INDICAZIONE: CLICCANDO SUL BLU PARTE L'ASCOLTO
Negli anni ’50 il famoso cantante
folk Pete Seeger scrisse
il brano "Turn" Turn" Turn!" (sottotitolo: to Everything There Is a Season),
canzone che fu incisa per la prima volta nel 1962, inclusa nell’album “The Bitter and The Sweet”, pubblicato dalla Columbia Records.
Sono tante le esibizioni di spessore
che riguardano il brano, ma le più ricordate riguardano Judy Collins, Nina Simone e The Seekers. Ulteriori versioni sono state incise da numerosi altri
artisti fra cui, negli anni duemila ed in chiave new Age, dalla christian rock
band britannica Eden's Bridge.
Ma il successo arrivò in un altro
modo.
Il brano, il cui testo è interamente adattato - eccetto il verso finale - dal testo biblico del Qoelet (o Libro dell'Ecclesiaste), è stato portato al successo nel 1965 dai The Byrds, raggiungendo la prima posizione nella Billboard Hot 100 per tre settimane e l'ottava in Germania. La canzone diventò anche la title track per l'album omonimo “Turn! Turn! Turn!”.
Nel 1963 la canzone è stata cantata anche
da Marlene Dietrich in una versione riadattata ed intitolata “Für alles kommt
die Zeit (Glaub', glaub', glaub')”, un cui estratto è stato ripreso poi dal
gruppo dell'allora Germania Est Puhdys nel brano “Wenn ein Mensch kurze Zeitlebt”.
Inserita nella versione dei Byrds
all'interno della colonna sonora del film di Tom Hanks “Forrest Gump”, è
ricordata per il suo messaggio pacifista.
Una lirica importante dunque… cerchiamo di saperne di più…
Il testo e il sottotitolo del brano si rifanno in maniera aderente ai versetti contenuti in Ecclesiaste 3,1-8 (versione Bibbia di Re Giacomo), uno dei libri sapienziali maggiormente conosciuti. In particolare, i versi biblici - qui intercalati dal controcanto Turn, Turn, Turn espresso in incipit di canzone - sottolineano come vi siano un tempo ed un luogo per tutte le cose e per ogni sentimento: uno spazio ed un tempo per il ridere ed uno che lasci luogo al dolore, uno per curare ed uno per uccidere, un tempo per raccogliere ed uno per gettare via, un tempo per la guerra e un tempo per la pace, e così via.
La profondità dei versi si presta a una miriade di interpretazioni, ma l'accezione principale che viene attribuita a questa canzone è quella del messaggio pacifista, sottolineato in particolare dal verso finale - l'unico attribuibile al compositore Seeger - che recita: a time for peace, I swear it's not too late (un tempo per la pace, io giuro che non è troppo tardi).
"Turn! Turn! Turn!" è uno dei pochi brani che si basano in maniera pressoché integrale su ampie citazioni tratte da scritture sacre, ed è sotto questo aspetto accostabile a motivi - spesso ripresi da gruppi musicali di genere christian rock - come “Rivers of Babylon” del gruppo The Melodians, “The Lord's Prayer” di Sister Janet Mead e “40” degli U2.
Il titolo ha dato spunto anche alla
pubblicazione di un libro illustrato con il testo dell'Ecclesiaste edito da
Simon & Schuster nel settembre 2003 con un CD contenente le registrazioni
sia di Pete Seeger che dei Byrds. Wendy Anderson Halperin ha creato una serie
di illustrazioni dettagliate per ogni serie di contrapposizioni indicate nel
testo.
Il manoscritto della canzone figura fra i testi donati alla New York University dal Partito comunista degli Stati Uniti d'America nel marzo 2007.
TESTO E TRADUZIONE
To
every thing there is a season, and a time to every purpose under the heaven:
A
time to be born, and a time to die; a time to plant, and a time to pluck up
that which is planted.
A
time to kill, and a time to heal; a time to break down, and a time to build up.
A
time to weep, and a time to laugh; a time to mourn, and a time to dance.
A
time to cast away stones, and a time to gather stones together; a time to
embrace, and a time to refrain from embracing.
A
time to get, and a time to lose; a time to keep, and a time to cast away.
A
time to rend, and a time to sew; a time to keep silence, and a time to speak.
A
time to love, and a time to hate, a time of war, and a time of peace.
Per ogni cosa c'è il suo momento, il
suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C'è un tempo per nascere e un tempo
per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per
guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per
ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo
per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli
abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per
perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo
per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per
odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Il testo è quindi un’estrapolazione da
ciò che già esisteva, ma deve far riflettere il massiccio utilizzo di tal
messaggio oltreoceano, in tempi in cui in Italia, ad esempio, imperava la “leggerezza”
della musica.
Non solo “baby baby… I love you… you
are beautiful” nelle canzoni degli anni Sessanta, ma anche una necessità di “pensare
e far pensare”.
Proviamo a credere a Pete quando
diceva che esiste un tempo per la pace, non è troppo tardi.
La versione che preferisco, quella che ascolto da oltre cinquant’anni è quella dei The Byrds.