Il mio amico Angelo De Negri mi permette di conoscere e
condividere una storia di quelle che piacciono a me, e che mi ero perso.
Trovandosi in Umbria lo scorso settembre, non so se
casualmente o volutamente, si ritrova a Deruta, davanti ad un negozio di
artigianato della ceramica dove il proprietario espone le sue chitarre e, dalla
vetrina, emerge la storia di una di queste in particolare, quella donata a
Carlos Santana in occasione di un Umbria Jazz del 2011. Per inciso, le
fotografie possono essere fatte solo all’esterno.
Incuriosito, sono andato alla ricerca della storia che,
attraverso le info “rubate” in rete, si è un po' chiarita.
Questo è l’incipit…
Umbria Jazz 2011: mancano trenta minuti all’inizio
dell’esibizione.
Carlos Santana viene raggiunto da un timido
artigiano di Deruta, che gli si avvicina quasi intimorito imbracciando una
custodia. La poggia in un angolo, la apre e svela una chitarra elettrica: «Ecco,
questa è per lei» si limita a dire, porgendola al musicista.
Santana strabuzza gli occhi: non è di
legno, lo si percepisce al tatto, e pesa all’incirca quattro chili; ma la cosa
che più lo sbalordisce sono le decorazioni. Quei colori accesi e le forme, che
si raccolgono in una figura quasi mandalica, pizzicano le corde del suo
spirito.
Non è una semplice chitarra: si tratta di un’opera d’arte, in
autentica ceramica derutese.
«Bella, stasera ci suono» commenta soddisfatto.
E lo fa sul serio, con il brano “Open Invitation”, nove
minuti che l’Umbria intera non dimenticherà mai.
Dopo il festival, chiede al suo
manager di contattare l’artigiano, ringraziarlo e farsi comunicare il valore di
quel meraviglioso strumento, così da poterlo assicurare.
L’uomo è entusiasta: se Santana vuole
assicurare la sua chitarra, significa che gli è piaciuta davvero.
Ne ha ulteriore conferma quando scopre che, durante il
concerto di Bari, il musicista la riporta in scena.
L’artigiano protagonista di questa incredibile storia è Giovanni Andreani.
Vediamo qualche nota biografica di Andreani
Originario di Deruta, inizia a
dipingere a ventisei anni, dopo aver suonato per diverso tempo con la sua band,
Quintaessenza, cosa atipica nel suo piccolo paese, definito la “capitale della ceramica
umbra”, dove i ceramisti apprendono il mestiere sin da piccoli.
Dopo aver fatto vari lavori, apre la
bottega sotto casa sua e chiede allo zio Franco di insegnargli l’arte della
ceramica. Dopo un anno, inizia a produrre pregevoli pezzi in stile
Raffaellesco, Orvietano, Arabesco e Ricco Deruta. Era il 1999. Qualche anno
dopo, nel 2003, incomincia a pensare alla chitarra di ceramica, perché non può
fare a meno del suo grande amore per la musica e adora il suo nuovo lavoro: ed
è qui che scatta l’intuizione.
Smonta la sua Fender Stratocaster, la
seziona, la studia nei minimi particolari: si rende conto che essere un bravo
ceramista non basta per realizzare il progetto che sta prendendo forma nella
sua mente.
Apprende tutte le nozioni necessarie
e riesce a costruire il ponte, la tastiera e il corpo, seguendo regole ferree
onde evitare di creare uno strumento malfunzionante, perché il suo obiettivo,
sin dall’inizio, è creare un’opera che possa essere suonata.
Il 10 febbraio del 2005, nasce la sua GA1.
E oggi?
Dalla sua bottega di Deruta si odono
canzoni di Jimi Hendrix, dei Led Zeppelin, i Pink Floyd, i Nirvana e i Guns N’
Roses. Chiunque ne è attratto sin da subito: è diversa rispetto a tutte le
altre, ha in sé la solennità che si addice ad un piccolo tempio del rock.
In vetrina, le chitarre fabbricate
negli ultimi anni: il corpo costituito da un blocco di argilla unico, manici in
palissandro e mogano e gli inserti sulla tastiera in madreperla: caratteristiche
che le rendono uniche al mondo. Sono in tutto nove, più la GA10 donata a
Santana, ritratta in foto e articoli.
In molti vorrebbero acquistarle, ma la risposta di Andreani è sempre la stessa, negativa.
Molti curiosi si fermano per poter
osservare dal vivo il ceramista che suona, a qualcuno è permesso provare le sue
chitarre, ma pur azzardando cifre esorbitanti nessuno riesce ad accaparrarsi i
preziosi strumenti. E già, le sue chitarre non sono in vendita! Musicisti e
appassionati provenienti da tutto il mondo si sono fermati a Deruta, apposta
per convincere Giovanni Andreani a vendere le sue chitarre elettriche.
Andreani decide di non cedere nemmeno alle offerte più
generose e, inoltre, non vuole che i suoi strumenti vengano abbandonati in una
teca o appesi ad una parete.
Il valore stimato per ogni chitarra di ceramica è di circa 12
mila euro, ma talvolta gliene sono stati offerti molti di più.
L’aneddoto…
Un turista entra nella bottega di
Andreani a Deruta. Come tanti, osserva le chitarre pensieroso e chiede di
poterne suonare una. Subito, dà prova di un talento fuori dal comune, un
dettaglio che fa scattare subito il ceramista sull’attenti.
Giovanni Andreani scopre che il
turista è in realtà Alan Clarke, voce e chitarra dei The Hollies, che vanta collaborazioni
importanti come quelle con i Beatles e i Rolling Stones. Co-autore
dei brani On a Carousel, Carrie Anne, Jennifer Eccles e Long Cool Woman in a
Black Dress, inserito nel 2010 nella Rock and Roll Hall of Fame.
Quasi un mito, che però non riesce ad ottenere la chitarra,
tanto ripasserà!
Stessa sorte è toccata al musicista jazz e blues Danny Caron,
chitarrista e musical director del leggendario Charles Brown.
Non mi è chiaro se la sua posizione rispetto alle vendite sia
cambiata nel tempo, ma a chi fosse interessato consiglio una visita sulla
pagina facebook, magari tutto si chiarirà!
https://www.facebook.com/giovanni.andreani.3