I Belau pubblicano il loro emozionante album dreamtronica
Il nuovo progetto musicale dei Belau si intitola “Apriori”,
il terzo dall’inizio della loro storia che risale al 2016. Anche in questo caso
un lavoro concettuale, giacché l’unione del messaggio, e quindi il messaggio
stesso, appaiono importanti quanto gli aspetti sonori.
Un po’ di storia recente di questo duo ungherese
di “dreamtonica” composto da Peter Kedves e Krisztian Buzás.
I Belau hanno
ottenuto diversi successi degni di nota negli ultimi sei anni, tenendo più di
200 concerti in più di 25 paesi diversi. Negli ultimi due anni le loro canzoni
sono state suonate arrivate alla BBC Radio 1, a Triple J, KEXP e KCRW, ed è
bello menzionare gli apprezzamenti ricevuti da Billboard, Clash Music, The Line
of Best Fit o Rolling Stone. Il primo disco dei Belau ha ricevuto il premio
Fonogram (che è l'alterazione ungherese per Grammy), e i loro stream hanno
raggiunto un livello stratosferico.
Numeri
asettici, certamente, ma dietro alla contabilizzazione legata a “soddisfazione
e business” ci sono dei valori che si percepiscono facilmente ascoltando la
loro musica.
Aggiungiamo la
loro idea di coinvolgimento che permette di avere ospiti funzionali al progetto
del momento, in questo caso Beth Hirsch (Ethereal), Sarah Jay Hawley
(Unmaginable) - che ha cantato nelle canzoni dei Massive Attack - oltre alle
voci come quelle di Böbe (Altered) e Myra Monoka (Focus).
Quello che i Belau
propongono è un viaggio che nasce e provoca emozioni a iosa, un percorso
interiore che viene condiviso e che mette in risalto elementi naturali e skills
personali di prim’ordine, permettendo l’ascoltatore di entrare in contatto con
culture inusuali - se si pensa alla musica -, perché le abitudini comuni
portano a perlustrare zone di conforto, già conosciute, e la musica che arriva
da Budapest sembrerebbe un azzardo!
“Apriori” ci guida
nel sentiero della nostra coscienza, che viene a contatto con una ipotetica
strada reale, e il sogno e il pragmatismo si uniscono per il tempo dell’ascolto,
lasciando una eco importante.
Sono dieci le
tracce proposte, e mi pare utile leggere il pensiero dei due autori -musicisti:
“'Apriori'
denota la conoscenza al di là dell'esperienza, qualcosa che la precede; una
fonte inesauribile a cui tutti possiamo attingere. Il "dinamismo" di
questa conoscenza, però, paradossalmente si diffonde in forme molto diverse
nella vita di tutti gli esseri umani, origina e si unisce dalla stessa
"costante" alla fine del percorso. Il cerchio prevale attraverso il
suo attraversamento. L'umanità ha trovato le sue intuizioni su questo per
migliaia di anni, e da allora è stato riscoperto ancora e ancora mentre si
radica nella coscienza. Proprio come il percorso di vita dell'umanità è analogo
allo sviluppo personale di un individuo, anche varcare questa soglia è una
possibilità per ogni persona nella nostra vita, che, se non resistiamo,
arriverà sicuramente. La questione: per quanto tempo vogliamo resistere?
Questo LP mostra l'ultima fase della nostra crescita, la storia dell'arrivo a casa, possiamo anche definirla la sintesi delle prime due uscite, l'ultimo episodio della nostra trilogia non pianificata. È un'enorme pietra miliare nella vita di qualcuno quando sei in grado di separare ciò che ti serve da ciò che desideri. È una rinuncia che riflette una grandezza umana tale da portare paradossalmente alla convergenza dei due. La mappa è dentro di noi, diventa visibile, se chiudiamo gli occhi."
Un gran disco, lo sottolineo, che invito ad ascoltare per intero attraverso
il seguente link: https://tinyurl.com/apriorispotify
Siamo… sono…
sempre alla ricerca di buona musica.
Siamo… sono… sempre pronto a criticare ciò che attualmente passa il convento, che però, mi accorgo, è molto differente dalla vera musica che gira intorno. “Apriori” è un esempio di qualità sonora applicata a sentimenti e a cosa che si vogliono urlare. E mi viene in mente il messaggio di C.S.N.&Y. nel ’69: “Turn, turn any corner and hear, speaks, say what you think, you can do it, you must have the courage to do it…”.
Bravi
Belau!