sabato 9 luglio 2011

Brian Auger a Savona


La mia settimana di musica “storica”, iniziata con i Colosseum, è proseguita giovedì sera, 7 luglio, con un concerto organizzato a Savona da Raindogs, nell’ambito di “
METTI UNA SERA A SAVONA NEL CENTRO STORICO...”.
Di scena, sulla centralissima Piazza Sisto IV, la BRIAN AUGER'S OBLIVION EXPRESS.

Grande risposta del pubblico per un concerto gratuito dedicato non solo agli amanti del genere, ma adatto anche a qualche giovane interessato alla qualità musicale, indipendentemente dal genere proposto.
Brian Auger è la storia della musica beat/pop,  e per chi ha avuto l’opportunità di parlare con lui a fine serata non saranno passati inosservati i suoi aneddoti, e le sue collaborazioni, anche se il racconto del lavoro a stretto contatto con i Led Zeppelin a fatto vacillare i più “antichi”.
Lo ricordo in accoppiata con July Driscoll nei Trinity, ma la sua carriera, partita ad inizio anni ’60, non ha mai avuto attimi di sosta, e ancora oggi questo settantaduenne  terribile sa dare dimostrazione di gusto, energia e tecnica unica.
Piazza Sisto fa un certo effetto (positivo) quando si presenta in “tenuta da concerto”, ma anche le piazzette interne, utilizzate per le esibizioni pre Auger, non sono da meno e il centro storico dimostra tutto il suo fascino notturno ai savonesi.
Dopo molto tempo rivedo una vecchia conoscenza lavorativa, ormai in pensione e mi chiede chi si esibirà. Gli racconto qualcosa di Brian Auger e mi risponde: Ma suona con l’orchestra?”. Ebbene sì, sono passate le 22 quando “l’orchestra “ decide di entrare in azione.
Trattasi di parte della famiglia Auger: Brian all’hammond e tastiere, il figlio Karma alla batteria e la figlia Savannah alla voce. A completare il quartetto un geniale bassista, Les King.
Brian si dimostra subito un abile intrattenitore delle folle, grazie anche ad un suo buon  italiano parlato (pare che la sua ultima moglie sia cittadina italiana). Si parte con un groove strumentale per poi proseguire con brani cantati da una splendida voce. Gli assoli di Brian dominano la scena mentre King sorprende per tecnica e ritmica. Un po’ meno appariscente il drummer Karma, ma nell’insieme svolge bene il compito assegnato. Il pubblico gradisce e sottolinea il piacere con frequenti applausi, mentre il boss non perde occasione per rimarcare che on stage c’è la propria storia, non solo musicale.
Ma la caratteristica principale che ho colto è una sorta di marchio di fabbrica che solo i grandissimi lasciano. Esiste un suono particolare che caratterizza la seconda parte degli anni ’60, ed è quello legato ai fraseggi di Hammond (un tempo più semplici) che, in aggiunta ad un leslie (quello che usava ieri Brian era di tipo elettronico) donava un marchio di fabbrica indelebile a  quei giorni. E a rimarcare la mia sensazione, il ballo incessante della figlia Savannah, tipico di qualsiasi filmato beat dell’epoca.
Insomma, un quadretto completo che, più o meno volontariamente, ha ricreato uno spicchio di passato attraverso la musica di tre giovanissimi ed un uomo “esperto”.
Valeva la pena esserci, perché di musicisti come Brian Auger  ne sono rimasti davvero pochi.
Brian ha continuato a dialogare  con il pubblico, e ad un certo punto  è scattato l’invito all’acquisto dei vari CD; facile per i presenti, in cerca di ricordi duraturi, catturare un autografo, una foto col mito ed una stretta di mano.
Serata da ricordare.