore artistico Max Cirone una serie di live dal 2000 al 2015, ma poi abbiamo avuto delle sedute di registrazione a Firenze con pochi intimi, amici o famigliari, e abbiamo aggiunto altri brani del 20022-23. Abbiamo scelto in base a al “Tiro”, come diciamo noi, e all’”impatto” sonoro di ogni pezzo nella disamina dei brani, ed è venuta fuori quella scaletta molto rappresentativa di GOAD.

Avete in previsione qualche live?

Per adesso purtroppo no, per molti motivi. I vari membri della band suonano per mestiere, a parte da mio fratello, ed hanno band varie o artisti con cui collaborano stabilmente. Per la musica alternativa, come sai, i budget sono risibili e, dopo oltre 6.000 concerti di ogni tipo, effettuati dal 1974, vogliamo salvare la nostra professionalità.

Normalmente quando esce un album esistono già i presupposti per nuovi progetti: cosa bolle nella pentola dei GOAD?

Hai pienamente ragione. C’è un album doppio in fase di stesura nell’arrangiamento e facciamo la spola fra Firenze e Roma... con altre collaborazioni; oltre ai testi sacri di Keats, che sono ancora presenti in molti brani, stavolta anche testi di GOAD originali in maggior numero, e credo ci saranno molte sorprese dal punto di vista sia compositivo che di scelte stilistiche, sempre in piena libertà espressiva!

 



mercoledì 6 dicembre 2023

GOAD -"Titania"-GLI ELEMENTI OGGETTIVI


 

Artist: GOAD

Title: Titania Style: Progressive Rock

Format: 2CD / 2LP / digital

Label: My Kingdom Music

Cat.Nr: echo185

Barcode: 8002324231858


Gli echi di 50 anni di storia sono impressionanti, ma i GOAD affrontano questa nuova avventura musicale nel modo più entusiasta ancora una volta affamati di nuove emozioni. Con "Titania", la band capitanata dal carismatico Maurilio Rossi, continua il suo viaggio attraverso le bellezze della letteratura inglese, questa volta cantando l'intricata storia d'amore e vendetta della regina delle fate Titania, protagonista dell'opera di William Shakespeare "Sogno di una notte di mezza estate" e ancora dei meravigliosi versi di John Keats. Il sound dei GOAD emerge come mai prima d'ora grazie alla collaborazione del producer Max Cirone, che ha dato al sound dei GOAD un tocco magico e professionale, arricchendo di nuove sfumature il loro Prog-Rock oscuro e atmosferico tanto caro ai fan di Van Der Graaf Generator, King Crimson, Genesis, PFM, Procol Harum. La musica di "Titania" diventa magica, con grandi melodie di pianoforte, batteria anni '70 vecchio stile suonata come una partitura orchestrale, con chitarre pulite che rasentano la crudezza da "amplificatore-jack-strumento", e la voce che sembra l'esibizione di un cantante in un fumoso e famigerato piccolo club. La copertina dell'album è stata realizzata da Hans Trasid di Dis-Art Design. 50 anni e non lo dimostriamo, questa è la storia dei GOAD, questa è la storia del Prog italiano!

La prima edizione dell'album ha come bonus un CD live contenente 12 tracce con alcuni dei classici della band registrati a Genova nel 2006. L'edizione in vinile includerà 2 tracce bonus.

 

 

Tracklist (cliccare sul titolo blu per ascoltare)

1. Upon A Little Hill

2. Let Fly To The Sun

3. You Say You Love

4. To One Who Has

5. Who Sent Me Some Roses

6. One Night Like Another

7. Sea Bird

8. To You, I Can't Speak Or Think

9. Beauty Is Truth: Fair Attitude

10. Beauty Is Truth: Away Away

11. Beauty Is Truth: Generation Waste

12. Beauty Is Truth: Waking Dream

13. Beauty Is Truth: Taking Breath

14. Beauty Is Truth: Fill For Me

 

Bonus Live CD:

1. I'll Celebrate You

2. Yet Another Battlefield

3. It's Always The Same Thing

4. Brain Cobweb

5. Dreamland - 6. Dark Virgin

7. As Nothing Had Changed

8. The Haunted Palace

9. Genius Of Europe

10. Empty Box

 11. Heavy Wings

12. My Last War

 

Line Up:

Maurilio Rossi: musica, testi, arrangiamenti, voce, tastiere,

piano, chitarra, basso batteria.

 

La band:

Gianni Rossi chitarra

 Paolo Carniani - batteria

Martino Rossi - campionatore, keys, bassista aggiunto

Frank Diddi - chitarra, sax, flauto

Alex Bruno - chitarre, violino, oboe

 Max Cirone - computer editing, mix