giovedì 11 giugno 2009

Rainbow


I Rainbow furono un importante gruppo di hard rock inglese degli anni settanta, fondato da Ritchie Blackmore.
Appartengono alla medesima area di gruppi come Deep Purple, Whitesnake o Black Sabbath; spesso annoverati fra i padri fondatori dell’heavy metal, questi gruppi arrivarono a tratti ad avvicinarsi al progressive.
Analogamente a quanto accadde ai Deep Purple e i Black Sabbath, i Rainbow ebbero una carriera molto tormentata, caratterizzata da moltissimi cambiamenti di formazione;

la formazione “classica” viene spesso identificata dai seguenti nomi:

Ronnie James Dio (voce)
Ritchie Blackmore (chitarra)
Cozy Powell (batteria)
Jimmy Bain (basso)
Tony Carey (tastiere)

Dopo nove album in studio e due celeberrime incisioni live, nel 1975 Ritchie Blackmore decise di abbandonare i Deep Purple e di fondare un gruppo proprio, la cui formazione fu presa interamente dalla band americana Elf. Questa band aveva realizzato, tra il 1972 e il 1975, tre album di hard rock non eccelso, ma impreziosito dalla straordinaria voce del cantante, Ronald Padovano, in arte Ronnie James Dio.
Il primo nucleo dei Rainbow contava Dio alla voce, Blackmore alla chitarra, Micky Lee Soule alle tastiere, Craig Gruber al basso e Gary Driscoll alla batteria, e incise per l’etichetta Oyster l’album Ritchie Blackmore’s Rainbow (1975).
Tutti i brani dell’album portano la firma di Blackmore e Dio; spiccano Catch the rainbow, The temple of the king e il monumentale riff di Man on the silver mountain.
L’album ebbe un buon successo commerciale; nonostante questo, Blackmore decise di allontanare Soule, Gruber e Driscoll, sostituendoli con Tony Carey, Jimmy Bain e Cozy Powell, noti come virtuosi dei rispettivi strumenti.
Il successivo album Rising (Polydor 1976) viene da molti considerato l’apice del gruppo, e raggiunse la posizione n.11 nelle classifiche di vendita inglesi.
I lunghi, sofisticatissimi assoli di Blackmore, uniti a una sessione ritmica tecnicamente perfetta e all’ottima voce di Dio, possono descriversi grossolanamente come una versione più esplicitamente heavy metal dei Deep Purple, con l’ulteriore suggestione degli immaginifici testi di ispirazione fantasy.
Sempre per decisione di Blackmore anche Bain e Carey furono allontanati e sostituiti dall’australiano Bob Daisley e dal canadese David Stone.
Il tour precedente a questo cambio di line-up fu però immortalato da un eccellente live, On stage, giunto al nr.7 delle classifiche inglesi; la registrazione esalta le doti dei musicisti e in particolare di Dio, che tra le altre cose interpreta in modo stupefacente il classico dei Deep Purple Mistreated.


Nel 1978 fu pubblicato Long live rock’n’roll, un altro buon album, caratterizzato da ottime canzoni come la titletrack, Gates of Babylon e Kill the king, ma anche da alcuni pezzi più commerciali e meno ispirati. A spiccare fra tutte le songs era però Rainbow eyes, ballata acustica con violini che esaltava il lato melodico della voce di Dio.
Agli inizi del 1979 Blackmore tornò a rimaneggiare la formazione, questa volta scacciando tutti i membri della band eccetto Powell; al posto degli esclusi entrarono il cantante Graham Bonnet, il tastierista Don Airey e il bassista Roger Glover, ex compagno di Blackmore nei Deep Purple.
Le fatiche della nuova formazione furono premiate con il sesto posto nelle classifiche inglesi del loro album Down to Earth, disco di transizione che univa brani epici in linea con quanto sentito in precedenza ad episodi più “radiofonici”, anche se di altissima qualità, come i due singoli “All night long” e “Since you’ve been gone”.
Dopo un’infuocata esibizione al festival metal Monsters of rock, Powell e Bonnet ebbero qualche diverbio con il “padre padrone” Blackmore e abbandonarono per unirsi alla band di Michael Schenker. Blackmore chiamò a sé Joe Lynn Turner alla voce, con il quale realizzò tre buoni album in tre anni: Difficult to cure (1981), Straight between the eyes (1982) e Bent out of shape (1983). In quel periodo gravitarono attorno alla band, sempre più instabile nella line-up, i tastieristi Don Airey e David Rosenthal e i batteristi Bobby Rondinelli e Chuck Burgi.
Si tratta di album in cui si realizza definitivamente la svolta del gruppo, preannunciata nei due album precedenti, verso un sound più commerciale e in linea con le esigenze delle radio americane.
Di fatto i Rainbow, dopo aver canonizzato le fondamenta dell’heavy metal, nella loro seconda fase di carriera “inventano” l’album oriented rock (A.O.R.) che impazzerà nelle classifiche lungo tutti gli anni ottanta.
Dopo un lunghissimo ed acclamato tour Blackmore decide però di tornare all’hard rock e scioglie il gruppo nel 1984 per riformare la leggendaria Mk2 dei Deep Purple con l’ottimo album Perfect Stranger.
Nel 1995 Blackmore, uscito dai Deep Purple, decise di rispolverare il nome Rainbow per un nuovo album: la nuove formazione comprendeva Paul Morris (tastiere), Greg Smith (basso), John O’Reilly (batteria) e il cantante Doogie White, dotato di una voce per molti versi simile a quella di Dio.
L’album fu intitolato Stranger in us all e ne seguì un tour mondiale.
Dopo il tour Blackmore, spinto dalla nuova compagna Candice Night, decise di congelare nuovamente i Rainbow per addentrarsi nei meandri della musica medievale con una nuova band, i Blackmore’s night.
Nel 1998 Blackmore, pur continuando a produrre albums con la nuova band, progettò di riunire nuovamente i Rainbow, questa volta nella formazione dell’era di Rising; l’improvvisa morte di Cozy Powell in un incidente d’auto vanificò questo tentativo.
(wikipedia).



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