I Curved Air fu un gruppo
inglese di buon livello che ha il merito di aver creduto prima di altri al
connubio tra rock e musica classica.
I
Curved Air (nome tratto dal titolo di un celebre album di Terry Riley) nascono
da Darryl Way (violino), Francis Monkman(tastiere/chitarre) e il batterista
Florian Pilkington-Miksa, ai quali si unisce poi la cantante Sonja
Kristina, famosa per aver preso parte al musical “Hair”.
Il
primo album è “Air conditioning”(1970), forte di brani come “Vivaldi”
(disinvolta rilettura barocca), che registra subito buone vendite e impone la
band come una delle novità più stimolanti del progressive britannico.
Nel
successivo “Second album”(1971), la band (con l’uscita del bassista
Robert Martin rilevato da Ian Eyre) gioca ancora bene le sue carte, puntando
sulla voce duttile e cristallina di Sonja Kristina e sui virtuosismi del
violino di Way. Molto bello l’attacco di “Young mother”, tra spirali di
synth e controtempi ritmici prima del cantato, ampio e solenne, secondato dal
violino e molteplici effetti elettronici che punteggiano un po’ tutto l’album.
Più
in chiave di rock-song sono “Back street luv”, e la sincopata “You know”,
con la chitarra elettrica di Monkman in evidenza. Il momento più raffinato è
però “Puppets”, seducente ballata punteggiata da un gioco percussivo e
la bella voce della Kristina che spicca su di un morbido tappeto di pianoforte
e mellotron. Il gruppo dilata i tempi nel finale “Piece of mind”, quasi
tredici minuti nei quali si respira aria di fusion, tra trame sinistre e
ossessive di violino, ritmiche irregolari e un crescendo d’intensità davvero
intrigante attorno al canto.
Il seguente “Phantasmagoria”(1972) è però
l’ultimo atto del primo periodo.
In diversa
formazione, col giovane enfant-prodige Eddie Jobson al violino, i Curved Air incidono il
solo “Air cut”(1973).
L’organico originale si ritrova invece per “Curved Air live”(1975).
Dopo l’abbandono di
Monkman, la Kristina e Way si uniscono al futuro Police Stewart
Copeland per
incidere “Midnight wire”(1975)
e infine “Airborne”(1976),
vero atto finale della band.
(Last.fm)
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