Magic Carpet é stato un gruppo pionieristico britannico formato da musicisti dediti al folk psichedelico, apparsi per la prima volta ad inizio anni Settanta.
I membri
della band erano Clem Alford - sitar -, Alisha Sufit - voce e
chitarra -, Jim Moyes - chitarra - e Keshav Sathe - percussioni
tabla indiane.
Nel 1972 la band pubblicò un album omonimo, “Magic Carpet” (cliccare sul titolo per l'ascolto), per l'etichetta Mushroom (UK), che da allora è diventato un oggetto ricercato nel mercato internazionale dei vinili da collezione.
Un po’ di storia…
Negli anni ‘60
e ‘70, sia nel Regno Unito che in America, era fiorente l’interesse per la
cultura e la musica indiana, le cui rappresentazioni più famose furono quelle del
virtuoso suonatore di sitar, Ravi Shankar, e del suonatore di sarod Ali Akbar
Khan.
Numerose band
britanniche dell'epoca iniziarono a usare il sitar e, più in generale, i suoni
musicali indiani, il tutto per aggiungere un sapore orientale alle loro
registrazioni. Al contrario, i Magic Carpet proponevano una fusione
anglo-indiana più coesa, con la strumentazione indiana usata come parte
integrante della musica e non semplicemente un'aggiunta.
La band, basata sulla solidità di Alford - di formazione classica e virtuoso del sitar - e sulla voce eterea di Alisha Sufit, creò un suono caratterizzante, descritto (forse in modo fuorviante) come musica "progressive folk psichedelica".
L'album “Magic Carpet”, uscito nel 1970, originariamente ebbe poco successo, soprattutto perché la band si sciolse nel 1972, ma meno di vent'anni dopo, con un rinnovato interesse per la musica dell'epoca - in particolare per i dischi rari -, la stampa specializzata se ne occupò massicciamente.
Le tracce del disco apparvero in varie compilation, la più importante uscita nel 2008, A Monstrous Psychedelic Bubble Exploding in Your Mind: Volume 1, votato come primo tra le preferenze di Noel Gallagher nella rivista Mojo.
I Magic Carpet sono stati inclusi in vari libri dedicati alla musica dell'epoca, tra cui Electric Eden, con la traccia "The Dream" inclusa nell'album Electric Eden associato; inoltre, si segnala Seasons They Change: The Story of Acid and Psychedelic Folk, di Jeanette Leech.
Album
L'album “Magic
Carpet” è stato descritto come "una corona all’interno del
tesoro della musica folk psichedelica", per effetto della prima vera
combinazione tra strumentazione indiana e occidentale.
Dopo un primo
lancio live al 100 Club di Londra, la band si esibì al Wavendon di Cleo Laine e
Johnny Dankworth e godette della distribuzione radio su Sounds of the Seventies
di Pete Drummond su BBC Radio, oltre a fare diverse apparizioni in club e
festival. Nonostante questi eventi positivi, il gruppo si sciolse poco dopo
l'uscita del primo album e il riconoscimento ufficiale avvenne circa quindici anni
dopo.
A quel punto le recensioni arrivarono, ampie e positive, così come le ristampe, in Cd e vinile, realizzate dall’etichetta britannica Magic Carpet Records.
Entrando nel tecnico… sette
delle tracce vocali scritte da Sufit impiegano accordature modali nell'accompagnamento
della chitarra. Queste accordature "aperte", introdotte e divulgate
per la prima volta da musicisti come Davey Graham e Joni Mitchell, sono
estremamente compatibili con l'accordatura modale del sitar, e consentono una
vera integrazione dei suoni.
La voce di Sufit è presente in nove delle dodici tracce, le restanti tre sono puramente strumentali.
Nel 1996,
Alford e Sufit si riunirono di nuovo e collaborarono per registrare l'album “Once Moor”, sottotitolato “Magic Carpet 2”. Trattasi di un vero seguito
dell'album originale, con la semplice strumentazione acustica - chitarra,
sitar, tabla, tamburo e dulcimer degli Appalachi.
Il disco è
stato pubblicato su CD e vinile pesante. Nello stesso periodo, l'album di Clem
Alford, intitolato “Mirror Image”, è stato ristampato, sempre dalla Magic
Carpet Records, un disco pubblicato per la prima volta in vinile nel 1974.
Giusto
riscoprire la loro musica!
https://www.youtube.com/user/SufitMusic