Al termine del FIM (Fiera internazionale della Musica), svoltosi
a Genova il 16-17-18 Maggio, viene
spontaneo un commento e, per quelli che come me erano presenti lo scorso anno,
una comparazione.
Non ho idea del bilancio finale - elemento importante che può
determinare uno slancio per ulteriori avvenimenti futuri o un drastico
smorzamento dell’entusiasmo da parte degli organizzatori - che dal comunicato
stampa ufficiale sembrerebbe positivo, ma posso fornire la mia immagine,
parziale, raccontando ciò che ho vissuto in prima persona e di conseguenza ciò
che è andato in onda sul Palco Verde, quello dedicato alla Musica Progressiva.
Le differenze sostanziali di base più evidenti erano relative
a spazio, tempo e “protezione”:
Il Palafiera di Genova e non più l’Ippodromo di Albenga, tre
giorni anziché due, una zona espositiva al coperto, lontano da possibili
intemperie meteorologiche.
Molte di più le band presenti, quasi tutte nuove rispetto
allo scorso anno, nella naturale logica di turn over.
Non le elencherò tutte perché inserite nella locandina
allegata, anche se occorre dire che Picchio dal Pozzo non ha potuto essere
presente, ed abbiamo invece visto Sophya Baccini’s
Aradia, l’unica band quasi completamente al femminile.
Nel dare lo start al Riviera Prog Festival - condurre era il mio
compito sul palco - la cui direzione artistica era nelle mani di Massimo Gasperini della Black Widow, ho evidenziato che un
evento globale simile non si era mai verificato a Genova, città che ha visto i
Beatles, gli albori del Prog e tutta la “statura” della Musica genovese, ma che
mai aveva ospitato una manifestazione così complessa. Diamo merito a Verdiano Vera
e a Linda
Cavallero - ancora una volta gli organizzatori - del grande coraggio
imprenditoriale, e dell’amore con cui hanno condotto le operazioni, coadiuvati
da un team giovane e dinamico che ha lavorato duramente per mesi: senza
passione non c’è business che tenga! Certo, qualche aiuto sostanziale da parte del governo cittadino sarebbe gradito.
Molti i palchi, per tutti i gusti, e tanti i personaggi
musicali di estremo rilievo, da Bobby
Kynball dei Toto, sino alla storia di casa nostra (Mal, Cattaneo, Don Backy, Camaleonti), passando per differenti discipline e molteplici
valori, non ultimi gli esperti dei vari settori artistici. Tutte cose che, non
avendo visto con i miei occhi, non racconterò.
Interessante lo spazio Over
Joy/Muovi La Musica, che ho vissuto di più essendo zona adiacente alla “mia”,
impreziosita da eventi straordinari (Patrizio
Fariselli, i ragazzi di “E che cavolo!) e da persone di spessore in
ambito musical culturale (Alberto
Salerno, Mara Maionchi, SimonLuca and more over).
Ma io ero, ovviamente, concentrato sul Palco Verde, e in tre giorni ho visto passare e ho interagito con una buona fetta di Prog,
tra il giovane e il consolidato.
Una organizzazione tecnica difficoltosa, legata al gran
numero di settaggi pro band, che ha fatto impazzire il service di Ricky Pelle, ha prodotto un ritardo quotidiano, fisiologico, di
circa un ora, ma alla fine la nave è arrivata in porto.
Emozioni a non finire - e stanchezza ancora da smaltire - e utilizzo
del “cambio palco” per chiacchierare con gli artisti, ma anche per promuove e
divulgare altre iniziative.
Spero di non dimenticare nessuno nell’elencare la pubblicizzazione
di alcuni book, come quello di Mox
Cristadoro (I 100 Migliori Dischi del
Progressive), di Giordano Casiraghi
(Che Musica a Milano), di Fabio
Zuffanti (Ma che Musica Suoni?) e
di Gianmaria Consiglio (Il Balletto
di Bronzo e l’idea del delirio organizzato). Ha completato le presentazioni
Piero Cademartori di Editrice Zona.
E poi i Latte e Miele
con il loro album di recente uscita (Passium
Secundum Mattheum-The Complete Work), Paolo Siani che ha descritto il DVD “Nuova Idea-Live Antology”, Pino Sinnone
che ha segnalato un prossimo evento, la celebrazione
dei Trip prevista per il 15 Giugno a Cisano sul Neva, un gruppo di fertili realtà
genovesi con fresche od imminenti uscite (Blue
Down, Il Segno del Comando e Una Stagione all’Inferno) e qualche
riferimento al Prog Sud francese
(era presente una buona rappresentanza della zona).
Non è mancato il saluto ala cara giapponese Yoshiko, momentaneamente indisponibile,
ma idealmente con noi.
A completamento della sezione interviste, sul palco è salito Roberto Tiranti, che ha voluto
presenziare, nonostante lo aspettasse, di lì a poco, un concerto importante,
assieme al già citato Kinball.
Ma il momento più emozionante, sicuramente per me, è arrivato
alla fine della prima giornata, quando il tributo a Jimi Hendrix è stato
preceduto dal mio incontro on stage con Eddie
Kramer, l’ingegnere del suono dei mostri sacri, Beatles, Stones, Led
Zeppelin, Hendrix e molti altri.
Era lì accanto a me, e io avevo il compito di fare qualche domande:
le gambe tremavano e il mio inglese peggiorava in un attimo, drasticamente,
mentre gli chiedevo di Woodstock o della sua relationship con Jimi. Ma la
semplicità dei geni è qualcosa che
andrebbe assorbita in toto, e nel piccolo montaggio a seguire sarà facile
intravedere Eddie parlottare con Andrea Cervetto, fotografare i musicisti sul palco e aggirarsi con
semplicità tra gente stupita ed eccitata. Ne sa qualcosa il fotografo Enrico Rolandi che Eddie ha voluto
immortalare, invertendo i ruoli.
Alta la qualità messa in campo, e abbastanza varia la
proposta, giacchè all’interno della famiglia del prog le componenti sono
davvero tante.
Molti gli ensamble giovani, tanti quelli affermati, impossibile
sviscerare le singole performance, per questioni di spazio, ma sottolineerei la
prestazione di un incredibile Alvaro
Fella, in aggiunta al Consorzio
Acqua Potabile, sul palco su di una carrozzella per un recente incidente,
ma con una voce da paura.
Unico ospite non italiano Richard Sinclair, non uno qualsiasi. Voce magica e capacità di
catturare il pubblico unica.
“L’andare lungo” ha penalizzato un po’ il finale della terza
serata, quello dedicato ad Aldo Tagliapietra
e alla sua band, e la Locanda delle Fate,
ma il pubblico ha dato comunque una buona risposta.
Per avere un’idea “bignamica” del sound rimando al video che
comprende stralci de Il Castello di Atlante, Eddie Kramer e tributo a Hendrix,
Osanna e PropheXy e Sinclair.
Un buon pubblico ha garantito una presenza costante nell’arco
dei tre giorni.
Poteva andare meglio? Poteva andare peggio? E’ andata, questo
importa, e dagli errori si traggono sempre spunti di miglioramento che fanno
protendere verso la positività.
Arrivato a casa distrutto sono stato accolto da un “… ma chi te lo fa fare…” : a distanza di
anni sono ancora un mistero, su alcuni argomenti, per i miei cari!