FRANCESCO
PAOLO PALADINO – “ARIAE “
SILENTES
RECORDS palacd02
Minuti
52.41
DELUXE
EDITION n. 30 copie
Immagini
di MARIA ASSUNTA KARINI
Graphic project STEFANO GENTILE
Conosco da un pò di anni Francesco Paolo
Paladino e ho sempre avuto l’impressione di trovarmi davanti ad una
mente geniale, difficile da ingabbiare con un’etichetta, abile dietro alla
macchina da presa, musicista, paziente quanto basta per coniugare la propria
attività lavorativa con le forti passioni musicali, ma artistiche in genere.
Credo sia un contenitore umano pieno di sorprese, e l’album che mi appresto a comentare
ne è la piena dimostrazione.
Francesco mi parla del suo nuovo progetto,
“ARIAE “: faccio fatica nel trasformare le sue
parole in musica e chiedo lumi.
Mi scrive, mi racconta, mi fornisce
elementi con estremo entusiasmo, e quando abbiamo occasione di incontrarci mi dà
una sola raccomandazione, riferita ad un brano in particolare, ma da estendere
a tutto il lavoro:”Ascoltalo ad alto
volume!”.
“Una delle cose che la musica può fare è distorcere la tua
percezione del tempo in modo che non ti interessi realmente se le cose
scivolano via o si alterano in qualche modo” (Brian Eno)
A seguire è lo stesso Paladino che
entra nei dettagli della sua creazione, quattro tracce “Ambient” che rappresentano avanguardia pura, se si pensa al link
tra concetti idealizzati e modalità costruttiva ed esecutiva.
Afferrare i suoni che ci
circondano è tecnica consolidata e affascinante, perseguita da una lunga
schiera di musicisti/ricercatori, dal succitato Eno - si pensi a “Music for Airports” - sino ad un Dio del
rock come Pete Townshend, campionatore di suoni naturali per “Quadrophenia”, ma ciò che ha spinto l’autore
verso il momento creativo è qualcosa di spontaneo e sublime, il captare la
presenza e la forza dell’aria che ci circonda, una ricerca dinamica che diventa
ballo antico, integrazione totale con il mondo circostante, quello che spesso
trascuriamo nei dettagli più semplici e appaganti.
Dal punto di vista tecnico la
forza d’urto del lavoro di Paladino appare impressionante, un crescendo di
situazioni provocate dall’intreccio tra tecnologia e skills personali.
Ma la conoscenza dell’iter
realizzativo permette di lasciarsi andare, di comprendere a fondo il perché le
lunghe trame siano in grado di penetrare e permeare il nostro tessuto,
coinvolgendo e spingendo ad azioni caratterizzate da una buona necessità
emulativa e spontanea.
Il mio consiglio per l’ascolto
prevede la ricerca di un momento solitario, in un ambiente protetto e privo di
distrazioni, se non quelle fornite dall’ascolto stesso, che diventeranno così una
linea guida per i nostri comportamenti.
Dice Paladino: “ARIAE (di aria) vuole essere un Cd dedicato
alle persone che sono state offese dalla vita, da persone insensibili e
ripugnanti, vuole essere dedicato agli artisti che sono stati sfregiati da
manager che solo in superficie sembrano comprensivi ma vivono in compagnia di
nere e finte verità; alle donne violentate, stuprate, oggetto della cinica
ignoranza e brutalità; ai più giovani, ai cuccioli degli uomini che annusano
l’aria per trovare sentimenti veri, ideali e dignità. Nella speranza che l’aria
nuova che ho cercato di carpire all’universo dei suoni possa essere per tutti
loro aria fresca, nuova, rigenerante”.
Intenti nobili, lavoro da conservare e usare nei momenti di
necessita di riflessione...
Le
indicazioni dell’autore…
“Il 28 maggio 2016 mi
trovavo nella mia abitazione di San Nicolò a Trebbia (PC) e ho sentito dentro
me la necessità incontenibile di registrare l’aria, era un desiderio che non
potevo trattenere, che non potevo procrastinare. Pertanto ho aperto tutte le
finestre della mia casa e con un registratore digitale portatile ho iniziato a
effettuare percorsi da una stanza all’altra, dal corridoio alla biblioteca,
mano a mano intuendo la densità, la forza e la presenza dell’aria fresca del
mattino. Io che mai ho danzato in vita mia se non provocando ilarità e pena, ho
danzato insieme all’aria, con il registratore in mano e quella mano infilata in
un guanto di velluto invernale, per non avere frequenze sporche. Ho risentito i
fields e mi hanno subito affascinato e stupito; l’aria sembrava girasse,
percorresse itinerari silenziosi, proponesse nuove vie magiche. Ho passato tre
quattro giorni a ripulire quei frames, a dilatarli, restringerli, ho sentito
rumori che in un primo tempo non avevo sentito, alcuni dei quali sembravano
voci lontanissime; alcuni li ho eliminati, altri li ho accentuati. Poi ho
recuperato vecchi nastri di esperimenti notturni con una fisarmonica. Non
ricordo se la registrazione era una mia prova solistica o se ero in compagnia
di Alberto e Pierluigi Andreoni (Pier luigi Andreoni era il proprietario della
fisarmonica). Si trattava di un nastro che avevamo registrato in un periodo
precedente all’uscita del primo LP degli ATROX che non era mai stato diffuso
(se non in 5 copie) che si chiamava “THE LAST CARNIVAL SOUND”. Una di queste
tracce, “Carnevale della Luna” ha attirato la mia attenzione, era una breve
progressione di fisarmonica con - alla fine - un cantato di Alberto. Ho
estratto pochi frames del nastro e l’ho rallentato. Poi ho piano piano aggiunto
un reverbero del mio programma final cut per montaggio video. Ho guardato
“l’audiowave” e sezionato i frames in tanti diversi frames; li ho duplicati per
un numero imprecisato di volte; poi ho gettato quei frames nel vento. Così sono
nate ARIES, ARIEL e ARIENTE; ARIAE invece nasce dalla mia voglia di
ascoltare e far ascoltare l’aria. In questo caso ho lavorato sui suoni di un
vecchio violino birmano appeso da tempo sopra la mia scrivania e delle ventose
strisciate sul mio salvacamino. Poi ho reso partecipi Favaron, Fogar, e
Balestrazzi della mia idea, senza fare ascoltare a nessuno quello che avevo già
fatto. I files che mi sono arrivati da quei grandi musicisti e amici erano
perfetti. E sono stati distribuiti nell’aria. Nei giorni successivi ho lavorato
ascoltandoli in varie parti della mia casa, comprendendo che, a seconda del
luogo, emergevano suoni diversi. Ho lavorato di lima e cesello per almeno
un’altra settimana. Poi mi sono fermato ed ho ascoltato l’aria.
ARIES
: 16’26’’
Nastri,
fiend recordings, birman violin; ventose
: FRANCESCO PAOLO PALADINO
ARIAE 11’39’’
Nastri,fiend
recordings, birman violin; ventose :
FRANCESCO PAOLO PALADINO
Frames
: ALESSANDRO FOGAR
ARIEL 12’10’’
Nastri,
fiend recordings, birman violin; ventose
: FRANCESCO PAOLO PALADINO
Frames:
GIANLUCA FAVARON, SIMON BALESTRAZZI
ARIENTE
12’03’’
Nastri,
fiend recordings, birman violin; ventose
: FRANCESCO PAOLO PALADINO