La serata musicale andata in scena ai Giardini Serenella
di Savona, ieri, 19 settembre, è arrivata inaspettata, quasi piovuta
dal cielo.
Non voglio far ricorso a figure retoriche che profumano di
biblico, ma quando alcuni giorni fa ho capito che cosa sarebbe accaduto, e in
che forma, mi sono chiesto che origine potesse avere questo gruppo, eterogeneo
ed estemporaneo, formato da Gino e Giuseppe Terribile (batteria,
basso e voci), Marco Bonino (chitarra), Slep (chitarra) e … Mike
Shepstone, batterista e in alcuni casi voce dei mitici The Rokes,
gruppo inglese che spopolò in Italia per almeno un lustro, nella seconda parte
degli anni ’60.
Nella locandina pubblicitaria l’evento era segnalato come “Serata Beatles, Rokes e… con: The Rokes by Mike”.
I gemelli Terribile giocano in casa, e occorre
segnalare come agli estremi della loro vita, caratterizzata musicalmente dalla prog band “Il Cerchio d’Oro”, esista una lunga militanza nei Cavern, tribute band
dei Beatles, proposti con successo ovunque nel recente passato.
I due chitarristi sono portatori di un curriculum pesante, e
per semplificare propongo la sintesi del comunicato ufficiale…
Slep: chitarrista in tour per tre anni con Francesco De Gregori,
collaboratore di Dick Heckstall-Smith dei Colosseum e occasionalmente ospite
degli Arti & Mestieri;
Marco Bonino: chitarrista e polistrumentista dei Nuovi Angeli, nonché
collaboratore degli Stadio, di Ron, di Mal e di grandi nomi internazionali.
Entrambi legati da un antico progetto comune, quello di The
Blaze, che da fine anni ‘80 fino al 2014 circa hanno suonato in trio musica
dei Beatles e rock 'n roll.
Mica bruscolini!
Ma la ciliegina sulla torta è rappresentata da Mike dei Rokes, e devo dire che, nonostante siano tante le mie conoscenze in campo musicale, trovarmi vis a vis con Mike e chiacchierare con lui mi ha fatto un certo effetto, non potendo dimenticare l’enorme distanza esistente tra noi un tempo quando, da bambino, lo vedevo e ascoltavo con continuità e ammirazione dietro allo schermo della televisione che, in modo perentorio, mi ricordava il distacco siderale tra comuni mortali e protagonisti della musica di quei giorni.
Ora Mike vive in Inghilterra, parla sufficientemente bene l’italiano
e… della parte ritmica gli è rimasto solo un tamburello, mentre dà il meglio di
sé come vocalist.
Di sicuro ha un buon ricordo del nostro paese, ma questa è un’altra
storia.
La sala predisposta per, cena prima e concerto dopo, è
stracolma e, conoscendo molti dei presenti, sono certo di non sbagliare nell’affermare
che la musica, almeno in questa occasione, ha fatto un miracolo, abbattendo
anche il famoso fattore “CSD”, acronimo del concetto di “Culo Sul Divano”.
E anche questa è un’altra storia!
Come è naturale che sia, il repertorio è in totale bilico tra
Beatles e Rokes (a seguire propongo la set list), e scopriamo un Mike istrionico,
con una voce gradevole e una gran capacità di creare empatia col pubblico. Dalla
conduzione di Marco Bonino emerge anche un Mike Shepstone autore di canzoni importanti,
e per colmare le lacune conoscitive mi sono accordato per una futura intervista
che chiarirà la sua storia prima e dopo l’avventura italiana.
Il pubblico ha apprezzato in modo incondizionato, a volte
cantando i famosi ritornelli, molto noti ai più.
Apprezzabilissimo il concerto anche dal punto di vista
tecnico, se si pensa che non c’è stata preparazione alcuna (Mike era appena
arrivato da Londra, dopo la cancellazione del volo prenotato) e si è arrivati
al limite dell’improvvisazione… questo significa professionalità!
Ecco una piccola sintesi ripresa da posizione disagiata...
All’interno dell’evento una chicca, credo del tutto
improvvisata.
Seduto tra i tavoli il noto cantante Michele (vive
nella Val Bormida), il cui legame con i musicisti dell’epoca è ben saldo.
Impossibile non chiamarlo in causa e lui non si fa pregare.
Immediato siparietto con Mike e poi due botte da tramortire, “Blue
Suede Shoes” e “Be bop a Lula”, e si prende quindi il sentiero del Rock
and roll, tra Elvis e Gene Vincent.
Sono rimasto davvero colpito dai suoi dieci minuti di
performance: un animale da palcoscenico, Michele, frontman che sa come toccare
le corde che smuovono l’audience; ma oltre il mestiere e il talento esiste una
voce che colpisce per potenza, colore ed estensione. Pubblico in delirio e Michele
sugli scudi. E anche qui lezione di professionalità.
Per lui la registrazione completa…
La serata va a scemare dopo la presentazione dei seguenti
pezzi…
Ma c’è ancora spazio per il canonico bis, e arriva il momento di Dylan/The Byrds, con Mr. Tambourine Man.
Nient’altro da aggiungere, se non il rammarico che,
difficilmente, rivedremo questa band al lavoro… le circostanze non giocano a
favore!!!
Ma noi c’eravamo e non dimenticheremo!
A proposito, l’amica Paola Giordana, prima dell’evento mi ha
confessato come il primo concerto della sua vita riguardasse proprio i Rokes…
vai a spiegare ai giovani gli intrecci tra musica e ricordi, quando basta l’accenno
ad una strofa/tormentone e il cuore inizia a battere all’impazzata!