Sir Rick Bowman - “A Quiet
Life”
New Model Label
A distanza di quattro
anni dall’esordio autoprodotto, “Shades Of The Queue”, i toscani Sir Rick Bowman propongono l’album
della prima maturità, quello che solitamente presenta un elemento di continuità
calato sul genere musicale che più si ama legato alla voglia di nuovo,
mantenendo fede ai saldi principi, spesso molto rigidi se si è in giovane età.
Il titolo del nuovo lavoro è “A Quiet Life”.
La vita tranquilla è
quella a cui si aspira, spesso, al limite dei 30 anni, quando alcune cose
finiscono - l’adolescenza, gli studi, la frivolezza… - e altre ne arrivano,
quelle che spaventano, che vedono in prima linea obiettivi e responsabilità,
quelle a cui a volte si pensa di non essere preparati. Ma abbiamo degli esempi
davanti a noi, degli stereotipi, dei luoghi comuni che prevedono l’esistenza di
azioni codificate a seconda dell’ età. Esistono alternative?
I Sir Rick Bowman propongono il
loro punto di vista, vivendo l’esperienza
in diretta, trasformando idee e pensieri in musica, perché è con la MUSICA che
i giovani, da sempre, si raccontano e si ascoltano.
La modalità espressiva
dei Sir Rick Bowman prevede l’utilizzo
della lingua inglese, perché non esiste niente di meglio quando si vuole
aumentare il tono della discussione/affermazione, basta un po’ di slang e gli
accordi giusti e si ritorna con la mente alla beat generation - che non è solo
ad appannaggio di chi l’ha vissuta in diretta -, arrivando a successive
generazione che utilizzano le stesse linee guida, quelle capaci di tracciare un
fil rouge tra Who, Oasis, Blur e Slydigs.
Ovviamente l’utilizzo
della lingua di Albione ha altre motivazioni, soprattutto legate alla capacità
di adattarsi alle parti sonore nel rispetto delle metriche, ma dando un’occhiata
alla cornice del dipinto qualche motivazione, a volte inconscia, appare chiara
ad occhio esterno.
Quarantacinque minuti di
musica che riescono a catapultare l’ascoltatore
attento in un mondo ben preciso, carico di significati, dove l’utilizzo della
lettura dei testi aiuta ad entrare nella storia, seria, autobiografica, che i S.R.B. propongono, un contenitore che
potremmo definire concept album visto il legame esistente tra i pezzi del
mosaico.
A esemplificazione del
concetto presento l’official video, la title track, il sunto dei significati
racchiusi nell’album.
Le trame sonore e
ritmiche sono convincenti, e basta un inizio di ascolto per inquadrare il disco
in un preciso genere di riferimento, il britpop, che continua a mantenere
originalità e voglia di emulazione.
Tra le undici tracce
trovo una piccola perla, apparentemente fuori schema, Seawolf, un momento intimistico di forte impatto.
Un bel disco, maturo
nei pensieri, godibile per quanto di musicale sa esprimere.
Biografia tratta dal sito di riferimento
La band nasce nel
2008, quando l’allora nucleo originale formato da chitarra, basso e
batteria inizia a comporre brani in cui da subito emerge la passione della band
per la musica inglese, in particolare il britpop. Il gruppo comincia presto ad
affacciarsi sui palchi delle province di Prato e Firenze in forma
semi-acustica, arruolando progressivamente musicisti (seconda chitarra, piano)
in grado di esprimere e dare vita ad un progetto che già dalle prime intenzioni
sembra dover acquisire un respiro più ampio. Dopo alcuni EP, le aperture dei
concerti per The Niro a Prato nel 2010 e nel 2011, le due partecipazioni al
Rock Contest di Controradio, e diverse esperienze live in giro per la Toscana,
la band pubblica nel 2013 il primo disco autoprodotto “Shades Of The Queue”, dove partendo dal folk rock di
matrice britannica, si passa attraverso atmosfere e sonorità alt rock,
fondendo l’elettronica col gusto per la melodia del primo britpop.
Conclusa l’esperienza del primo album, i Sir Rick Bowman cambiano batterista e
si chiudono in studio per dar vita al secondo disco, in cui compaiono nuove
influenze ed una maggiore maturità, “A
Quiet Life!
Link:
La Band:
Riccardo Caliandro – voce, chitarra
Andrea Fabio Fattori – chitarra
Francesco Battaglia – basso, cori
Giacomo Di Filippo – tastiere, cori
Emanuele Pagliai – batteria
Riccardo Caliandro – voce, chitarra
Andrea Fabio Fattori – chitarra
Francesco Battaglia – basso, cori
Giacomo Di Filippo – tastiere, cori
Emanuele Pagliai – batteria
Il disco è stato
registrato a metà tra l’El Sop Recording Studio (Sesto Fiorentino – FI) e The
Carlos Room (Prato), mixato e masterizzato da Leo Magnolfi e la band sempre
presso l’El Sop Recording Studio