All’interno della manifestazione “Estate
al Farnese” - una serie di eventi musicali previsti tra luglio e
settembre a Palazzo Farnese di Piacenza - è andata in scena il 17 luglio una superlativa serata
dedicata alla musica progressiva italiana, organizzata da Max Marchini e Massimo
Orlandini, sicuramente coadiuvati da collaboratori operatori del settore,
ma sono loro i primi a salire sul palco per una presentazione dell’intera kermesse.
Vorrei anticipare che,
contrariamente a quanto faccio normalmente, sarà cospicua la parte video che
pubblico a seguire, perché credo valga la pena lasciar parlare i protagonisti,
giacchè non penso ci siano parole che possano spiegare esaustivamente quanto
vissuto a Piacenza.
Lino Vairetti, leader degli Osanna,
a fine concerto sarà un pò critico, avendo forse in testa frammenti di
imperfezione che solo chi è sul palco può vivere e sottolineare, ma il pubblico
presente ha davvero goduto di una serata magica, che personalmente non vivevo
da tempo.
Ma andiamo con ordine, partendo
dal contesto, perché l’ambiente e l’atmosfera sono spesso parte della
performance, e Palazzo Farnese
presenta il fascino della storia e delle cultura cittadina… storia e cultura,
stessi ingredienti che ritroveremo nella musica della serata.
Ad aprire la scena una band veneta
nata negli anni ’70, e che solo recentemente ha ripreso il percorso interrotto
tanti anni fa.
Sto parlando dei Sezione Frenante,
e per chi volesse saperne di più propongo il mio commento al loro album e
l’intervista che mi hanno rilasciato nel febbraio scorso:
Ovviamente non avevo idea della
loro resa live, e trovare corrispondenza tra la perfezione consentita dalla
fase in studio e l’atteggiamento da palco mi ha pienamente soddisfatto.
Formazione sufficientemente
classica per il prog, con una sezione ritmica formata da Sandro Bellemo al basso e Alessandro
Casagrande alla batteria, Mirco De
Marchi alle tastiere, Antonio Zullo
alla chitarra e Luciano Degli Alimari
alla voce.
Suono
amalgamato, tempi composti e trame accattivanti utilizzate per presentare il
loro racconto, “Metafora di un
Viaggio”, un “… concept
album ispirato al viaggio poetico di Dante Alighieri, utilizzato come metafora
per dare un giudizio obiettivo sulla figura umana e sulle sue possibilità, una
sorta di parallelismo che risulta molto attuale”.
Il pubblico
gradisce incondizionatamente una musica che rientra perfettamente negli schemi
del prog seventies, senza apparire appesantita dal tempo passato.
Ecco uno
stralcio di esibizione… davvero bravi!
Rapido “cambio
di palco” e arrivano gli Osanna.
Non sono per
me una novità, avendo avuto la possibilità di vederli sia nella formazione originale
che in quella recente, sono quindi conscio di cosa sta per accadere...
Difficile delineare
in modo categorico la “Prog Family” di Lino Vairetti, perché inserire la band
in una casella ed etichettarla appare riduttivo: rock, melodia mediterranea,
tradizione, cultura, folk, jazz, ritmo e teatralità sono alcuni degli
ingredienti che contribuiscono a creare la miscela del loro sound, ma ciò che
hanno raggiunto in questo momento del loro percorso appare quanto di più
coinvolgente si possa richiedere ad una performance live.
Lino è
circondato quasi esclusivamente da giovani musicisti, e l’incontro tra
generazioni provoca in questo caso una produzione esplosiva.
Ad
alimentare la suggestione nel corso del concerto, la proiezione continua di
immagini che, pur essendo in sottofondo, raccontano 50 anni di musica e di
vita.
Si parte con
una prima tranche al fulmicotone, caratterizzata - come capiterà per tutto il
resto del concerto - dalla modulazione tra antico e anni recenti (Pazzariello-Fuje ‘a Chistu Paese, Intro
animale, Mirror Train e Taka Boom),
una bomba di energia con rapidi cambiamenti di tempo e lingua, e con particolare
cura degli aspetti visual: le maschere rock sono on stage e ciò che stanno per
proporre lascerà il segno.
Vediamo i
ruoli.
Oltre al
fondatore Lino (voce chitarra e
armonica) troviamo il figlio Irvin
(sintetizzatore e voce), Sasà Priore
alla tastiere, Pasquale “Paco”
Capobianco alla chitarra (l’ultimo entrato, ma con il gruppo ormai dal
2011) e una sezione ritmica da brividi, con il più “maturo” Gennaro Barba e Nello D’Anna.
Il secondo
step è un altro… colpo basso, in bilico tra il ’71 e gli anni recenti (In un vecchio cieco, Vado verso una meta
e Ce vulesse).
Non lo
commento, ma… lo propongo!
Il centro
dell’esibizione tocca il cuore e la memoria: gli Osanna omaggiano Luis Bacalov
e propongono Preludio, Tema, Variazione e
Canzona, ovvero la colonna sonora del film Milano calibro 9, rilasciata nel 1972, e nell’occasione eseguita
con le immagini del film alle spalle della band.
Anche in
questo caso lascio che siano le immagini a parlare…
E arriva il
momento dell’ospite, che coincide con un contributo al prog e il ricordo di chi
non c’è più.
Sale infatti
sul palco Annie Barbazza, giovane talento
in piena ascesa, che nell’occasione contribuisce alla riproposizione di un
brano storico, L’uomo, facente parte
dell’omonimo album di esordio, del 1970. Ma non basta: gli Osanna ci regalano
un “medley prog”, che permette di toccare le origini del genere in Italia,
sfiorando il BANCO - con il pensiero
rivolto a Francesco Di Giacomo -, la
PFM (tra il pubblico era presente Giorgio “Fico” Piazza, prossimo
protagonista a Palazzo Farnese ) e gli Area.
Ecco il video relativo.
Si prosegue
con altri brani che comprendono un largo spazio temporale (a fine post includo
la scaletta di serata), e il risultato è sempre entusiasmante, sottolineato da
un’audience sempre più calda e coinvolta, che spingerà fortemente per il
canonico bis, che vedrà sul palco tutti gli attori protagonisti della serata.
Credo sia
inutile andare alla ricerca di dettagli tecnici e sfumature per intenditori (così
come sottolineare le incredibili skills dei musicisti): un concerto perfetto è
quello che riesce a realizzare un rapporto osmotico tra palco e platea, una
sorta di influenza reciproca che porterà i musicisti a dare il meglio e i
partecipanti a godere di ciò che vedono e ascoltano, diventando anch’essi
protagonisti.
Le nuove
leve, assistendo al concerto degli Osanna del 17 luglio, avrebbe potuto usare
la frase… questi spaccano…; gli
addetti ai lavori avrebbero optato per… hanno
un tiro della madonna…; io mi limito a dire che da tempo non partecipavo ad
un concerto così entusiasmante, anche se immagino che il perfezionista Vairetti
avrà trovato un sacco di difetti alla performance!
Questi sono gli Osanna, da
vedere assolutamente, così come è da seguire il calendario di ESTATE AL FARNESE.
Un plauso enorme
agli organizzatori!