FAKE è il
secondo album degli OUTOPSYA, duo trentino che in questa occasione si
presenta col “vestito” della Lizard
Records.
Rimando a fine post
per le generiche e oggettive informazioni.
Credo sia sufficiente la
lettura dello scambio di battute a seguire,
per capire quasi tutto di questa inusuale band di musicisti “anomali” e
originali. Quasi tutto? Non è una forzatura, perché nello spazio di dodici
domande mirate emerge un mondo molto più obiettivo ed interessante del commento
che qualsiasi osservatore musicale possa tracciare.
Ho taggato OUTOPSYA con l’aggettivo “anomalo”, ma è forse meglio sostituirlo
con “atipico”.
E’ atipico il doppio
album, in assoluta controtendenza.
E’ atipico considerare
“il terzo componente” dal vivo un ordinatore, Mister PC.
E’ atipico fuggire
quasi dalla fase live e nel caso di apparizioni preferire la penombra alla
visibilità.
E’ altresì atipico
musicare un film muto.
Sgombro il campo
immediatamente da ogni dubbio, perché non vorrei si scambiasse per poco
gradimento un qualcosa che al contrario ho apprezzato molto.
Sto parlando di musica
di discreta nicchia, come spesso accade per gli artisti che gravitano attorno a
Loris Furlan… sto pensando ad atmosfere molto particolari miscelate a ritmi e
tecnologia.
Io credo che un bravo
giornalista musicale potrebbe fare un trattato, o una tesi di laurea
commentando FAKE, un’opera che trasuda cultura, impegno, innovazione ed esasperazione
di ogni concetto applicato ai suoni.
E ci si trovano
discrete contaminazioni, dalla voce dell’ Hammill vandergraafiano all’Hendrix
da cui, mi pare, si prendono le distanze, tanto per citare due poli opposti.
Ma se dovessi dare un
giudizio “bignamico” di questo album scenderei forse a concetti molti più …
terreni e -per me- soddisfacenti, perché FAKE, e ogni parola che esce dalla
penna di OUTOPSYA, profumano semplicemente di libertà, libertà espressiva,
libertà di muoversi in tutte le direzioni con ampia possibilità di scelta,
libertà di rimanere nell’oscurità dando visibilità soltanto a ciò che realmente
conta, libertà di spaziare su un tema ampio – e musicare il film muto di Rupert Julian, “Il Fantasma dell'Opera”
da garanzie in tal senso.
La varietà della
proposta, il “contenitore” pieno di atmosfere rarefatte e solenni, la melodia e
i suoni ricercati, rendono FAKE un lavoro di estrema qualità, di grande
quantità e … multifunzione. Ma sono certo che OUTOPSYA non ha ne pianificato ne riflettuto sulla
progressione temporale dell’album, dopo la sua uscita: questa sarebbe stata la vera anomalia!
L’INTERVISTA
Parto spesso con un
accenno al nome della band, a volte collegato, magari inconsciamente, alla
filosofia musicale che si adotta. So che la frase
“OUT Of PSYchical Activity” è nata solo
a posteriori come sorta di joke legato al nome della band, OUTOPSYA. Ma … dopo
aver ascoltato la vostra musica, il “joke” a cui accennavo diventa una cosa
tremendamente seria, e i suoni riconducono ad un mondo metafisico complesso e
completo. Come si può collegare, dopo due album, la musica di OUTOPSYA al nome
… OUTOPSYA?
OUTOPSYA è una parola che non esiste e forse si può collegare alla nostra ambiziosa ricerca di creare musica che in un certo senso “non esiste”. La cosa
più importante comunque è che qualcuno ascoltando la nostra musica la colleghi inequivocabilmente al nome OUTOPSYA!!!
La prima
“anomalia” –positiva- che si rileva, avendo in mano il vostro CD, è la quantità
disponibile, il doppio album. Quantità e qualità non viaggiano
obbligatoriamente assieme, ma incuriosisce quella che voi avete chiamato
“provocazione”. Era l’unico modo
possibile per far nascere “FAKE”?
Certo che no. Fake è stato concepito come
sonorizzazione del film muto “Il fantasma dell’opera” che dura una
novantina di minuti. La provocazione, se così vogliamo chiamarla, potrebbe
essere l'aver pubblicato tutti i 90 minuti in un'unica confezione, in un
periodo in cui si prediligono gli EP o addirittura i singoli. Avremo potuto
estrarre solo alcuni “pezzi” da includere in un cd ma la cosa, almeno per noi,
non avrebbe avuto molto senso in quanto abbiamo sempre pensato a Fake come ad
un'unica composizione.
La vostra
musica sfrutta in maniera decisa le tecnologie disponibili. Secondo voi, si può
ancora innovare, creare, stupire in piena libertà, utilizzando invece la
tradizione?
Sicuramente
sì e questo sarebbe il nostro più grande desiderio; anche il materiale di Fake
si presterebbe in gran parte ad arrangiamenti per strumenti più tradizionali.
Abbiamo solo un grande problema: trovare musicisti capaci e motivati, disposti
a dedicare il tempo necessario ad una esecuzione delle parti che ci soddisfi.
Abbiamo fatto dei tentativi e dei provini ma deludenti al punto che senza
dubbio ci han fatto optare per l’uso delle tecnologie che fortunatamente in
questi nostri tempi esistono e abbiamo fatto nostre; non per niente il terzo
componente del gruppo l’abbiamo chiamato Mr. Pc che ci supporta anche nelle
rare esibizioni live.
Il vostro
album è anche legato alla simbologia dei numeri (lo spiegherò in fase di
recensione), ma in questo caso mi pare che non ci sia necessità di rifarsi ad
una scienza esatta, ma piuttosto affidarsi ad elementi casuali che appaiono
come segni del destino. Cosa rappresenta l’imponderabile nella vostra vita di
musicisti?
Mah, in
realtà siamo piuttosto “terra-terra” da questo punto di vista. Cerchiamo di
tenere tutto sotto controllo, ogni nota o arrangiamento è ragionato e valutato
e lasciamo il meno possibile al caso (che comunque la sua bella parte la fa lo
stesso).
La vostra
proposta è intrisa di cultura, ma che cosa ha scatenato, in origine, l’amore
per la musica? Chi erano/sono i vostri “spiriti guida” o quelli che comunque vi
hanno dato maggiori soddisfazioni?
Credo sia
nato tutto in modo piuttosto naturale. Abbiamo iniziato a suonare da piccoli,
forse anche un po' spinti dai genitori e forse un po' controvoglia, almeno
all'inizio. Poi, col tempo, suonare è diventata praticamente un'abitudine, una
necessità. Abbiamo sempre ascoltato molta musica e siccome ci stufiamo in fretta è stato,
ed è tutt'ora, un continuo saltellare da un genere all'altro cercando qualcosa
di appagante. Ci sono moltissimi musicisti che stimiamo per le ragioni più
disparate ma gli “spiriti guida” sono pochi e preferiamo tenerli insvelati,
tanto sono importanti per noi.
OUTOPSYA
sembrerebbe in perfetto agio in un laboratorio musicale. Qual è invece il
vostro lato live? Che tipo di piacere trovate nell’incontrare il vostro
pubblico?
Alle
nostre, ultimamente rare e mirate,
esibizioni abbiamo notato spesso facce perplesse ed interrogative, a volte
quasi seccate... Il “nostro pubblico” probabilmente non esiste o quantomeno non abbiamo ancora
avuto modo di incontrarlo … forse non abbiamo ancora proposto la musica adatta
o forse è poco il pubblico adatto alla nostra musica. In passato suonavamo piuttosto spesso ma, a dir la verità, non abbiamo mai
avuto grandi soddisfazioni dall'esibirci live. Attualmente, per una serie
interminabile di ragioni, fatichiamo a trovare motivazioni che ci spingano a
suonare dal vivo.
Parliamo di “FAKE”: come è
avvenuto il passaggio da musica per film
muto a doppio CD?
La durata
non è stata modificata, la struttura portante è stata sfruttata in toto
rimpolpandola di voci e suoni amalgamati con arrangiamenti idonei a rendere il
tutto più adatto all’ascolto, anche
senza l’ausilio delle immagini. Niente di più.
La musica non è la sola vostra passione. Nell’ambito del mio “lavoro” mi
capita quotidianamente di trovare giovani musicisti che non si accontentano di
musica e testi, ma sentono la necessità di esprimersi attraverso arti
differenti, inserite nello stesso contenitore. E’ questa un esigenza
caratteristica del momento attuale o anche in passato esistevano certi bisogni,
e magari restavano nascosti per eccesso di cautela?
Noi siamo molto attratti da tutte le arti, soprattutto dalle altre “temporali”
che hanno quindi un legame per così dire naturale, con la musica. Abbiamo
infatti collaborato con registi, poeti e soprattutto coreografi di danza
contemporanea. Oltre che una passione oggi è anche una necessità di lavoro;
vista l’enorme crisi del mondo musicale in genere è diventato fondamentale
ampliare il più possibile i contatti e avere più possibilità di esprimerci e
farci notare...
Quanto sono importanti per voi le liriche?
Ci interessano principalmente il suono ed il ritmo delle parole che vengono
usate soprattutto in funzione della loro musicalità. Comunque i nostri testi
hanno, almeno per noi, un significato ben definito; non ci interessa
“comunicare” o esprimere qualcosa in particolare con le liriche.
Sono fuori strada se dico che nel vostro album ho sentito, tra le tante
cose, anche un sottile frammento hendrixiano?
Potrebbe benissimo sentirsi anche quello ma sarebbe assolutamente casuale e
non voluto. Hendrix non rientra per nulla o quasi nelle nostre influenze,
almeno non direttamente.
Mi date una spiegazione dell’artwork, elemento a mio giudizio sempre molto
importante?
Volevamo per questo disco un artwork che si discostasse dalle cover
abituali, almeno per quanto riguarda la scelta dei colori. Abbiamo optato per un sfondo bianco, con elementi viola e nero, pensiamo
sia un modo per farla risaltare in mezzo ai classici artwork dalle tonalità
scure e quindi richiamare l'attenzione dell'ascoltatore alla ricerca di nuova
musica. Per quanto riguarda le illustrazioni non hanno un significato particolare
abbiamo pensato a qualcosa che potesse rappresentare o descrivere la nostra
musica tramite le immagini. Tuttavia lasciamo che ognuno sia libero di darne la propria
interpretazione.
Provate ad aprire il libro dei desideri e a formulare un pensiero musicale
rivolto ai prossimi tre anni.
Fare un altro disco diverso e migliore di questo, possibilmente suonando
con musicisti che stimiamo.
INFO
OUTOPSYA e
Lizard Records
FAKE
Lizard Records (Micio Poldo Edizioni Musicali)
22 brani - 91 minuti
FAKE
Lizard Records (Micio Poldo Edizioni Musicali)
22 brani - 91 minuti
Line
up
Luca
Vianini (chitarre,
voci, synths e batteria) e Evan Mazzucchi (basso e violoncello)
OUTOPSYA Myspace:
http://www.myspace.com/outopsya
OUTOPSYA su Facebook:
http://www.facebook.com/outopsya
Lizard Records:
http://www.lizardrecords.it
Ufficio stampa Synpress44:
http://www.synpress44.com
http://www.myspace.com/outopsya
OUTOPSYA su Facebook:
http://www.facebook.com/outopsya
Lizard Records:
http://www.lizardrecords.it
Ufficio stampa Synpress44:
http://www.synpress44.com