CantinaSociale pubblica un nuovo album il cui titolo è “Astraforismi”.
Un po’ di
storia della band mi pare necessaria, e dal sito di riferimento apprendiamo che…
CantinaSociale nasce nel 1996, sull’onda di una esperienza di musica per il teatro da parte dei componenti storici della band alla fine degli anni ’70. Nella prima fase di attività della band è presente una teatralità che, nella evoluzione che ha portato a proporre musica esclusivamente strumentale, mantiene ed enfatizza un lato “scenografico musicale” che si avventura tra scene e colori sempre diversi, in particolare nell’ultimo lavoro, ASTRAFORISMI.
La svolta avviene quando il gruppo incontra Beppe Crovella (non credo ci sia bisogno di spiegazioni in merito al “personaggio”) che funge da driver e mette a disposizione l’esperienza della sua label, l’Electromantic Music.
Ma è nel 2017 che avviene il rinnovamento, la formazione si rimodella e la proposta artistica diventa esclusivamente strumentale. In quel caso MAT2020 recensì l'album "Caosfera".
Vediamo quindi i nomi dei protagonisti dell’attuale ensemble e lo strumento di riferimento:
Rosalba Gentile: piano e tastiere
Elio Sesia: chitarre
Marina Gentile: chitarre
Filippo Piccinetti: basso
Massimiliano Monteleone: batteria e percussioni
Come spesso sottolineo quando mi trovo al cospetto di un
album strumentale, esistono pregi e rischi nella valutazione relativa all’aspetto
creativo.
Lasciamo da parte per un attimo il lato puramente musicale - anche
se in questo caso è fondamentale - e concentriamoci sui significati che sono
legati al singolo brano: ci si può solo aggrappare al titolo, cercando di
decodificarlo e unendolo alle impressioni da ascolto. I “contro” di questa valutazione
sono legati al fatto che è complicato entrare nella testa dell’autore/i… ma è
poi così importante conoscere i dettagli del pensiero altrui, non è forse
meglio utilizzare note, titoli e dettagli per creare un’idea personale, creando
interattività, facendo in modo che anche l’ascoltatore possa diventare protagonista,
un elemento attivo in grado di miscelare l’esperienza da ascolto con quella
creativa originale?
Mettendo in moto “ASTRAFORISMI” ho fatto così, ho lasciata libera
la musica, leggendo passo dopo passo i titoli e gli aforismi corrispondenti di Antonio
Catalano (autore dell’art work e del booklet allegato), affibbiando io
stesso i messaggi, step by step.
A titolo esemplificativo, alla prima traccia, “Arrabbiati Cronici”, corrisponde l’astrazione “Oggi rotola come un sasso”, didascalia di una vignetta in cui è rappresentata una pietra che all’interno propone volti arrabbiati, uniti dal loro disagio.
Ma quante interpretazioni può suscitare questa immagine abbinata alla traccia?
L’ascolto perfetto, a mio giudizio, è quello che aggrega gli elementi visuali che ho appena descritto alla fruizione dei suoni, che giocoforza verranno condizionati da parole e immagini: il sunto derivante dall’unione delle arti darà grandi soddisfazioni.
Vediamo la set list:
1-Arrabbiati Cronici
2-Alfabeti perduti
3-Caffè sospeso
4-Claudi canti
5-I lamentosi
6-Sguardi sospetti
7-Le cose perdute
8-Bla bla
Oltre quarantun minuti di musica che potremmo inquadrare
tranquillamente in ambito prog, perché esiste forte contaminazione che sembra
lasciare spazio ad una buona dose di improvvisazione.
Non ci sono binari rigidi ma linee guida entro cui creare un
mondo sonoro a volte sognante, a tratti psichedelico, con una buona ricerca
della melodia e la messa in mostra di un buon virtuosismo mai fine a sé stesso.
Alla fine, si ha l’impressione di avere tra le mani un album concettuale, di cui magari sfuggono alcuni particolari, quelli chiarificatori nel caso in cui ci siano liriche da soppesare, ma la sensazione che esista il fil rouge che lega il tutto appare netta e aggiunge valore al progetto.
Un bel disco, un bel gruppo, una sorpresa per me che non conoscevo Cantina Sociale in modo poco approfondito e che, a questo punto, vorrei ascoltare dal vivo!