Gli Airportman arrivano
alla sedicesima esperienza discografica, ancora una volta prodotti dalla Lizard
Records.
Spina dorsale del progetto i fondatori Giovanni Risso
(chitarra acustica, percussioni e batteria elettronica), e Marco Lamberti
(chitarra acustica, harmonium e pianoforte), a cui si sono aggiunti nell’occasione
Mansueta Cinzia Mureddu al violoncello e Fabio Angeli (voce e synth).
Il nuovo ed emozionante lavoro si intitola “Il Paese Non Dorme Mai”, ambientato in uno
spazio/tempo preciso in cui tutti si possono riconoscere, non solo chi ha
vissuto e vive la realtà periferica piemontese - regione di provenienza della
band -, perché la dimensione proposta è tipica di una particolare situazione di
vita, indipendente dalla regione di provenienza.
Occorre avvicinarsi agli Airportman essendo consci della loro
dimensione minimalista, un approccio che si riversa su ogni aspetto del loro
lavoro musicale, dalle sonorità alle parti grafiche, passando per gli
arrangiamenti, ricercati, ma volutamente “contenuti”.
Per esperienza personale so che anche un brano rock
tradizionalmente riconosciuto, nelle loro mani diventa una cosa completamente
nuova che difficilmente riconduce alle origini.
Di certo questo album è, tra quelli che ho ascoltato all’interno
della loro vasta discografia, quello che a mio giudizio riporta maggiormente alle radici, alla tradizione, al
passato, al legame tra affetti che passano, a volte senza dar segnale alcuno se
non il “suono” di una catena ben oliata che mette in movimento l’unico mezzo possibile,
la bicicletta, quelle due ruote che trasportano da casa al lavoro, dal lavoro a
casa, una routine interrotta dalla messa della domenica mattina e dal bicchiere
di vino al bar, nel giorno della festa.
E il tempo scorre, lasciando solchi profondi nei visi usurati
dalla fatica, mentre la comunicazione tra padre e figli, tra moglie e marito,
spesso silente, viaggia attraverso sguardi eloquenti, per mezzo di occhi che
hanno visto solo i colori che cambiano col susseguirsi delle stagioni, con un raggio
di azione che si è allungato solo in un’occasione, quando l’obbligo di leva ha permesso di aumentare le conoscenze, ampliando un orizzonte solitamente
limitato.
Il paese è testimone di questo scenario, non ha tempo per le pause di riflessione, osserva i passanti conosciuti, così come guarda con
sospetto il frequentatore estivo che porta la diversità, ancor più se è
straniero.
E poi la sagra, il mercato, la festa dell’uva, la pallamano
che si gioca nelle piazze, la fontana, il bar di tutti, l’odore del bestiame
che si vende alla domenica, la panchina sulla piazza, la balera, la fisarmonica
e la mazurka, la partita a carte ricordando i tempi andati.
Ho trovato tutto questo in un album per buona parte
strumentale, in cui si inserisce il toscano Fabio Angeli, protagonista di tutti gli inserti vocali che hanno reso unico questo lavoro, realizzando una
sorta di gemellaggio tra regioni, avvalorando la mia tesi che… il paese è
paese, indipendentemente dal luogo di provenienza.
Angeli è anche la voce dell’ultimo brano, “Life in vain”,
l’unica cover, in origine di Daniel Johnston, mancato lo scorso anno, cantautore
e pittore statunitense.
Dice a proposito la band: “…una vera poesia resa immensa
da Fabio… sarebbe piaciuta anche a Daniel!”.
A rafforzare i concetti che ho provato a delineare, alcune fotografie
di forte impatto, a partire dal ciclista impresso sul CD (Luigi, padre di
Giovanni Risso) sino alla copertina che riporta al giorno del matrimonio dei
genitori di Marco Lamberti, passando per l’immagine del padre di Loris Furlan (insieme all’amico di sempre), patron della Lizard, che ha contribuito, anche,
con una presentazione personale da cui mi fa piacere estrarre liberamente
alcuni passi significativi:
“Anche mio padre
non deve mai aver imboccato un’autostrada, se non con la corriera delle gite
dell’Avis, e non deve essere mai andato oltre le province di Treviso e Venezia,
anche se aveva fatto il militare a Spoleto: non amava la città. Vedovo
giovanissimo, molto presto in pensione, le sue giornate erano scandite dal
solito percorso tra il bar in centro e il circolo anziani di Preganziol, paese
in cui aveva sempre vissuto. Mai sentito l’esigenza di andare oltre. In fondo
non abbiamo un vero bisogno di quel mondo tecnologicamente infinito a cui ci
vogliono assuefare, anzi, credo possa darci sollievo una finitezza, le sue
semplici certezze, fin dove lo sguardo può arrivare. Al contrario uno sguardo
proiettato verso l’infinito, che non ci dà mai delle risposte, disorienta,
provoca frustrazione. Poi ci si abitua? Forse, o forse mai abbastanza per
quello che è il nostro essere più vero.
E poi la malattia,
precoce, che gradualmente ma inesorabilmente gli ha spento le forze, la
ragione, la vita.”
Non credo ci sia molto
da aggiungere, non penso che il sezionamento dell’album e il commento delle singole
tracce possa fornire valore aggiunto, perché le parole non saprebbero
descrivere l’emozione che si può provare nell’ascoltare la progressione della
colonna sonora della vita, un flusso continuo e rapidissimo che accomuna l’essere
umano ma che, a seconda del destino che ha toccato la singola anima, può
condurre a considerazioni differenti, legate ad esperienze spesso incomparabili.
Ho vissuto il “paese”
di rimando, nelle vacanze estive, nei racconti dei miei cari, sfollati in
quelle regioni nel corso della Seconda guerra mondiale, insomma, molto più di
un passante per caso, e l’ascolto di “Il Paese Non Dorme Mai” mi ha
davvero toccato.
Certamente non un
lavoro per tutti i palati ma, d’altronde, gli Airportman seguono l’istinto e le
esigenze personali, non certo ciò che va di moda!
Che dire… senza fiato
e… una buona porzione di sano spleen!
Formazione:
Giovanni
Risso chitarra acustica cori synt. rumori
Marco
Lamberti chitarre
Paolo
Bergese synt. Vibrafono rumori
Mureddu
Cinzia Mansueta Violoncello
Per
contatti Airportman:
e-mail info@airportman.com
sito www.airportman.com
DISCOGRAFIA
2.45 A.M
2002
Di terra e
d’ombra 2003
Inverno in
divenire 2004
Son(g) 2005
Off 2007
Rainy days 2007
Letters 2008
The road 2009
Weeds 2009
Nino e
l’inferno 2010
Modern 2012
David 2014
Anna e Sam 2016
Dust & Storm 2017
Ca-pez-zà-gna
2018
Il paese non
dorme mai 2019