I miei affetti in quel di Milano mi
portano sempre di più nel capoluogo lombardo, dove certamente non mancano le
occasioni per diversificare l’impegno del tempo libero. E così può accadere che
nello spazio di poche ore si possa passare dal teatro che propone un Musical -
nello specifico il Repower di Assago che ospitava “Grease” - al piccolo club
dove va in scena usualmente il rock blues e affini. Inutile scrivere che è
questa una delle situazioni che prediligo, immerso nella MIA MUSICA, a contatto
con musicisti e audience, e un’atmosfera che elimina l’oceano e trasporta in un
mondo che ho conosciuto personalmente, e che ho visto riproposto fedelmente in
questa occasione al NIDABA
THEATRE, location dalle dimensioni contenute, con il pregio che
artisti e pubblico diventano un tutt’uno, a patto che il menu risulti
coinvolgente.
Chi bazzica il locale sa cosa potrà
accadere nel corso della serata e la prima indicazione arriva ovviamente dall'artista in locandina.
In questo caso i protagonisti corrispondevano
al nome di Dr. FEELGOOD & The BLACK BILLIES.
Un minimo di storia per chi non
fosse uso al genere, anche se Dr Feelgood - alias Maurizio Faulisi -
non è certo uno sconosciuto.
Attingo alle note ufficiali per allargare
l’immagine…
Dr. Feelgood è una delle voci più
amate di Virgin Radio, la radio Rock per eccellenza. Supportato dai The BLACK BILLIES, celebra le
radici della musica americana, portando sul palco tutta l’energia del buon
vecchio old style rock’n’roll anni ’40 e ’50, del western swing e del classic
country, il tutto condito con tanti aneddoti e curiosità raccontati con
passione ed ironia dallo strepitoso frontman.
Partiamo dalla lineup:
Maurizio ‘Dr
Feelgood’ Faulisi-voce e chitarra ritmica
Mariano Marin-chitarra elettrica
Carlo Rizzi-contrabbasso
Fabio Nobile-pianoforte
Raffaello Migliarini-batteria
Per chi volesse saperne di più su
musicisti e oltre suggerisco una visita al sito di riferimento:
Le proposte della band riguardano
generi specifici, come country, blues e rock and roll, ma gli standard presentati
cercano volutamente le radici, dando un’idea dell’evoluzione, tanto da poter
accontentare sia i veri appassionati che eventuali neofiti.
Ecco un esempio da “conoscitori”, che evidenza due possibili set…
Da Hank Williams (23-53) a Johnny
Horton, passando per Little Richard e Fats Domino, il quintetto perlustra anni
remoti, quando il blues e la musica “popolare” americana erano soprattutto un
grido di dolore e al contempo un atto di denuncia, accompagnato dallo sfogo
musicale e quindi trasformato in momentaneo sollievo, uno spirito in parte
rimasto in popolazioni che utilizzano uno strumento quotidianamente (chitarra,
mandolino, ukulele…) non come obbligo scolastico ma come necessità collegata a
precisi aspetti culturali.
Ho apprezzato l’atmosfera che D.F and
friends sono riusciti a creare, con una linea di conduzione che affianca la
musica al racconto, e il tutto muta in uno spettacolo didattico/didascalico.
E se il vocalist suona, canta e
racconta, il resto della band dimostra skills di prim’ordine che però da sole non
sarebbero funzionali al coinvolgimento del pubblico, che al contrario viene
contagiato dal feeling e dal divertimento da palco, e alla fine si realizza un
rapporto osmotico che rende la sala un unico corpo, abbattendo la distanza tra
i presenti, sopra o fuori pedana.
Che dire, bravissimi, con uno spettacolare
Fabio Nobile che “picchia” sui tasti con una postura che riporta al Ray
Charles nel film “Blues Brothers”, un Mariano Marin Telecaster dipendente
che sciorina assoli mai banali davanti ai nostri occhi (e io ero a un metro dal
palco!), un Raffaello Migliarini che non usa la batteria come mero
accompagnamento ma miscela la necessità ritmica richiesta con elaborazioni
personali, e con un “nascosto” Carlo Rizzi - le dimensioni del suo contrabbasso
elettrificato non consento grande dinamicità on stage - che completa alla
perfezione la sezione ritmica, fondamentale in queste occasioni.
E poi cosa aggiungere sul driver, il ‘Dr
Feelgood’!? Uno showman esperto, abile intrattenitore conoscitore di una
cultura musicale immortale, musicista navigato e da apprezzare. La cosa che
colpisce di più in lui, elemento fondamentale, è la passione cristallina,
quella che, se ci fosse tempo, ne sono certo, lo porterebbe a confrontarsi con
ogni singolo partecipante al concerto per condividere esperienze e parlare di
musica.
Dalla mia posizione è stato facile
riprendere alcuni brani, che propongo a fine articolo…
Un grande scoperta la band, un grande
plauso ai gestori del NIDABA THEATRE, che non conosco, ma immagino anch’essi mossi
da grande passione, elemento senza il quale certe manifestazioni non potrebbero
nemmeno essere immaginate.
Un po' di ascolto…
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THEATRE