Ho appena iniziato un
libro di Massimo Cotto.
Si chiama “Everybody 's Talking” ed e'
una raccolta di varie interviste fatte a cinquanta artisti differenti.
Il percorso prevede
che per ogni musicista siano presentati spezzoni di dialoghi effettuati in
differenti epoche, e questo elemento permette di evidenziare l’evoluzione di
artisti, che sono soprattutto uomini.
Ecco… ho riflettuto sui “nostri” cambiamenti e su come i percorsi evolutivi siano gli stessi, per persone “comuni” e per chi ha avuto larga visibilità’, a seguito di un talento particolare.
Ecco… ho riflettuto sui “nostri” cambiamenti e su come i percorsi evolutivi siano gli stessi, per persone “comuni” e per chi ha avuto larga visibilità’, a seguito di un talento particolare.
Mi sono fatto quindi
la seguente domanda:
“Sono interessanti solo le vite di chi vediamo sullo schermo e sui media, o anche la vita di chi trovo in una qualsiasi sala di attesa di un aeroporto ?”
Realisticamente credo che non riuscirei mai a vendere un libro che abbia come argomento la mia vita.
“Sono interessanti solo le vite di chi vediamo sullo schermo e sui media, o anche la vita di chi trovo in una qualsiasi sala di attesa di un aeroporto ?”
Realisticamente credo che non riuscirei mai a vendere un libro che abbia come argomento la mia vita.
Però voglio fare un
tentativo.
Ho preso il soggetto”Musica”,
e ho rivolto le stesse domande a conoscenti, la maggior parte semplici
“ammalati di musica”, come io mi definisco, ma anche qualcuno di più … musicalmente
affermato.
In tutto una decina
di persone, il cui pensiero proporrò periodicamente.
La pubblicazione sarà assolutamente cronologica, nel senso che il primo questionario che mi e’ arrivato,e’ anche il primo ad essere pubblicato, e gli altri avranno lo stesso ordine.
La pubblicazione sarà assolutamente cronologica, nel senso che il primo questionario che mi e’ arrivato,e’ anche il primo ad essere pubblicato, e gli altri avranno lo stesso ordine.
Di chi parlo dunque
oggi?
Di Fabio Treves.
L’ho contattato un
po’ di tempo fa per altri motivi e così ho … timidamente provato proporgli il
mio formulario.
Sorprendentemente,
nello spazio di poco tempo, mi ha risposto e mi ha mandato un sacco di reperti
(fotografie) che testimoniano quale sia stato il suo cammino, sulla strada del Blues.
Parlare di lui, della
sua biografia, delle sue collaborazioni, mi porterebbe via una settimana, per
cui consiglio una visita al suo sito:
http://www.trevesbluesband.com/
…e per chi ha voglia di ascoltare del buon blues, da lui presentato, sarà piacevole sintonizzarsi, anche via internet, al lunedì dalle 17 alle 18, su ROCK FM: www.radiorockfm.com .
Una premessa.
…e per chi ha voglia di ascoltare del buon blues, da lui presentato, sarà piacevole sintonizzarsi, anche via internet, al lunedì dalle 17 alle 18, su ROCK FM: www.radiorockfm.com .
Una premessa.
Sempre sul libro di
Cotto, ho trovato una citazione di Voltaire, che pressapoco e’ la seguente(cito
a memoria):
“Una persona si
giudica anche dalle domande che fa, e non solo dalle risposte che da!”.
Per oggi concentriamoci solo su Fabio Treves.
Per oggi concentriamoci solo su Fabio Treves.
Fabio, grazie per aver accettato questo gioco.
Come e quando nasce
la tua passione per la musica?
Partiamo dagli anni sessanta, quando ho iniziato ad ascoltare in casa i classici del Jazz tradizionale ed il blues acustico di Leadbelly, Sonny Terry e Blind Lemon Jefferson., grazie a mio padre,che era davvero un patito della buona musica, e quindi io sono stato molto fortunato e facilitato nelle scelte.
Poi è arrivato il beat ed il british Blues di Mayall e soci.
Quali sono i tuoi riferimenti musicali piu’ importanti?
Muddy Waters, Paul Butterfield e ovviamente il mitico Sonny Boy Williamson!
Qual’e
l’artista/gruppo a cui sei più legato?
Senz’altro Supermuddy e Willy Dixon, come compositore di Blues.
Come riesci a far
convivere la tua passione per la musica con gli impegni quotidiani?
E’ quello che mi chiedo io, dopo tanti anni di cammino sulle strade del Blues. Però BLUES significa anche e soprattutto fatica, lavorare per far conoscere questa musica alle nuove generazioni, e spesso andare anche controcorrente…ormai sono abituato a tempi e situazioni “blues”…
Il tuo strumento
preferito?
Ovviamente… suono l’armonica a bocca, non bene, ma è il mio strumento.
Come e’ cambiato nel
tempo il tuo rapporto con la musica ?
Ormai la musica è la MIA VITA, o quasi, tra concerti, trasmissioni radiofoniche, articoli, collaborazioni ed organizzazioni di concerti di blues.
Cosa giudichi
importante... il testo, la musica, entrambi?
Il testo e’ importante ma non essenziale… certi musicisti fanno parlare il proprio strumento, certi blues suonati arrivano dritto al cuore senza bisogno di testi “sofferti”, lo sono già le note stesse.
E’ necessario essere
costantemente presenti, per restare a galla?
Se accetti il mercato discografico, fatto di contratti(quasi mai dalle parte dei musicisti…)è molto più dura rispetto al muoversi in maniera indipendente. Io mi autoproduco e la gestione della band è davvero improntata all’amicizia e a valori che non sono quelli diffusi… io continuo a suonare in giro per il mondo anche se in TV non mi ci si vede mai.
Meglio il Vinile, il
CD o l’MP3?
Vinile, a vita.
La musica deve
necessariamente essere divisa in categorie?
Purtroppo molti amano dividere e catalogare, è il
loro mestiere… la musica si divide in BUONA(fatta con la passione ed il cuore)
e la USA E GETTA, fatta per vendere ed essere dimenticata quasi subito.
Esiste musica per
differenti età?
Certo, un adolescente se sente un’overture di Verdi si tappa le orecchie, così come un anziano fa lo stesso gesto ascoltando gli IRON MAIDEN… il Blues è una delle poche musiche adatte a tutte le età.
Cosa cercheresti di
cambiare, relativamente alla musica, se potessi riscrivere la tua storia?
La carta d’identità senza dubbio… e certi musicisti che hanno suonato con me e che erano davvero poco blues dentro.
Immagina una tua
diversa collocazione: palco?Produzione? Solo ascolto? Organizzatore? Scrittore?
Più o meno sono stato tutto questo in quasi 40 anni di attività al servizio del BLUES.
Cosa salveresti della
tradizione musicale italiana?
Tantissima musica tradizionale, i cantautori quelli bravi (Battisti, Lauzi, Conte, De Andrè...)e i gruppi Rock Storici(PFM, Area, Nomadi... e tanti altri)
Perché ci siamo
innamorati, da bambini, di canzoni di cui non capivamo una parola?
Perché certe note sono blues, come certi accordi che ti entrano dentro ed altri ti danno fastidio, c’è anche una questione fisica di frequenze gradevoli ed altre che disturbano, e poi l’armonia, le dinamiche, le coloriture sono importantissime.
Blues, Progressive o
Jazz?
Scelgo la numero UNO.
Classica, Hard Rock o
Punk?
Contrariamente a quello che si possa pensare tutte e TRE sicuramente. A casa mia le ascolto con la stessa attenzione e gusto..
Provi a gettare il
seme, con la nuova generazione?
L’ho fatto da tempo …
Musica scaricabile da
internet o… a costo contenuto, per vie tradizionali?
Tutte e due, la magia delle copertine dei vinili e, anche se in formato ridotto, dei crediti sui Cd sono per un appassionato come me INSOSTITUIBILI.
Il filmato di un
gruppo che vorresti sentire adesso?
Blues Brothers, per sempre con Ray Charles nel negozio di strumenti musicali… Un capolavoro in tutti i sensi.
Fatti una domanda a cui non ho pensato?
Che cosa sogni più spesso? Di volare alto sopra questo mondo malato d’ambiente, cinico, violento, ma ancora “affascinante”per molte persone che lo popolano ..IL BLUES è vita, quella di tutti i giorni.
Ringrazio
infinitamente Fabio Treves.
La sua disponibilità e la voglia di comunicare e’ davvero ammirevole.
Evidenziare il suo ruolo nello scenario musicale e’ superfluo.
Evidenziare il suo ruolo nello scenario musicale e’ superfluo.
Accontentiamo Fabio Treves ,ascoltando/guardando il filmato da lui scelto.
Stò già ballando..
RispondiEliminaTi faccio un nome: Skip James secondo me è uno dei primi blues man in quanto l'ho sentito e visto in un film, se non sbaglio di Wim Wenders..indaga..
Ciao
Pino