Con colpevole ritardo mi appresto a commentare il libro “DIALOGHI - L'opera di Stefano Giannotti" (Porto Seguro Editore), compendio delle opere radiofoniche per Deutschlandradio Kultur, SWR, WDR Köln, dei lavori di video-arte, delle produzioni discografiche con OTEME e della didattica musicale di Stefano Giannotti.
Mi impossesso delle note ufficiali per sintetizzare l’alto profilo del musicista toscano.
Stefano Giannotti - nato nel 1963 - è compositore, chitarrista, performer e video-maker. Molte sue opere sono state prodotte in collaborazione con, fra le altre, Deutschlandradio Kultur, SWR, RAI Radio 1, RAI Radio 3. Nel 2010 ha creato OTEME (Osservatorio Terre Emerse) e dal 2015 pubblica per l’etichetta discografica Ma.Ra.Cash Records. Innumerevoli i suoi riconoscimenti internazionali.
I “Dialoghi” citati nel titolo
sono quelli intercorsi tra l’artista e Tommaso Tregnaghi, con un punto
di partenza preciso, la tesi di laurea di quest’ultimo ottenuta all’Accademia
delle Belle Arti di Firenze nel 2011 ed aggiornata nel 2021.
Qualche frammento oggettivo anche per Tregnaghi, nato a Lucca nel 1987, Designer che opera a cavallo fra comunicazione e Arti visive. Docente presso l'Istituto POLIMODA di Firenze, lavora anche come libero professionista. Ha sempre affiancato al suo percorso personale la passione per la musica attraverso pratica e studio.
Seguo da molto tempo la produzione artistica di Giannotti e rileggere la sua vita sotto forma di conversazione è risultato per me piacevole oltre il contenuto specifico, quello di sicuro interesse per la solita nicchia di appassionati/seguaci, come spesso capita quando l’argomento è l’estrema qualità.
Mi è capitato molte volte di leggere/presentare/introdurre/commentare storie di vita di persone capaci di lasciare traccia con la loro opera, ma ho sempre avuto la convinzione che ogni singola anima, anche la più “invisibile”, potrebbe destare l’interesse di terzi se fosse presente la giusta stimolazione, quella capace di demolire i muri comunicativi dietro ai quali fa comodo nascondersi, quelli capaci di proteggere la convinzione che una vita lontano dai riflettori non possa essere di interesse comune. Ma è un errore, da ogni storia vissuta si può trarre insegnamento!
In questo caso, però, esiste un
percorso di alto livello, perché Stefano Giannotti può mettere sul piatto
eventi formativi, studi e sviluppi conseguenti di livello superiore.
In un paese "evoluto" come il nostro, i
cui i “gestori”, qualunque sia il ruolo, non perdono occasione per riempirsi la bocca
con la parola “CULTURA”, chi si occupa di musica sa che la sua attitudine
difficilmente sarà considerata l’attività principale, ma nel migliore dei casi
una passione che viaggia in parallelo con il “lavoro principale”, a volte necessaria
per arrotondare il reddito.
Esiste poi chi trova la giusta strada
e chi si accontenta di manifestare episodicamente le proprie skills, trovando
gratificazione nel positivo giudizio sporadico dell’ascoltatore di turno.
E poi c’è quella categoria speciale - quella di cui fa parte a pieno titolo Stefano Giannotti - con una predisposizione olistica che non prevede alcuna dicotomia tra vita quotidiana e arte, essendo la prima fonte di ispirazione verso la creazione e la sperimentazione, e alla fine la forma espressiva diventa mezzo per disegnare il proprio credo e condividerlo col mondo intero, una sorta di missione capace di abbattere, o quantomeno superare, ogni tipo di difficoltà, sino al raggiungimento dell’obiettivo, qualcosa che ha a che fare con il miglioramento del mondo circostante attraverso la bellezza della forma creativa.
Il lunghissimo dialogo tra Giannotti
e Tregnaghi permette di delineare un sentiero che parte dalle sperimentazioni
fanciullesche sino ad arrivare alle importanti collaborazioni radiofoniche,
passando attraverso le uscite discografiche con OTEME (Osservatorio Terre
Emerse).
Difficile far emergere pochi concetti
da un tomo di 370 pagine, e comunque preferisco creare un po' di curiosità e di
spinta verso la lettura, ma vorrei “rubare” e presentare un concetto per me nuovo
che ho trovato molto interessante.
Alla domanda di Tregnaghi: “Puoi
spiegare il concetto di metafora sonora?”, Giannotti risponde
così: “Le metafore sonore sono trasposizioni sonore di concetti base
appartenenti ad ogni persona, in ogni parte del globo: cibo, sesso, famiglia, lavoro,
sonno, sogni, relazioni, odio, pace, guerra, amore, gioco, tristezza, felicità
ecc. Questi stati dell’essere non appartengono solo agli uomini, a volte anche
agli animali. Ma le “sound metaphors” non sono mere descrizioni di eventi o
concetti, lavorano a livello subliminale perché sono libere associazioni di
elementi presi da questi stati dell’essere, infatti sono più simili ai sogni.
Quando sogniamo le immagini si combinano attraverso processi il più delle volte
sconosciuti a noi sognatori. Così, ciò che prendiamo è il primo livello, quello
che rimane in superficie, cioè le associazioni delle immagini stesse. Poi,
naturalmente c’è il livello simbolico. Le mie “sound metaphors” possono essere
viste come veri e propri “sogni sonori”, a volte immediati, a volte ermetici.
Sono giochi acustici che, di volta in volta evocano l’ironia, la nostalgia, il
dramma, il cinismo, la dolcezza, la paura e, funzione che ritengo più
importante spesso rappresentano archetipi, temi fondamentali dell’umanità.
“SOUND” perché il loro veicolo principale è il suono. “METAPHORS” perché hanno il potere di evocare archetipi”.
Non mi spingo oltre, nella speranza che il mio piccolo contributo possa indirizzare l’ascoltatore verso la lettura di un saggio davvero interessante e utile per meglio entrare in contatto con l’artista e conoscerne i risvolti tecnici e umani, ma mi piace evidenziarne la valenza didattica e didascalica del book, la cui sintesi riporta al vero significato del concetto di “passione”.
Buona lettura!
Dettagli prodotto
Editore: Porto Seguro (26 febbraio
2022)
Copertina flessibile: 370 pagine
Peso articolo: 460 g