Un viaggio nel labirinto sonoro di "Van the Man"
George Ivan Morrison, meglio noto come Van Morrison, è una figura titanica della
musica contemporanea, un artista la cui carriera, lunga oltre sessant'anni, è
un continuo flusso e riflusso di generi, spiritualità e pura, inebriante
energia creativa.
Nato a Belfast, in Irlanda del Nord, il 31 agosto 1945,
Morrison ha scolpito il suo nome nella storia del rock, del soul, del blues,
del jazz e del folk, creando un sound inconfondibile e una discografia
vastissima che lo ha reso un'icona di culto e una leggenda vivente.
La carriera di Morrison inizia nei primi anni '60, quando
ancora adolescente si immerge nella scena musicale di Belfast, suonando in
diverse band di skiffle e rock and roll. La svolta arriva nel 1964 con la
fondazione dei Them, una band di rhythm and blues che diviene
rapidamente un punto di riferimento in Europa. Con i Them, Morrison incide
brani iconici come "Gloria" e "Here Comes the Night",
che mostrano già la sua voce potente e carismatica. Tuttavia, insoddisfatto del
controllo in studio e della direzione della band, decide di intraprendere la
carriera solista dopo un tour negli Stati Uniti nel 1966.
Il suo debutto come solista avviene con il singolo "Brown Eyed Girl" (1967), un brano pop-soul orecchiabile e di grande successo commerciale che lo proietta sotto i riflettori. Sebbene la canzone sia diventata uno dei suoi classici più famosi, Morrison ha sempre espresso insoddisfazione per le sessioni di registrazione e per l'album che ne è derivato, Blowin' Your Mind!, pubblicato senza il suo pieno consenso.
È con i due album successivi che Van Morrison si afferma come
un genio visionario e un artista senza compromessi. Nel 1968 pubblica Astral Weeks, un capolavoro di folk, jazz e soul che sfida ogni etichetta di
genere. L'album è un'esperienza mistica e poetica, con canzoni come la title
track e "Cypress Avenue" che fluiscono come un fiume di
coscienza, tra improvvisazioni vocali e arrangiamenti orchestrali rarefatti. Astral
Weeks non ottiene un grande successo commerciale al momento della sua
uscita, ma nel tempo viene riconosciuto dalla critica come uno dei più grandi
album di tutti i tempi.
A soli due anni di distanza, nel 1970, Morrison cambia
nuovamente rotta con Moondance, un disco più accessibile e
orientato verso il pop-jazz e il soul. L'album, che include classici come la
title track, "Into the Mystic" e "Caravan",
segna un successo commerciale e consolida la sua reputazione di cantautore di
primo piano, capace di creare melodie accattivanti senza sacrificare la
profondità artistica.
La carriera di Morrison è un'evoluzione costante. Dopo la
pausa spirituale e personale che ha seguito Moondance, egli ha
continuato a esplorare e a fondere generi musicali, alternando periodi di
ispirazione e sperimentazione a lavori più convenzionali. Album come Saint
Dominic's Preview (1972) e Veedon Fleece (1974) mostrano
una crescente propensione per le improvvisazioni e un'atmosfera più pastorale e
riflessiva, mentre i lavori successivi, come Into the Music (1979)
e Beautiful Vision (1982), combinano la sua spiritualità con
influenze blues, gospel e celtiche.
Nel corso degli anni '80 e '90, Van Morrison ha continuato a pubblicare con regolarità, mantenendo un approccio riservato e concentrandosi principalmente sulla musica. Il successo commerciale torna a bussare con l'album Avalon Sunset (1989), che include la celebre ballata "Have I Told You Lately", una delle sue canzoni più famose e amate. Ha inoltre collaborato con artisti del calibro di The Chieftains, Cliff Richard e John Lee Hooker, dimostrando la sua versatilità e il suo profondo rispetto per le radici della musica.
Con una discografia che conta oltre quaranta album in studio,
Van Morrison è un vero e proprio "working man" della musica. La sua
voce, profonda, ruvida e capace di infinite sfumature, è il suo strumento
principale. Il suo stile vocale unico, fatto di "gorgheggi" e
improvvisazioni sciamaniche, è stato spesso paragonato a quello di un
predicatore o di un bardo celtico. I suoi testi, spesso influenzati dalla
spiritualità, dalla poesia e dal "flusso di coscienza" joyciano, sono
un'esplorazione di temi come la nostalgia, la redenzione e la ricerca di una
verità interiore.
Nonostante la sua nota avversione per il "music
business" e una reputazione di artista schivo e burbero, il suo impatto
sulla musica è innegabile. È stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame e
nella Songwriters Hall of Fame, e due dei suoi album, Astral Weeks e Moondance,
sono regolarmente citati tra i migliori di tutti i tempi da riviste come
Rolling Stone. L'eredità di "Van the Man" è quella di un artista
autentico, un maestro che ha sempre messo la sua arte al di sopra di tutto,
creando un'opera che continua a ispirare generazioni di musicisti e
ascoltatori.
























