mercoledì 26 aprile 2017

Sir Rick Bowman - “A Quiet Life”


Sir Rick Bowman - “A Quiet Life”
New Model Label

A distanza di quattro anni dall’esordio autoprodotto, Shades Of The Queue”, i toscani Sir Rick Bowman propongono l’album della prima maturità, quello che solitamente presenta un elemento di continuità calato sul genere musicale che più si ama legato alla voglia di nuovo, mantenendo fede ai saldi principi, spesso molto rigidi se si è in giovane età. Il titolo del nuovo lavoro è A Quiet Life”.
La vita tranquilla è quella a cui si aspira, spesso, al limite dei 30 anni, quando alcune cose finiscono - l’adolescenza, gli studi, la frivolezza… - e altre ne arrivano, quelle che spaventano, che vedono in prima linea obiettivi e responsabilità, quelle a cui a volte si pensa di non essere preparati. Ma abbiamo degli esempi davanti a noi, degli stereotipi, dei luoghi comuni che prevedono l’esistenza di azioni codificate a seconda dell’ età. Esistono alternative?
I Sir Rick Bowman propongono il loro punto di vista, vivendo l’esperienza in diretta, trasformando idee e pensieri in musica, perché è con la MUSICA che i giovani, da sempre, si raccontano e si ascoltano.
La modalità espressiva dei Sir Rick Bowman prevede l’utilizzo della lingua inglese, perché non esiste niente di meglio quando si vuole aumentare il tono della discussione/affermazione, basta un po’ di slang e gli accordi giusti e si ritorna con la mente alla beat generation - che non è solo ad appannaggio di chi l’ha vissuta in diretta -, arrivando a successive generazione che utilizzano le stesse linee guida, quelle capaci di tracciare un fil rouge tra Who, Oasis, Blur e Slydigs.

Ovviamente l’utilizzo della lingua di Albione ha altre motivazioni, soprattutto legate alla capacità di adattarsi alle parti sonore nel rispetto delle metriche, ma dando un’occhiata alla cornice del dipinto qualche motivazione, a volte inconscia, appare chiara ad occhio esterno.
Quarantacinque minuti di musica che riescono a  catapultare l’ascoltatore attento in un mondo ben preciso, carico di significati, dove l’utilizzo della lettura dei testi aiuta ad entrare nella storia, seria, autobiografica, che i S.R.B. propongono, un contenitore che potremmo definire concept album visto il legame esistente tra i pezzi del mosaico.
A esemplificazione del concetto presento l’official video, la title track, il sunto dei significati racchiusi nell’album.
Le trame sonore e ritmiche sono convincenti, e basta un inizio di ascolto per inquadrare il disco in un preciso genere di riferimento, il britpop, che continua a mantenere originalità e voglia di emulazione.
Tra le undici tracce trovo una piccola perla, apparentemente fuori schema, Seawolf, un momento intimistico di forte impatto.
Un bel disco, maturo nei pensieri, godibile per quanto di musicale sa esprimere.


Biografia tratta dal sito di riferimento
La band nasce nel 2008, quando l’allora nucleo originale formato da  chitarra, basso e batteria inizia a comporre brani in cui da subito emerge la passione della band per la musica inglese, in particolare il britpop. Il gruppo comincia presto ad affacciarsi sui palchi delle province di Prato e Firenze in forma semi-acustica, arruolando progressivamente musicisti (seconda chitarra, piano) in grado di esprimere e dare vita ad un progetto che già dalle prime intenzioni sembra dover acquisire un respiro più ampio. Dopo alcuni EP, le aperture dei concerti per The Niro a Prato nel 2010 e nel 2011, le due partecipazioni al Rock Contest di Controradio, e diverse esperienze live in giro per la Toscana, la band pubblica nel 2013 il primo disco autoprodotto “Shades Of The Queue”, dove partendo dal folk rock di matrice britannica, si passa attraverso atmosfere e sonorità alt rock, fondendo l’elettronica col gusto per la melodia del primo britpop. Conclusa l’esperienza del primo album, i Sir Rick Bowman cambiano batterista e si chiudono in studio per dar vita al secondo disco, in cui compaiono nuove influenze ed una maggiore maturità, “A Quiet Life!

Link:


La Band: 
Riccardo Caliandro – voce, chitarra 
Andrea Fabio Fattori – chitarra 
Francesco Battaglia – basso, cori 
Giacomo Di Filippo – tastiere, cori 
Emanuele Pagliai – batteria
Il disco è stato registrato a metà tra l’El Sop Recording Studio (Sesto Fiorentino – FI) e The Carlos Room (Prato), mixato e masterizzato da Leo Magnolfi e la band sempre presso l’El Sop Recording Studio