Da molto tempo faccio parte
del gruppo facebook “Emersonology - Keith Emerson Lovers”.
Non ricordo come entrai in
contatto con quella pagina così specifica, ma la parte positiva dei social
riguarda proprio la costruzione di una rete di relazioni, spesso soltanto
virtuale, ma con un forte collante, la passione comune.
Keith Emerson è stato parte
fondante della mia vita, concetto che potrebbe sembrare ingigantito ad arte, ma
sono talmente tanti i ricordi - e il piacere -
che mi provoca la sua musica che nessuna affermazione iperbolica mi pare
esagerata.
L’ho “incontrato” da
adolescente, visto con i miei occhi pugnalare l’hammond - a diciassette anni
questi aspetti colpivano come e più della musica! -, intervistato - a distanza
-, rivisto in concerto nella mia città… e poi ho conosciuto personalmente il
resto della famiglia, tutte cose di cui mi vanto, proprio come se fossi ancora
un diciassettenne, perché un’altra peculiarità di noi “puri” amanti di certa
musica è che basta poco per ritornare giovani e, almeno per un frammento
temporale, ritrovare l’entusiasmo di un tempo, quasi vantandoci che sia tutto un
fatto esclusivo e privilegio dell’età non più verde, rivolgendosi alla nuove leve con una frase del tipo: “Voi
queste cose non le proverete mai!”.
Questa lunga introduzione mi serve per raccontare una nuova storia che, nel nome di Keith Emerson, riconduce a buone relazioni e a nobili intenti.
Mi ero preso il compito di
consegnare una targa, un premio che unisce il nome di Emerson ad un musicista a
lui legato.
Avevo perso le puntate precedenti ma sono stato coinvolto da Leandro Cioffi in questa edizione. La persona a cui consegnare il cadeau è un musicista pluridecorato e che conosco da molto tempo, anche se non ci vedevamo personalmente dal 2012, quando lo intervistai sul palco del Prog Liguria. Sto parlando di Beppe Crovella, compositore, tastierista, produttore discografico, il cui nome è saldamente legato al gruppo Arti & Mestieri, anche se la sintesi appare riduttiva.
Ma vediamo da dove arriva la
spinta che ha portato alla consegna… tutto nasce da questo post di Crovella
indirizzato ad una nota testata giornalistica, nel 2019…
SULL'INCREDIBILE ARTICOLO
"LA PRIMA COSA BELLA" APPARSO SU LA REPUBBLICA DI IERI LUNEDI 8
LUGLIO 2019
Spett. Redazione de "La
Repubblica",
Sono Beppe Crovella, musicista professionista dal 1974, da quando iniziai la mia carriera con il gruppo "Arti & Mestieri". Vi scrivo in seguito all'articolo apparso ieri, lunedì 8 luglio, su "La Repubblica", dal titolo "La prima cosa bella". Son rimasto letteralmente allibito, ammutolito, incredulo ed infine addolorato da quanto ho letto e ritengo giusto e corretto comunicarvelo, poiché son certo che, come me, una "marea" di musicisti ed amanti della musica ha provato lo stesso sdegno. L'incredibile accostamento fatto dal giornalista nell'articolo offende pesantemente la memoria di uno dei più grandi musicisti della storia della musica degli ultimi decenni e non solo. Oltre a ferire profondamente chi come me ha amato, ama e amerà Keith Emerson per tutto ciò che ha creato e dato, a chi non lo conosce ancora risulta come perniciosa l’"introduzione", pericolosamente tendenziosa, assolutamente arbitraria, lontana anni luce dalla realtà, ai limiti dell'assurdità e priva di alcun fondamento. Come a dire... quando la leggerezza, la non conoscenza, la superficialità diventano imperdonabile! A questo punto Vi "chiedo cortesemente" di realizzare a breve un articolo VERO, con la matrice culturale che merita, sull'importanza storica, artistica di KEITH EMERSON. Un articolo che al contempo riporti a chi è rimasto "pesantemente scottato", l'immagine culturale e di sensibilità sociale che caratterizza il Vostro giornale, che "faccia giustizia" rasserenando i "feriti" e sia, per chi ancora non conosce l'artista, una "infallibilmente ed autenticamente" VERA presentazione ed introduzione con la giusta matrice culturale, consona (questa volta) a ciò che merita la grandezza dell'artista KEITH EMERSON!
Ringrazio di cuore per
l'attenzione.
BEPPE CROVELLA
Beh, nulla da dire, si sente il dolore, l’ingiustizia, lo sdegno, la voglia di reagire a qualcosa che non vale la pena di pubblicare, e ci vuol poco ad immaginare cosa possa essere uscito dalla penna di qualche pseudo intellettuale che di Emerson ben poco sapeva, quei tipici scribacchini da grandi testate capaci di descrivere nei dettagli concerti che… non sono mai andati in scena!
Ma proseguendo nel mio
racconto, tornando quindi all’attualità, Leandro mi chiese un paio di mesi fa
se avessi avuto occasione di vedere Crovella, designato all’onorificenza
annuale, e io avevo risposto positivamente, immaginando di andarlo a trovare
nel suo borgo incontaminato (mi ha raccontato, formato da 1900 anime).
E poi capita l’occasione, Torino, la Fiera del Libro, 20 di maggio, e quindi appare semplice unire due
appuntamenti in uno!
Niente di tutto questo!
Il salone del libro di
Torino è apparso ai miei occhi un luogo da evitare, per tante ragioni, ma la
cosa che può interessare l’iter narrativo, uscendo un po' dalla seriosità
dell’obiettivo, è che il buon Beppe, una volta arrivato in treno al Lingotto,
era lì a due passi… eravamo divisi da un cancello, e il “generale” di turno non
ci permetteva di abbattere la barriera affinché avvenisse la consegna! Un
labirinto che sembrava inestricabile, il tutto peggiorato da una pioggia
incessante. Qualche imprecazione – mia – verso il burocrate di turno e la
ricerca di un nuovo appuntamento, che avverrà dopo circa mezz’ora alla stazione
del Lingotto, luogo dal profumo antico e stimolatore della memoria.
E alla fine, con l’ausilio di mia figlia, videoreporter nell’occasione, ho catturato l’attimo del passaggio della targa, dalle mie mani a quelle di Beppe, video fruibile a fine articolo.
E così ho saputo che il premiato ha un’intensa attività musicale in corso, a cui si aggiunge un progetto dedicato al "BOSS"; e poi l'attività letteraria, che lo vede al lavoro su un paio di libri, uno che connette il suo paese alla musica ed un secondo dedicato al prog, con un capitolo incentrato proprio sulla figura di Emerson.
Alla sera Beppe Crovella ha pubblicato il seguente ringraziamento…
Ciao a tutti voi,
son fresco reduce dall'aver
ricevuto la Vostra Targa he Athos Enrile e la sua bella e simpatica famiglia mi
hanno portato nel contesto del Salone del Libro dove, dopo alcune peripezie,
siamo riusciti a trovarci faccia a faccia.
Grazie di cuore davvero
Leandro, Paolo, Athos a Voi e a tutto Emersonology! Sono orgoglio ed onorato
per il premio!
Profondo assertore di quella
che è la mia più autentica filosofia di vita, ossia il creare comunque e sempre,
qualunque sia il momento che viviamo e ... come sta andando il mondo, in ogni
caso quando arriva un riconoscimento come questo gli stimoli aumentano
ulteriormente. Fa bene!
Come il tema di
"Promenade" ricorrente in "Pictures an Exhibition", questo
stimolo a creare sempre a dispetto di tutto e di tutti, compresi i "vari
noi interni", che ogni tanto vorrebbero frenare, è già scritto che mi
accompagnerà ancora per tutta la "suite restante" della mia vita.
A questo riguardo cè già in
rete da qualche anno tra gli eventi di Facebook, il mio ultimo concerto, il 21
marzo, giorno del mio compleanno.
Vi invito a trovarlo e
soprattutto a far attenzione all'anno ... che è il 2050, data scelta non a caso
nel 1978, come spiego dettagliatamente nel mio libro. E da lì riconfermata di
continuo!
Ma, in ogni caso, se quello
sarà il mio ultimo concerto, a 98 anni, non vuol dire che finisca lì ... da lì in
avanti "solo più composizioni e produzioni.
Ovviamente quel giorno Vi
aspetto tutti!
Qualche parola su Emerson. E
qui viene il difficile, perché quando inizio a parlare di un soggetto che mi
appassiona le "variazioni sul tema" potenzialmente non finiscono mai.
Nel libro "Il Mio
Prog", che uscirà a inizio 2024, c'è un intero "Capitolone"
intitolato "Io e Keith". Nel libro parlo da musicista, da studioso e
da fan, poiché il "beppe fan" è venuto prima degli altri due che
compongono il "trio". L'esser diventato musicista professionista non
ha attenuato la mia dimensione di fan a cui piace immergersi nell'ascolto della
musica che ama, dimenticando totalmente di saper suonare.
Come ho detto prima ad
Athos, ho saputo dell'esistenza di Keith all'inizio del 1968 da Claus (di cui
non ricordo il cognome) corrispondente londinese di "Ciao Big" la
rivista antesignana di "Ciao 2001".
In uno dei suoi
"succulenti rettangoli" di news da Londra, parlava di questo
organista/pianista (il termine tastierista sarebbe arrivato anni dopo) che
spopolava a Londra ed in tutto il Regno Unito. Cercai inutilmente altre
notizie, magari di un disco dove suonava. Niente. Ma quel nome me lo stampai
nella mente e qualche mese dopo arrivò l'annuncio del primo LP dei Nice. Wow!
In Italia non era prevista
la stampa, che sarebbe arrivata ben dopo, ma l'abile Pecol, con il suo negozio
a Torino, in Corso de Gasperi, riuscì abilmente a trovarlo e ad importarlo,
anche se via nave ci vollero due mesi giusti.
Cito qualche "fonte di
aneddoto" di cui parlerò nel libro, come l'aver trovato "Pictures at
An Exhibition" in bootleg nel negozio di dischi con cuffie rosa e divani
rosa in quel piccolo ambiente al primo Oxford Street nel 71, qualche mese prima
dell'uscita ufficiale. Ah… quel negozio era Virgin Records! Poi le interviste su Melody Maker, New Musical
Express prima, Contemporary Keyboard ed Electronic & Music Maker poi, che
rileggevo più volte per cercare di capire qualcosa di più su Keith, o dei
suggerimenti che raccoglievo, come quando Keith parlò del manuale di
orchestrazione di Walter Piston, che comprai subito, oppure lo schema della
precisa modifica che Keith fece al suo Hammond per ottenere la sua
caratteristica percussione - che non è di serie - in “Tarkus” ad esempio, che
l'amico Davide mi applicò sul mio
Hammond; i concerti mancati di Bologna e Milano ed i concerti centrati a
Genova e sempre a Milano. I primi tentativi di metter giù Rondò con i miei
Mystics anche se solo in cantina, nel 68/69. Il poster gigante di Emerson preso
da Circus, in mezzo a due Hammond che troneggiava in camera mia. L'esultanza di
quando trovai a Londra la partitura di "Blue Rondò a la Turk",
scritta on gran precisione, assoli compresi, e che da allora divenne parte
stabile del mio repertorio personale fino a registrarlo "in prog", mantenendo
il tempo dispari originario e sviluppandolo con un mio tema a metà, come si
ascolta nell'allegato di stamattina.
E poi, molto importate per
me, il mio album in assoluto più vicino al mondo di Keith, ossia la
trasposizione per trio + cantante 100% prog di "Tilt", con variazioni
ed espansioni, chiamato "Keyboards Tilt", con Furio Chirico, Roberto
Cassetta e Bernardo Lanzetti.
L'album, anche se rimasto
fermo per anni, dopo tanto lavoro, nonostante tutto è vicino alla conclusione, che
dovrà esserci per forza... e poi tante altre storie... Keith è apparso più volte
nella mia vita.
Il grande rammarico è non
averlo mai incontrato di persona, mentre conobbi Lake quando venne a sentirci
nel tour con la PFM nel 74, poiché eravamo vicini al far parte della Manticore
(perbacco, perbacco, mancato per un pelo!).
Conobbi Carl Palmer quando
dividemmo lo stesso palco con la sua band, noi Arti & Mestieri e Ken
Hensley e la sua band a Baja Prog.
Ma Keith non l'ho mai
incontrato ...fino a tre giorni fa (!)
Si, mercoledì notte l'ho
sognato. L'ho incontrato in uno di quei sogni che definisco ad Alta Definizione
per quanto sembrano veri. L'alta definizione è confermata dalla precisione con
cui l'ho rivisto nell'immaginazione qualche decina di volte!
Ero in un aeroporto... vedo
passare Keith e Greg Lake, quasi urlo, ad alta voce "hey Keith " e
corro verso di lui.
Lui si ferma un attimo, lui
come Greg sono come erano nel 72/73. Gli dico, agitatissimo, che è da una vita
che spero di incontrarlo, che sono un suo grande fan ... sono un hammondista,
pianista sintetista.
Mi sorride e mi dice che sta
per prender l'areo, che deve andare, ma posa la borsa tira fuori una bella
formato A4 e nel retro dopo aver chiesto il mio nome mi fa una dedica, scrivendo
“Bepi!” Ricordo benissimo la sua calligrafia, era la stessa, identica di quando
ringraziava sul Melody Maker chi, votandolo, gli aveva fatto vincer la Poll.
"Debbo andare, ti
aspetto in Sardegna" e mi rivedo che sto cercando di realizzare perché la
Sardegna e sto andando in aeroporto a capire come andare in Sardegna, ed in
quel momento suona la sveglia, perbacco! Quella benedetta sveglia che suonò
quando sognai i Beatles che, vestiti come Sgt Peppers, suonavano in un prato
del mio paese, con George appoggiato ad un palo dell'Enel e loro lì vicini e io
che arrivavo in bicicletta, e a 10 metri più o meno da loro suona la sveglia … ma
nooo!
E mi fermo qui per ora,
sperando di incontrarVi di persona, Leandro Paolo e amici di Emersonology!
Mi auguro che dalle mie
parole di questo post emerga l'emozione di aver ricevuto la Vostra Targa!
Grazie, ancora di Cuore,
Beppe
P.S.: LA DEDICA SULLA TARGAE’ SEMPLICEMENTE SPLENDIDA E TOCCANTE! ... son commosso!
Mi fermo qui, volevo solo
riassumere per lasciare traccia organizzata di quanto accaduto in una giornata
di difficile definizione, ma sicuramente carica di significati, quelli che
piacciono tanto a noi innamorati della Musica con la M maiuscola!