Fotografia di Stefano Mantello
Avevo sperato che la presentazione dei libro di Luciano Boero, “Soldato da otto soldi”, potesse essere più aggregante: musicista conosciuto - e anche tanto, in ambito savonese -, argomento “serio”, e la previsione di mischiare le parole alla musica “antica”, fatta di quelle canzoni che, volenti o nolenti, assimiliamo sin dalla nascita, e rivalutiamo nel tempo, soprattutto dopo aver acquisito la capacità di comparazione critica, in questo caso tra la nobiltà acquisita e tanta spazzatura che ci propina il mondo evoluto!
Certo, si poteva
organizzare il tutto in una libreria del centro città, niente di più facile, ma
l’idea di proporre un momento di “svago controllato” in uno spazio diverso dal
solito poteva essere accarezzata con
più entusiasmo. Secondo me!
Sono ormai avvezzo a
queste delusioni che sono tipiche del mondo della musica live, e conosco
perfettamente il fattore CSD (Culo Sul Divano), che colpisce sempre all’ultimo
momento, ma Luciano Boero, il
fantastico fiatista Michele Lazzarini e
il fonico della Locanda delle Fate -
persino lui è calato dal basso Piemonte! - non hanno avuto il pubblico che
meritavano, e di questo sono molto dispiaciuto.
Ma i pochi intimi
hanno potuto entrare meglio nel mondo di Carlo e Luciano Boero, padre e figlio,
che è fatto di momenti noti, perché tramandati da generazioni, studiati nelle
scuole, visti alla TV.
Un secolo di storia
che percorre le due grandi guerre e, attraverso il boom economico, arriva sino
ai giorni nostri.
Niente come la musica
stimola i nostri sensi, nessuno escluso, e il racconto musicale di Boero,
miscelato al sax struggente di Lazzarini, ha incontrato il verde umido e
silenzioso del Parco di Quiliano in
Carpignano, a Savona, luogo dalla potenzialità ancora inesplorata; la
velata tristezza provocata dal momento magico ha portato i presenti a ritroso
nel tempo, e i due musicisti davanti a noi sono diventati la proiezione di
quanto accadeva in passato, tra balere e feste di paese, giorni antichi in cui
la felicità era fatta di un ballo e il successivo battere di cuori innamorati.
I racconti si svolgono
nelle langhe, ma lo scenario è rappresentativo di un’Italia che ha avuto un
tessuto sociale abbastanza condivisibile e ciò che abbiamo ascoltato aveva il
profumo della storia.
Le canzoni? Abbassa la tua radio per favor, Ma l’amore
no, Lili Marlene, Come pioveva, Grazie dei Fior, Ma l’amore no, Volare, Non
dimenticare le mie parole, Parlami d’amore Mariù, Mille lire al mese, Voglio amarti così, Stardust e La gatta.
Tra un brano e l’altro
le letture di Maura Genta hanno permesso di captare parti del contenuto del
book, abbinate al brano proposto.
Per chi fosse interessato
ad un commento al libro, un pò più approfondito, propongo il link con il mio pensiero
di qualche mese fa:
C’è anche spazio per
un bis, un “solo” da paura di Michele Lazzarini, musicista che non conoscevo e
che da oggi seguirò nei suoi progetti musicali.
Parte del racconto
musicale è contenuto nel video a seguire:
Una bella serata per i
presenti, che Luciano Boero, filosoficamente, identifica con la sottolineatura
rassicurante di “pochi ma buoni!”.
Un ringraziamento all’organizzazione del Ristoro Camilia, Valentina, Massimo e Roberto.
Fotografia di Stefano Mantello