DA CAPTAIN TRIPS
“ADVENTURES IN THE UPSIDE DOWN”
Vincebus Eruptum
“Adventures in the upside down” è il nuovo
album dei Da Captain Trips.
Raramente mi è capitato di avere risposte così esaurienti dai
componenti di una band, e credo che l’intervista a seguire possa soddisfare
tutte le curiosità che ruotano attorno ad un nuovo disco, o ad un nuovo gruppo.
Dalle parole si estrapola la loro vita musicale, il loro credo, i
loro intenti, le idee che sono alla base del nuovo lavoro - come ci
spiegano, un concpet album -, e va da sé che comprendere il legame tra i vari brani in un
lavoro strumentale non è per niente semplice.
L’aiuto può arrivare dall’osservazione dell’interno booklet,
realizzato da Roberto Bonadimani (“La copertina esterna del vinile
raffigura un'onda gigantesca sottosopra, nella quale troviamo il capitano
naufrago in preda ad una trasformazione in una manta che lo porterà alle avventure
in un mondo parallelo, mentre all'interno ci sono nove tavole in cui Roberto
illustra il viaggio del capitano dal naufragio al ritorno alla madre terra), ma essendo io solo in possesso
delle tracce audio, non avevo la possibilità di chiedere ausilio al visual. E
mi sono fatto aiutare!
I Da Captain
Trips propongono il loro genere che di questi tempi potremmo
definire di nicchia, anche se sono molti, nel mondo, i propositori di una musica
nata una cinquantina di anni fa, in un contesto storico preciso e in paesi di
riferimento come Stati Uniti e Gran Bretagna: parlo della musica psichedelica,
legata all’espansione della dimensione interna, con l’utilizzo - mi riferisco
alle origini - di sostanze ritenute liberatrici delle coscienze e utili per
nuove esperienze di vita e musicali.
Di quel pensiero e di quello
stile di vita è rimasta solo una traccia storica, ma pensare all’evoluzione e
all’influenza musicale originata dalla San Francisco del 1965, con la creazione
successiva di band e musiche immortali, porta a pensare che il mantenimento di
certi standard - tecniche di registrazione, strumentazione, sperimentazione e
completa libertà espressiva - sia ormai parte della nostra cultura, e chi ama
questa musica - l’ascoltatore e il musicista - non sia da considerare nostalgico, così come non lo è chi ama la musica classica.
Un album come “Adventures in the upside down”, a mio giudizio, non può
essere solo ascoltato. Se così fosse si sarebbe investiti da 44 minuti di
musica, suddivisa su 7 tracce che colpiscono per le sonorità, per il modus
acido, per la ripetitività alla Riley, per il viaggio dei singoli strumenti,
che si fanno strada e poi si uniscono.
E questa è una modalità di
ascolto, sicuramente appagante, ma probabilmente limitante, perchè... in questo caso il contenuto
non basta, ma è necessario approfondire il valore della cornice, ricercare l’importanza
di ciò che è invisibile ad occhio nudo, provare a soddisfare l’intelletto e non
solo la pancia.
Ciò significa scoprire
qualcosa in più, e dare vero significato alla chiosa "album concettuale".
Il “viaggio del Capitano”
parte da un tempesta e, attraverso una trasformazione, porta a visitare
paesaggi fantastici, ritrovando affetti, tornando poi alle origine - alle
cose semplici che compongono la nostra vita e che spesso dimentichiamo -, concludendo
con il volto rivolto al futuro.
Una splendida metafora della vita che non può prescindere da una
fruizione completa dell’album… non solo musica, ma uno spicchio di arte che va
raccontata e a cui va messa qualche didascalia.
Il disco “prende”, coinvolge, e riporta indietro la lancetta del
tempo, a quei giorni in cui tutto nacque.
Ma più delle mie parole è la musica che racconta il mondo dei Da Captain Trips…
L’INTERVISTA
Partiamo dal
racconto della vostra storia: dove nascono e come si evolvono nel
tempo i DA CAPTAIN TRIPS?
Io (Cavitos), Fabio e Peppo ci conoscevamo da anni pur
essendo di tre città diverse (rispettivamente Piacenza, Busto Arsizio e Lecco),
e tutti e tre provenivamo da band del panorama underground italiano. Ci
trovavamo ai concerti, andavamo ai festival all'estero insieme, ci scambiavamo
musica e consigli sui vari gruppi, insomma, condividevamo questa grande
passione che è la musica.
Siccome suonavamo i tre strumenti fondamentali per
formare una band, nel 2009 abbiamo deciso di trovarci un sabato pomeriggio per
divertirci, senza sapere di preciso cosa sarebbe successo. La cosa che ricordo
di quel giorno sono le lunghe jam, in una sala prove caldissima, vicino a
Lecco. Abbiamo cominciato ad improvvisare senza discutere di niente a priori, e
siamo andati avanti così per qualche ora, ed è nata la band.
C'era un feeling particolare, come se avessimo suonato
insieme da sempre, e uscivano naturali cose che nessuno di noi aveva mai fatto…
da quella prima prova penso che siano nati praticamente tutti i riff per i
pezzi che sono finiti sul primo Ep “Alljamed” (poi ristampato da
Vincebus Eruptum nel 2014 in vinile con tre bonus track).
Dopo alcuni concerti abbiamo deciso di fare una
session di registrazione all'Elfo studio di Piacenza, dove abbiamo registrato e
mixato il nostro primo Ep in presa diretta in un giorno. Dopodiché abbiamo
cominciato a suonare ovunque, dividendo il palco con band del calibro di
Samsara Blues Experiment, White Hills, Yawning Man, Fatso Jetson, Vibravoid.
Dal vivo i pezzi si allungavano in jam spaziali e
avvolgenti a seconda dell'atmosfera che si creava… era molto divertente,
stimolante e grezzo.
Nel 2012 abbiamo sentito l'esigenza di aggiungere un
sintetizzatore, perché volevamo esplorare territori più psichedelici, e così è
entrato nella band l'amico sintetico Ema.
Il nostro primo disco, “Anechoic Chamber Outcomes I”,
del 2013, uscito in CD per Phonosphera e in vinile per Vincebus Eruptum, è
stato composto principalmente dal trio dell’Ep, e il sintetizzatore è stato aggiunto
da Ema in un secondo tempo nel suo studio.
Il disco ha cominciato a girare molto per i blog e le
webzine e ha venduto molto bene, tanto da essere stato ristampato due volte in
vinile.
Siamo stati invitati a suonare allo Psychedelic
Network Festival di Wurzburg e allo Stoned Karma Festival di Dusseldorf
quell'anno, con band del calibro di My Sleeping Karma, Monkey 3, Space
Invaders, Nick Turner(Hawkwind), Oresund Space Collective e Vibravoid.
Ema poco dopo ci lascia per continuare i suoi progetti
di musica drone e al suo posto entra Bachis. Registriamo tre tracce per lo
split “Psychedelic Battles” con il gruppo gallese Sendelica.
Qui si può cominciare a sentire un lieve cambiamento,
i pezzi sono sempre abbastanza liberi come arrangiamento e struttura, ma sanno
dove andare a toccare, il sintetizzatore è più presente è acquista maggiore
importanza.
Questa collaborazione ci ha portato nell'estate 2015 a
suonare in Inghilterra e Galles con i compagni di squadra Sendelica.
Alla fine del 2015 Fabio abbandona la band e al suo
posto entra alla batteria Tommi (già presente nel progetto parallelo di Peppo “Electrospoon”).
Con il suo ingresso il gruppo cambia, di conseguenza e si sposta su territori più
sperimentali dando molta più cura alle sfumature dell'arrangiamento.
Spesso il nome che si assume è frutto di casualità e a
volte è parte completa del progetto: come nasce il vostro?
Il nostro nome deriva da un romanzo di Stephen King
del quale io sono un assiduo lettore. “Captain Trips” è un influenza che
stermina il genere umano nel romanzo “L’Ombra dello scorpione”. Appena
ho letto quel nome mi ha colpito molto e ho pensato: ”… che nome figo
sarebbe per una band!”; poco dopo abbiamo cominciato questa avventura ed è
stato naturale chiamarci così! L'aggiunta del "Da" significa
che, con la nostra musica, l'ascoltatore entra nella nostra osteria
psichedelica a degustare la nostra musica!
La vostra musica si rifà a modelli di cui non siete
stati testimoni diretti per motivi anagrafici: da dove nasce questa passione
per una musica sperimentale, psichedelica, avvolgente?
Anche non essendone stati testimoni siamo grandi
consumatori di dischi e grandi amanti dell'improvvisazione, che in qualche modo
ti porta a suonare musica psichedelica, avvolgente e ripetitiva. L'improvvisazione
ti insegna ad ascoltare gli altri e a valorizzarli istintivamente. La
musica che amiamo è il blues, il krautrock, la
psichedelia e il rock degli anni ’60 e ’70, senza tralasciare alcune cose degli
anni ’80 e ‘90, tipo Loop, Spaceman 3, Brian Jonestown Massacre o Bevis Frond,
tanto per citarne alcuni.
Personalmente la musica che reputo più stimolante è
senza dubbio il Krautrock: band come Neu!, Can, Ash Ra Temple, Tangerine Dream,
Faust, Popol Vuh e Cosmic Jokers guardano la musica in modo molto libero e
totalmente diverso rispetto alla scena psych inglese per esempio.
Esistono possibilità che ciò che proponete, in futuro
possa essere accompagnato da liriche?
Se capiterà l'occasione perchè no! Siamo sempre aperti
a collaborazioni e sperimentazioni.
Il vostro nuovo album, “Adventures In The Upside
Down!”, esce a distanza di quattro anni dal precedente full lenght “Anechoic Chamber Outcomes”: esiste un filo conduttore
o delle analogie tra i due lavori?
Il nuovo disco, a differenza di
quello precedente, si basa su un concept. Abbiamo voluto provare questo nuovo approccio, ogni
brano è connesso all'altro ed il disco si sviluppa in un racconto che ha come
protagonista il nostro Capitano.
Rispetto al disco precedente le parti
sono più strutturate e l'arrangiamento è stato curato nei minimi particolari,
inserendo il sintetizzatore come strumento fondamentale rispetto al precedente
disco.
Sicuramente la nostra musica è sempre
visionaria, cerchiamo di immaginare avventure fantastiche del nostro capitano
senza tempo che solca i mari di dimensioni dimenticate.
Mi raccontate i contenuti musicali
del nuovo disco e il messaggio che attraverso la musica volete rilasciare?
Il nuovo disco è formato da sette brani in cui abbiamo
cercato di scavare all'interno di noi stessi, per portare all'ascoltatore le
nostre emozioni tramutate in paesaggi fantastici che il Capitano visita in
questo suo trip. Partiamo da un intro molto calmo e avvolgente di synth e
chitarra molto effettata che prepara alla tempesta (the calm and the storm)
in cui il capitano naufraga per poi trasformasi in manta (Manta) e
visitare paesaggi fantastici (Revelation), ricordando la cara amata (Dear
Zahdia) fino a ritrovare la strada per tornare alla vita (Trepasses Bay,
Peaceful Place) e alla madre terra (Mother Earth). In "Mother
Earth", il lungo pezzo che chiude il disco e simboleggia il ritorno
del capitano alla vita e alla madre terra, abbiamo come sottofondo delle
riprese ambientali della natura, registrate e rilavorate da Ema (ex membro dei
Captain), che unendosi ad un arrangiamento in chiave acustica riportano ad una
sensazione di pace ottenuta da un uomo che riscopre la vita partendo dalle cose
fondamentali che esistono da sempre, ma che spesso vengono dimenticate.
L'ultima parte del pezzo è tutta improvvisata in
studio ed anticipa la prossima avventura del nostro capitano.
Chi sono gli ospiti del disco e come
è avvenuta la scelta?
Lee Relfe dei Sendelica suona il
sassofono in “Revelation”. Conosciamo Lee da qualche anno ed è capitato
di fare qualche jam dal vivo con lui; riascoltando la registrazione delle
prove, mi è sembrato naturale l'aggiunta di un sax in quel pezzo che ha melodie
molto arabeggianti.
Il riff di chitarra di “Mother
Earth” è nato di fronte all'oceano in Bretagna, nel Finistère
.
Ho delle registrazioni fatte con il
mio zoom in cui si sentono onde del mare e grilli in sottofondo. Sapendo che
Ema (ex membro) ha una banca dati di registrazioni ambientali fatte da lui, gli
abbiamo chiesto di lavorarci su. Ema suona anche il synth Bucla in una sequenza
di “Peaceful Place”.
L'altro ospite del disco è l'amico
Basalle, che ha suonato una parte di sintetizzatore in The Calm and the Storm.
Ho visto un’immagine della copertina
attraverso lo schermo e mi è sembrata di forte impatto: mi raccontate qualcosa
sull’artwork?
La copertina è opera del
disegnatore/sceneggiatore di fumetti di fantascienza Roberto Bonadimani. Ho
conosciuto Roberto ad una esposizione di fumetti sci-fi nella mia città,
Piacenza. Sono rimasto incantato dalla bellezza dei suoi disegni e gli ho
subito proposto una collaborazione. Siamo andati a trovarlo a casa e gli abbiamo
proposto il concept per questo disco: la sua fantasia eccezionale ha fatto
tutto il resto.
La copertina esterna del vinile raffigura un'onda
gigantesca sottosopra, nella quale troviamo il capitano naufrago in preda ad
una trasformazione in una manta che lo porterà alle avventure in un mondo
parallelo, mentre all'interno ci sono nove tavole in cui Roberto illustra il
viaggio del capitano dal naufragio al ritorno alla madre terra.
In che formato/i uscirà l’album?
L'album uscirà in vinile colorato
(150 copie) e nero (200 copie) per Vincebus Eruptum, e in CD per Phonosphera.
Cosa mettono in mostra i DA CAPTAIN
TRIPS nei loro live?
Non essendo dei sex simbol puntiamo
sulla musica! Sicuramente il palco è il luogo dove ci sentiamo più a casa. I nostri live
possono essere molto differenti l'uno dall'altro, improvvisando molto anche dal
vivo, dipende tutto dal nostro stato psicofisico e dall'atmosfera che si crea
all'interno del locale, le canzoni possono mutare ed espandersi o semplicemente
essere quelle del disco. Quindi una cosa che potete sentire e percepire nei
nostri live e lo specchio di chi ci sta davanti riflesso nelle nostre canzoni.
Che tipo di strumentazione
utilizzate? Larga fedeltà all’analogico dei seventies?
Io sono un amante della
strumentazione vintage ma vado più verso i sixties! La chitarra che ho usato nel disco dei Captain è una Mosrite del '67
completamente originale, suonata in Binson Hi Fi 40, un Echorec 2 e un Echo a
nastro Dynacord. Mi piace
pensare che comprando uno strumento vintage in qualche modo si assimili la sua
storia, i posti dove ha suonato, i musicisti che l'hanno suonata.
Gli altri della band non sono fanatici come me, ma
usiamo comunque strumentazione di ottima qualità, come nuovi sintetizzatori
Moog e Morpho, Fender Precision.
Siamo comunque sempre alla ricerca di nuovi suoni… è
una malattia.
La vostra discografia non si ferma ai due album che ho
citato: che cosa avete realizzato dal 2013 ad oggi?
Prima del 2013 abbiamo registrato un
l'Ep, “Alljamed” nel 2010 (venduto ai concerti come CDr) con 4 tracce,
ristampato da Vincebus Eruptum in vinile nel 2014 con tre bonus track col nome
di “In the Beginning”.
Nel 2015 “Psychedelic Battles”,
split con il gruppo gallese Sendelica per Vincebus Eruptum.
Nel 2016 “Live at
Immerhin-Wurzburg”, registrato a Wurzburg a maggio 2015, uscito per la
tedesca Sunhair Records .
Che cosa vorreste vi accadesse nell’immediato futuro
musicale?
Ci piacerebbe molto implementare i
nostri concerti con dei visual per aumentare l'intensità della nostra
musica.
Elenco
brani prima parte:
A1 - The Calm and The Storm
A2 - Manta
A3 - Revelation
A4 - Dear Zahdia
A2 - Manta
A3 - Revelation
A4 - Dear Zahdia
Elenco
brani seconda parte:
B1 - Trepasses Bay, The Peaceful Place
B2 - Mother Earth
B2 - Mother Earth
Rilasciato
il 30th of April 2017
Formazione:
Cavitos
- chitarra
Peppo - basso
Tommy
– batteria e percussioni
Bachis –Sintetizzatore e tastiere + basso in “Mother Earth”
INFO
LP: VELP017 by VE Recordings
CD by Phonosphera Records
Art-cover by Roberto
Bonadimani
DISCOGRAFIA
DA CAPTAIN TRIPS
2013 “ANECHOIC CHAMBER OUTCOMES I” - LP (VE
Recordings)/CD (Phonosphera Records)
2014 “IN THE BEGINNING” - LP (VE Recordings)
collection of first EP and early tracks
2015 “PSYCHEDELIC BATTLES Vol.1” - LP (VE Recordings)
split album with SENDELICA
2016 “LIVE AT IMMERHIN – WURZBURG” - LP (Sunhair
Music)